Casotto – Una grande sfilata in un piccolo palcoscenico

Casotto è un film di culto del 1977 scritto da Vincenzo Cerami e Sergio Citti. Diretto dallo stesso Citti che con i toni di una commedia grottesca racconta l’ormai defunta tradizione di condivisione che contraddistingueva una certa società italiana che non c’è più. A partire dal semplice spogliarsi in un piccolo posto dove passano ogni sorta di essere umano ognuno con la propria storia e i propri problemi. Con lo stratagemma di un spogliatoio sulla spiaggia di Ostia, si alternano storie e personaggi fra loro differenti che finiscono per scontrarsi fra le quattro mura di quel casotto.

Casotto (1977), regia di Sergio Citti.
La locandina di Casotto di Sergio Citti, anno 1977.

Il film, che è diventato col tempo un’imperdibile perla del nostro cinema, è un puzzle di scene iconiche che si tengono insieme grazie ad un cast davvero eccezionale. In questo magnifico Kammerspiel romanesco appaiono infatti Ugo Tognazzi, Gigi Proietti, Paolo Stoppa, Mariangela Melato, Carlo Croccolo, Ninetto Davoli e Franco Citti: quest’ultimi due già interpreti in molti film di Pier Paolo Pasolini. Lo stesso cast che, per poter lavorare con Citti, accettò di recitare senza alcuna retribuzione. E la cosa più affascinante, sempre per quanto riguarda la scelta degli attori, è l’eterogeneità fra i vari interpreti. Fra questi spiccano anche Michele Placido, Catherine Deneuve, Massimo Bonetti e una giovanissima Jodie Foster.

La giovane attrice di Taxi Driver, vincitrice del premio Oscar nel 1991, si ritroverà a lavorare con Citti per pura combinazione. Lesse un copione tradotto (male) in inglese e questo bastò per convincere sia lei che la madre a partire immediatamente per l’Italia. In quello che può sembrare un lungometraggio scalcagnato e senza una vera logica apparente, Casotto resta uno dei capolavori di Citti: uno dei marchi della poetica del regista e del suo essere romanesco che riesce a farsi capire in tutto il mondo.

Casotto La trama

Fra le dune di una spiaggia di Ostia un vagabondo, Ninetto Davoli, girovaga in cerca di un posto meno ventoso per poter accendersi una sigaretta. Per sua fortuna trova un casotto dello stabilimento balneare e in quel luogo ancora deserto inizia questa storia. Il casotto numero 19 viene in un primo momento occupato da una squadra femminile di pallavolo con il severo allenatore il quale scopre di aver sbagliato numero. Poi arriva un prete che si avvia alla spiaggia con la bibbia fra le mani e il suo avanti indietro dal mare allo spogliatoio marca le ore più importanti de giorno come il pranzo o la sera.

Uno ad uno i personaggi entrano nel casotto e portano la loro allegria e i loro problemi. C’è la coppietta proibita che non potendo consumare in casa scelgono quel posto come luogo d’incontro. Ci sono i nonni che pur di non fare abortire la giovane nipote incinta vogliono sbolognarla all’ingenuo cugino Vincenzo. Ci sono i due coatti in cerca di donne. Due militari patiti di culturismo. Infine, due sorelle che, per avere 6 milioni di lire dall’assicurazione, tentano in tutti i modi di convincere un integerrimo assicuratore timorato di Dio che gira con una cintura di castità.

Grande amico di Pasolini, con il quale, assieme al fratello Franco, si era ritrovato a lavorare in film come Accattone, Mamma Roma e molti altri, Sergio Citti dirige degli attori di tutto rispetto incominciando proprio da Proietti, Stoppa e Tognazzi. Anche gli altri non scherzano. Tutta una risata durante la lavorazione è difficile trattenere le lacrime anche durante la visione. Insieme alla commedia Citti elabora una comicità erotica a con battute sessuali che sono rimaste avvinghiate nella mente dei fedelissimi ammiratori del cinema cittiano. Alla comicità si affianca tutta la fedele descrizione di un mondo scomparso che parte dal cocomero messo a fresco sotto la sabbia bagnata fino alle famose fettine panate con cannelloni e patatine.

Un mondo che Citti e Cerami riportano in tutta la sua romanità che riesce a sfondare ogni confine. Il casotto è un piccolo universo dove si intersecano continuamente vite e volti, fra i più strani e buffi. Il casotto si trasforma in un immenso palcoscenico dove la macchina da presa si ferma, ruota, avvicina e si trova a suo agio. Uno scenario dove gli stessi attori si trovano bene: coccolati e protetti.

Casotto (1977). Regia di Sergio Citti con un cast di tutta eccezione.
(da sinistra) Franco Citti, Paolo Stoppa, Gigi Proietti e Jodie Foster durante la lavorazione di Casotto (1977).

Casotto – Le scene indimenticabili

Di scene meravigliose, difficili da dimenticare, il film ne è pieno. Memorabile è la scena quando Proietti e Citti si stanno spogliando ma notano di avere i piedi sporchi. Per non fare brutta figura con le ragazze studiano un piano per non essere scoperti.

Poi c’è la famosa scena quando Paolo Stoppa, nei panni del nonno, rimprovera il fesso Placido per aver messo il costume al contrario. Poi lo riprende nuovamente quando nota che un testicolo esce fuori dal costume. “Ma ndo’ cazzo vai? Ma nun lo vedi che c’hai ‘na palla de’ fori?”. Battuta, questa, rimasta negli annali e ripresa anche dal comico Max Tortora che la usa ogni volta che imita il grande e indimenticato Stoppa.

Per citarne un’altra, la scena finale, dove con una sequenza di 360° si mostrano tutti i personaggi che si rivestono. Dopo un’intensa giornata di mare e dopo qualche avventura ritornano ognuno alle proprie esistenze. Perché Casotto è anche una fuga di un giorno dalla realtà ma che sembra un sogno lunghissimo. Come il sogno di Gigi (il personaggio interpretato da Proietti), in cui vaga in mezzo alle pecore, scruta giovani donzelle e in un tripudio campestre incontra la bella Deneuve.

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