Il Gladiatore (2000)

Il Gladiatore – Il dilemma shakespeariano nella Roma Antica

“Al mio segnale, scatenate l’inferno.” Sono certo che queste parole pronunciate dal protagonista Massimo Decimo Meridio (Russel Crowe) tuttora riecheggiano nella mente di chi ha visto Il Gladiatore.

Il suddetto personaggio è un valoroso e fedele generale romano che per merito delle sue molteplici vittorie si è assicurato la fiducia e l’affetto dell’anziano imperatore romano Marco Aurelio (Richard Harris), il quale ha deciso di nominarlo suo successore al posto del figlio legittimo Commodo (Joaquin Phoenix), non ritenuto dal padre all’altezza dell’arduo compito. Dopo aver appreso questa notizia lo spietato e arrivista Commodo ucciderà il padre per impossessarsi del trono.

Massimo però, capirà che Marco Aurelio non è morto di cause naturali e di conseguenza rifiuterà di sottomettersi a Commodo, il quale per ripicca darà l’ordine di sterminare in modo efferato la sua famiglia, facendola crocifiggere. A distanza di tempo quest’ultimo, divenuto ormai un gladiatore, deciderà di tornare a Roma per mettere in atto la propria vendetta personale.

russel crowe ne il gladiatore
Russel Crowe è Massimo Decimo Meridio

Uscito al cinema nel 2000 Il Gladiatore, basato sul romanzo di Daniel P. Mannix del 1958 dal titolo Those about to die (in italiano Quelli che stanno per morire), si può considerare come un vero e proprio kolossal capace di sbancare i botteghini di tutto il mondo. Il film si è inoltre aggiudicato la bellezza di cinque Premi Oscar rispettivamente per il Miglior Film, il Miglior Attore Protagonista, i Migliori Costumi, il Miglior Sonoro e i Migliori Effetti Speciali.

Il celebre regista Ridley Scott, coadiuvato in fase di sceneggiatura da David Franzoni, John Logan e William Nicholson, affida a Russel Crowe il ruolo della vita. Massimo Decimo Meridio, infatti, risulta essere un personaggio iconico dal forte carisma che è entrato di diritto nella storia del cinema.

Le sequenze presenti nella pellicola sono memorabili, una su tutte quella della battaglia iniziale ricostruita in maniera meticolosa dal regista di autentici cult del calibro di Blade Runner e Thelma & Louise.

Il Gladiatore inoltre ha avuto l’enorme merito di far riavvicinare il grande pubblico al genere peplum, un sottogenere cinematografico dei film storici in costume, e di aver riportato in auge l’antica cultura greca e romana. Nonostante l’opera presenti diverse incongruenze storiche, queste non ne intaccano la bellezza e la maestosità.

Da menzionare risulta essere l’indimenticabile colonna sonora del film composta da Hans Zimmer e cantata da Lisa Gerrard. Oltre all’ineccepibile Russel Crowe non si può non lodare l’interpretazione di un giovane Joaquin Phoenix che riesce ad essere viscido e crudele al punto giusto.

Sostanzialmente Il Gladiatore va considerato come una vera e propria storia di vendetta e di ossessione del potere; Massimo somiglia a un eroe shakespeariano di otelliana memoria che tra l’essere (vivere soffrendo) e il non essere (ribellarsi rischiando di morire) opterà per la seconda opzione scegliendo di fatto di non essere schiavo, bensì un uomo libero.

Mi congedo con le seguenti parole del comandante Massimo Decimo Meridio rimaste impresse nella memoria collettiva di milioni di spettatori che amano questo intramontabile gioiellino del cinema mondiale: “Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del Nord, generale delle legioni Felix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio. Padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa… E avrò la mia vendetta… In questa vita o nell’altra.”

Buona visione! E ricordatevi che ciò che facciamo in vita riecheggia nell’eternità!

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