“Rubare è roba per gente seria, mica per gente come voi! Voi, al massimo… Potete andare a lavorare!”. Queste parole pronunciate da uno dei protagonisti de I soliti ignoti (1958) ne riassumono la dolente ironia.
Mario Monicelli, uno dei padri della commedia all’italiana, riesce a radunare dei veri e propri mostri sacri del cinema italiano dando vita ad un capolavoro intramontabile che, ancora oggi, si riguarda con ammirazione e divertimento.
I soliti ignoti racconta le peripezie di cinque poveracci che, per sbarcare il lunario, tenteranno di scassinare una cassaforte sfondando un sottile muro che si interpone tra una casa privata e il monte dei pegni. Il quintetto è composto da un pugile fallito e balbuziente detto Peppe er Pantera (Vittorio Gassman), da Tiberio (Marcello Mastroianni), un fotografo con figlio a carico e moglie in carcere, da Mario (Renato Salvatori), un fannullone dal cuore d’oro che si fa mantenere dalle zie, da Ferribotte (Tiberio Murgia), un siciliano geloso della bellissima sorella Carmela (Claudia Cardinale), e, infine, abbiamo Capannelle (Carlo Pisacane), il più anziano del gruppo che pensa sempre a mangiare; da menzionare inoltre il cameo di Totò, il quale interpreta un vero e proprio maestro dello scassinamento andato in pensione.
I soliti ignoti è ambientato nel 1958, a ridosso del cosiddetto boom economico, che di lì a poco dilagherà nella nostra penisola. Pensate che il suddetto film è considerato da autorevoli critici il punto d’inizio della vera e propria commedia all’italiana. Mario Monicelli, infatti, con l’ausilio di Suso Cecchi D’Amico e di Age & Scarpelli in fase di sceneggiatura, trae spunto da una novella di Italo Calvino per mettere in scena una commedia amara che analizza a fondo la psicologia dei suoi personaggi eludendo il macchiettismo facile.
Inoltre grazie a questa pellicola Vittorio Gassman, fino ad allora noto per i classici del teatro o per ruoli seri, dimostrerà tutta la sua versatilità consacrando le proprie doti di attore di commedia che affinerà con grande successo negli anni avvenire.
I soliti ignoti, oltre ad essere considerato uno dei film italiani più belli di sempre, è anche ritenuto il pioniere italiano del genere caper movie -anche definito heist movie (letteralmente film del colpo grosso), un sottogenere cinematografico che racconta storie in cui un gruppo di persone organizza meticolosamente un grande furto.
A fronte del grande successo del film sono stati realizzati i due sequel Audace colpo dei soliti ignoti, uscito nelle sale nel 1959 e diretto da Nanny Loy, e I soliti ignoti vent’anni dopo, pellicola diretta da Amanzio Todini che uscì al cinema nel 1985. Nel corso degli anni inoltre sono stati fatti dei veri e propri remake hollywoodiani della pellicola; il primo fu Crackers, film del 1984 che, come protagonisti, poteva vantare i due fuoriclasse Donald Sutherland e Sean Penn.
Nel 2000 fu invece Woody Allen ad omaggiare nel suo Criminali da strapazzo il capolavoro di Monicelli, mentre nel 2002 i fratelli Russo omaggiarono I soliti ignoti con Welcome to Collinwood, pellicola nella quale figurava, tra i tanti, George Clooney nel ruolo che fu interpretato da Totò.
Inserito nella prestigiosa lista dei 100 film italiani da salvare, I soliti ignoti fa parte di quelle opere cinematografiche che ti fanno stare bene, quando le guardi provi lo stesso godimento che hai nel mangiare un bel piatto caldo di pasta e ceci!
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