Nella sua spietata rappresentazione di un’America lontana, cruda e sperduta, Un tranquillo weekend di paura (il titolo originale è Deliverance) è stato ed è tutt’ora un cult che, a distanza di anni, rapisce lo spettatore e lo violenta con l’amara e spaventosa vicenda degli ormai storici quattro protagonisti.
Quante volte vi sarà capitato di andare a fare un’escursione con gli amici?! Solitamente in questi eventi c’è sempre quello che coordina. La mente che, con strafottenza e arroganza, durante la gita continua a dare prova della sua spericolatezza e della sua forza fisica. Di solito è proprio quello che cede per primo o che fa sbagliare strada. Poi c’è l’amico che porta la chitarra e strimpella tutto il giorno senza sosta e senza pietà. C’è quello più tranquillo e affidabile e infine quello più pauroso di tutti e anche meno piazzato degli altri dal punto di vista fisico. Un tranquillo weekend di paura (1972) è esattamente una classica gita fuori porta fra amici, ma con l’incubo costante e palpabile di lasciarci le penne da un momento all’altro.
Ed, Lewis, Bobby e Drew sono infatti i quattro protagonisti dell’indimenticabile pellicola diretta dal regista inglese John Boorman. Quest’ultimo gira un film d’avventura con i tratti thriller, che ha dei seri risvolti ambientalisti. Leggendo fra le righe di questo imperdibile capolavoro infatti non restano solo le indimenticabili scene, come il duello con il banjo. C’è anche un chiaro messaggio a favore dell’ambiente e contro la sua speculazione.
La trama di Un tranquillo weekend di paura (1972)
Ed Gentry (Jon Voight), Lewis Medlock (Burt Reynolds), Bobby Trippe (Ned Beatty) e Drew Ballinger (Ronny Cox) sono quattro amici di Atlanta, ognuno con la propria famiglia e mestiere, che decidono di passare un weekend riscendendo in canoa il fiume Cahulawassee, presso i monti Appalachi. Quella zona, scelta da Lewis come meta per l’escursione, verrà presto inondata dall’acqua a causa della costruzione della diga. Gli abitanti di quei boschi non sono certo contenti. Tuttavia i quattro amici non ci pensano affatto, entusiasti di essere finalmente immersi nella natura e lontani da casa.
Il primo giorno va alla grande. Dopo aver risceso un pezzo del fiume, si accampano sulla riva e lì passano la notte. Quella apparentemente tranquilla vacanza prende una piega del tutto inaspettata quando Ed e il grasso Bobby superano di gran lunga gli altri due amici e si soffermano sulla riva per attenderli. In quel momento vengono raggiunti da due strani individui, abitanti del villaggio, uno dei quali armato di fucile. Non hanno buone intenzioni, ed Ed se ne rende conto dopo essere stato legato ad un albero, costretto a vedere uno dei due tizi stuprare il povero Bobby.
Un tranquillo weekend di paura ebbe una eco enorme quando uscì. Il suo modo asciutto e tagliente di descrivere degli eventi terribili portò ad una totale divisione del pubblico e della critica. Molti infatti criticarono i temi trattati, ritenendoli poco ortodossi e non adatti al pubblico. Con questo facevano riferimento alla rappresentazione dei cosiddetti “bifolchi” delle montagne e anche a quel famoso episodio di violenza omosessuale che si vede ad un certo momento della pellicola, e che vede protagonista l’attore Ned Beatty nei panni di Bobby.
Ancora più scandaloso, non tanto per il pubblico quanto per i critici, sembrava essere quel sottile profumo di lotta ambientalista che gli abitanti del villaggio emanavo, sebbene i loro modi fossero bruschi e ormai completamente estranei alla civiltà. In effetti molti degli abitanti della valle, che sarebbe stata presto sommersa dall’acqua, avevano ripopolato con la forza le montagne. Lì si erano stabiliti per protestare contro la diga e contro la mano speculatrice dei potenti. I quattro amici di città rappresentano proprio quell’opposto modo di vivere e di pensare che entra in contrasto in quei luoghi ameni e allo stesso tempo pieni di insidie e pericoli.
Tuttavia, una buona parte della critica si schierò a favore della pellicola. Con questo film Boorman, all’epoca già regista di Duello nel pacifico e Leone l’ultimo con Marcello Mastroianni, ottenne ben tre nomination agli Oscar: miglior film, miglior regia e miglior montaggio. Merito anche del pubblico, Un tranquillo weekend di paura divenne ben presto un film di culto. Un cult che nonostante gli anni, riesce ancora a stupire e a “stuprare” lo spettatore con le sue interpretazioni e le sue scene memorabili. Una fra tutte, la famosa sfida con la chitarra e il banjo (Dueling Banjos) fra Drew e un giovane del posto.
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