Border: creature di confine – Come nasce una fiaba moderna

Uscito in Italia con il sottotitolo di Creature di confine, Border (Gräns) è un film del 2019 diretto dal regista danese di origine iraniana Ali Abbasi. Tratto dal romanzo Confine di John Ajvide Lindqvist, quest’opera fantastica nasce e si sviluppa in una zona boscosa non ben definita della penisola scandinava e dimostra come l’immaginazione di un regista possa ancora riscrivere le pagine di un cinema che a volte sembra ripetersi senza idee genuine e nuove.

Border - Creature di confine, film del 2019 diretto dal regista Ali Abbasi.
Eva Melander è Tina nel film di Ali Abbasi, Border

Invece, Abbasi, seguendo anche il romanzo, rilegge la fiaba classica e la trasporta in chiave moderna in una sorta di parabola sull’accettazione, l’uguaglianza e le disparità che, nonostante l’evoluzione umana, continuano a ripetersi. Per questo motivo Border è una rilettura delle tanto amate fiabe europee iniziando da quelle di Basile, passando per Perrault fino ad arrivare alle famose storielle dei Fratelli Grimm che, in maniera più infantile e dolce, nascondono quei temi scottanti degli autori precedenti per un racconto più a misura di bambino. Poi arriverà la Disney e distruggerà, se così possiamo dire, quel meraviglioso e soprattutto tetro modo di raccontare, portando il tutto al lieto fine.

Tuttavia Border non rimanda ai re, alle principesse e ai principi delle fiabe da focolare tradizionali. Personaggi verso i quali sentivamo un certo trasporto e in loro ci si poteva riconoscere proprio perché simili, in fattezze e maniera di pensare ed essere, a noi. Il film di Abbasi si concentra sulla figura di uno dei tanti antagonisti, dei quali avevamo paura e terrore.

La trama di Border – creature di confine

Girato fra la Danimarca e la Svezia e interpretato in maniera magnifica da attori a noi poco conosciuti come Eva Melander e Eero Milonoff, Border aveva ricevuto due candidature agli Oscar nella stagione 2019: uno come miglior film in lingua straniera e l’altro per il miglior trucco.

La protagonista è Tina, una donna che lavora come impiegata alla dogana. La sua particolarità è quella di avere dei lineamenti non proprio umani: grosso naso, fronte sporgente e una corporatura tozza. La fisicità di chi, secondo molti, non è riuscita proprio bene. Ma sono proprio questi elementi che ne fanno una persona davvero speciale. Tina, infatti, riesce a sentire gli odori e le sostanze stupefacenti a diversi metri di distanza. E come se non bastasse, in una persona riesce a captarne anche i sentimenti e le emozioni. Nel suo lavoro è imbattibile.

Purtroppo nella vita privata Tina non è soddisfatta. Il vecchio padre, a causa dei suoi problemi di memoria, vive in un’ospizio mentre lei divide la vecchia casa in mezzo al bosco con lo pseudo fidanzato Roland. Un uomo dedito all’ozio e all’amore sconfinato verso i suoi tre cani. Il rapporto fra i due è di pura e semplice compagnia. Nonostante la gente continui a guardarla con sospetto e spesso con riluttanza, Tina è abituata al suo viso e al suo corpo e in cuor suo sa che che non c’è davvero nulla da fare.

Le cose cambiano quando alla dogana incontra Vore, un misterioso individuo dalle fattezze molto simili alle sue. Dopo qualche tempo, e dopo essere venuta a conoscenza della cicatrice che l’uomo ha all’altezza del coccige, e che ha anche lei, decide di affittare a Vore il capanno vicino a casa sua e di conoscerlo meglio. Completamente trascurata da Roland, Tina trova in quell’essere un amico e più avanti anche un amante perfetto il quale, dopo aver condiviso con lei un rapporto sessuale, le confessa la vera natura. Tina non è un essere umano in tutto e per tutto.

Border - Creature di confine (2019).
Il primo incontro fra Vore e Tina alla dogana

Senza spingerci oltre verso lo spoiler, Border è il capovolgimento della struttura classica della fiaba che, più che ad insegnare, conteneva in sé una volontà piuttosto ludica. La fiaba popolare, secondo lo schema redatto da Vladimir Propp nel suo saggio Le radici storiche dei racconti di fate, si divideva in tre specifici passaggi che andavano a formare tutto l’intreccio. Il primo, che faceva riferimento alla situazione iniziale, spesso drammatica e dolorosa. Poi c’era lo sviluppo della vicenda, in cui l’eroe, tramite riti d’iniziazione o determinate avventure, doveva uscire dalla situazione in cui si trovava all’inizio e attraverso prove contro il male arrivare alla purificazione e alla terza parte dell’intreccio, ovvero il lieto fine. Il tempo della narrazione, molto spesso, era indefinito e il luogo, nonostante avesse delle comunanze con quello reale, era anch’esso indeterminato.

Tempo e luogo di una qualsiasi fiaba coincidono nel film Ali Abbasi. Border si apre in una zona indefinita della Scandinavia. Quello che possiamo decifrare con tanta certezza è una linea di demarcazione netta fra due paesaggi. Quello del bosco e quello della città, che poi segnano una divisione precisa anche con la protagonista e il resto dei personaggi. Per quanto riguarda il tempo dell’azione, sebbene ci si possa avvicinare ai nostri giorni, anche in questo caso tutto rimane celato e lo spettatore può solo affidarsi a cose e sensazioni che già conosce.

Allora Border sarà simile nelle azioni alla tradizione classica della fiaba, direte voi? Anche in questo caso avviene il contrario. Se in una fiaba come La gatta Cenerentola o La bella addormentata nel bosco, i protagonisti sono eroi, eroine, principi o gentil pulzelle costretti a combattere contro contro streghe e orchi, ora sono gli stessi orchi a dover combattere contro la razza umana. Si, perché Tina è un esponente di quel mondo fatato degli orchi, dei troll e delle figure più spaventevoli, cresciuta fra gli uomini e convinta di essere anch’essa umana. In realtà è vero il contrario.

Così, invece di andare avanti verso la verità e il benessere, Tina è un classico personaggio antagonista nelle fiabe costretta a ricredersi. E’ costretta a tornare indietro per conoscere la sua vera natura. Non è una principessa ma allo stesso tempo, come ci dice il regista, non è nemmeno un essere immondo. La potenza di Border sta nel dare al significato dell’uguaglianza e del rispetto per il diverso una struttura opposta e alla rovescia. Non sono gli orchi i cattivi bensì gli stessi eroi umani che prima amavamo e idolatravamo.

Border - Creature di confine, con Eva Melander e Eero Milonoff.
Eva Melander e Eero Milonoff in una scena di Border (2019).

Nella ricerca di se stessa mediante l’approccio con Vore, Tina accetta la sua natura. Tuttavia non ripudia nemmeno quella società nella quale è nata e vissuta. Solo alla fine, quando capiamo che anni e anni di stermini e di ghettizzazione da parte dell’uomo, verso animali e gli stessi uomini, non potranno mai cambiarlo del tutto, la protagonista sceglie una strada. E in questo momento assistiamo alla nascita di quella secolare leggenda sulla casetta in mezzo al bosco abitata da creature temute e diverse da noi.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *