Nel 1975 Steven Spielberg girò Jaws (Lo squalo), facendoci passare per sempre la voglia di fare il bagno in mare. Il grosso squalo bianco che sbrana i bambini e zompa sopra i pescherecci per annientare l’intero equipaggio ci sbatteva in faccia le nostre paure più recondite, concretizzando la fobia per le profondità marine. Tre anni più tardi, nel 1979, Ridley Scott non rese sicuro nemmeno lo spazio, e se fossimo stati certi di non trovare squali lassù, Alien ci mise difronte a un essere sconosciuto e sterminatore in un’astronave commerciale.
Cult unico e ineguagliabile. I molti sequel e prequel che si sono susseguiti durante gli anni non sono mai riusciti a ricreare l’atmosfera pesante e di vero terrore che aleggia nell’astronave da carico Nostromo, né le ambientazioni gotiche e dark che fanno di un film fantascientifico un capolavoro dai seri risvolti horror. Perché quello che non dobbiamo mai dimenticare è che Alien fa veramente paura. Iniziando dai primissimi istanti, quando il titolo a poco a poco si crea sullo sfondo nero dello spazio, passando per le interpretazioni nevrotiche e inquiete degli attori fino agli effetti speciali di Carlo Rambaldi e Hans Ruedi Giger e le musiche di Jerry Goldsmith.
Alien estrapola la paura di restare soli nell’immensità dello spazio. Esso fa emergere l’impazienza e la paranoia in un luogo dove bisogna mantenere la calma e i nervi saldi. Allo stesso tempo soffoca quella terribile angoscia nei lunghi e bui corridoi della Nostromo, nelle luci stroboscopiche e nella costante sfiducia nello stesso essere umano. Il film di Scott, scritto da Dan O’Bannon e Ronald Shusett, è inoltre il depositario di un timore che prende il nome di xenomorfo, la creatura aliena perfetta e intelligente incapace di provare emozioni. Il suo cranio allungato e senza occhi, la sua coda affilata e la bocca retrattile sono tutti elementi che rendono questo essere uno dei mostri più cruenti e noti del cinema. Così perfetto e ben riuscito da essere protagonista di ben tre sequel e due prequel: quest’ultimi due, Prometheus e Alien: Covenant, diretti dallo stesso Scott.
Alien (1979) – La trama
L’equipaggio della nave da trasporto Nostromo composto da Dallas (Tom Skerrit), Kane (John Hurt), Ripley (Sigourney Weaver), Lambert (Veronica Cartwright), Ash (Ian Holm), Parker (Yapet Kotto) e Brett (Harry Dean Stanton), si risvegliano dall’ipersonno convinti di essere arrivati alla terra. Invece il computer di bordo Mother ha captato un segnale di SOS provenire da un pianeta sconosciuto e ha risvegliato i sette membri per investigare.
Atterrano sul pianeta e Kane, Lambert e Dallas vanno in avanscoperta, tornando poco tempo dopo con Kane in stato di coma e con un parassita alieno attaccato in faccia. Lo strano essere che lo tiene in stato di coma allo stesso tempo lo mantiene in vita. Mentre Ash, l’ufficiale medico, fa delle ricerche sulla creatura, gli altri membri sono occupati a rimettere in sesto la navicella momentaneamente rotta, con la quale erano scesi sul pianeta.
Quando il parassita lascia il corpo di Kane, la navicella è pronta per tornare sull’astronave. Una volta arrivati sulla Nostromo, Kane si risveglia: non ricorda cosa sia successo, tuttavia sta bene. Prima di poter riprende il viaggio verso casa i sette si uniscono per consumare un ultimo pasto. In quel momento, quando tutto sembra tornato alla normalità, Kane è colto da atroci dolori e poco dopo, quello che il parassita aveva depositato nel suo corpo, esce fuori dal torace uccidendolo.
Dallas decide di recuperare il piccolo alieno che nel frattempo è cresciuto e uno ad uno compie una strage nell’astronave. L’unico a rimanere in vita è il Tenente Ellen Ripley la quale, dopo aver scoperto che Ash è un androide il cui compito era quello di riportare le forme di vita aliena alla compagnia per degli studi, decide di far esplodere la nave e fuggire con la scialuppa di salvataggio. Un piano che, fino alla fine, è ricco d’imprevisti data l’intelligenza della creatura. Mentre Ripley è occupata ad innescare le bombe, Alien riesce ad intrufolarsi nella scialuppa nascondendosi al suo interno.
Mentre gli altri si arrovellano per trovare un modo per distruggere alien, Ash, che è un androide, fa tutto il possibile per difenderlo. La ribellione e il contrasto fra uomini e robot che avevamo visto in 2001: Odissea nello spazio, si ripete e di mezzo c’è un pericolo ancora più grande. Alien è davvero un film ricco di trovate che restano tutt’ora ancorate nel nostro immaginario collettivo. A partire dall’astronauta fecondato da una creatura aliena fino alla scoperta che uno dei membri della Nostromo è un androide con il preciso compito di salvaguardare alien, sacrificando tutti gli altri. Questa problematica la ritroveremo nei successivi film della serie, fino ad arrivare ad Alien: Covenant. In quest’ultimo film, tutto alla fine è compiuto e l’androide David può finalmente portare sulla terra gli embrioni alieni.
Per tutto il film si respira un’aria di tensione fra i membri. Ognuno prende le distanze dall’altro e tale situazione venne ricreata sul set dal regista. In questo stato di non celata antipatia giunge la paranoia, prima per non essere ancora tornati sulla terra, e poi per la paura incombente di imbattersi nel mostro. Il predatore infatti, crea il caos in un terreno già minato in partenza. Nessuno dei membri della Nostromo è infatti completamente positivo, bensì vengano mostrati come personaggi asettici e allo stesso tempo veritieri. Questo è il cliché che li rende realistici e nei quali il pubblico può riconoscersi. Questo aumenta automaticamente il livello di tensione e terrore.
Alien – I personaggi e la nascita di un’eroina
Pochi personaggi, ma solo uno di questi è il prescelto per distruggere l’alieno e diventare un simbolo cinematografico senza pari. Dallas è il primo ufficiale, subito seguito da Kane, Ripley e Lambert. Ash è l’ufficiale medico che cerca di salvaguardare a tutti i costi la vita della creatura. Parker e Brett sono i due operai e tecnici che lavorano nei bassifondi dell’astronave dove coltivano una certa antipatia verso gli altri membri: tutti ufficiali lontani dai lavori manuali. Personaggi che sono apparentemente forti, perché ci vuole una certa dose di coraggio e di stabilità psicologica ed emotiva per poter viaggiare nello spazio. Eppure tutti cadono vittima della paura e della follia vedendo la loro morte sempre più vicina.
Infine c’è Alien, lo xenomorfo. La creatura che più si avvicina a Dio per la sua perfezione genetica, e al diavolo per la sua crudeltà e spietatezza. Il suo istinto animalesco lo porta a dimezzare la ciurma della Nostromo e la sua anima è nera come lo spazio che tutto circonda. Eppure anche lui ha un punto debole e questo si chiama Ripley. Il primo ruolo cinematografico interpretato da Sigourney Weaver è quello della protagonista. Quello di Ripley è uno dei personaggi femminili più amati e celebri di tutta la settima arte. Quando si pensa a una qualche eroina del cinema, non si può pensare alla Weaver senza associarla alla tosta Ripley. Colei che uccide Alien e che continuerà a farlo da quel 1979 in poi.
Dei sequel prodotti in prosieguo, forse solo Aliens: scontro finale merita tutta la nostra attenzione. Il film di James Cameron del 1986, è diventato a sua volta un cult a parte, rovesciando l’atmosfera del film originale. Se Scott propende per un ritmo lento, pochi personaggi e dialoghi scarni, Cameron crea un film di guerra e d’azione unico con un cast molto più grande e disparato. Eppure Alien del 1979 è il punto di partenza verso un panorama più ampio di un genere, quello dell’horror fantascientifico, che da quel momento in poi non si fermerà più. Difficile oggi immaginare il cinema di fantascienza come lo conosciamo senza opere intramontabili come 2001, Guerre Stellari e Alien.
Di tutti i film diretti da Ridley Scott, da I duellanti in poi, Alien è quel famoso pallino rimastogli in testa. Ben altre due volte tornerà in quello spazio e tutte e due le volte cercherà di espandere quell’universo nato nel ’79. Prometheus e Alien: Covenant si allontanano infatti dai sequel di Cameron, Fincher e Jeunet per procedere oltre quella linea tracciata con il primo film della serie. Scott arriva a fornire una fantasiosa teoria sulla vita e sulla nascita della razza umana. Scott prova a tornare indietro con gli anni cercando di raggiungere la tanto bramata particella di Dio.
Nel 1980 il film vinse un Oscar per i migliori effetti speciali, consegnato a Rambaldi, Giger e Bryan Johnson. Nel 2002 è stato selezionato per essere conservato nella biblioteca del congresso dei Stati Uniti.
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