Quando c’è aria di elezioni è bene tirare fuori dalla tasca una delle commedie americane più simpatiche degli ultimi anni. Come questa se ne vedono tante: spinta, demenziale, che prende un po’ in giro usi e costumi americani ma alla fine si è sempre contenti di onorare la bandiera a stelle e strisce o fieri di cantare l’inno. Sto parlando di Candidato a sorpresa.

Film del 2012 diretto da Jay Roach, già regista di alcuni Austin Powers e dei primi due capitoli di Ti presento i miei, fortuna commedia con Ben Stiller e Robert De Niro. Candidato a sorpresa segue il lunghissimo filone dei film demenziali ma è allo stesso tempo riesce ad essere brillante, sebbene la sua comicità sia stata già da tempo rivisitata. Brillante e calzante per il modo in cui si burla della politica americana, del divario fra repubblicani e democratici e degli incidenti di percorso prima di arrivare alla votazione.
Con Zac Galifianakis e Will Ferrell, Candidato a sorpresa è il film giusto al momento giusto. Visto che a breve l’America dovrá decidere se tenersi Donald o votare per il cambiamento eleggendo l’anziano ma saggio Biden, anche il mondo cinefilo si prepara al grande scontro che, salvo in alcuni casi, una volta ogni quattro anni è davvero uno spettacolo mediatico imperdibile. Spettacolo che, come si è più visto in vari momenti, scade molto spesso nel grottesco. Quand’è che la realtà rischia di superare la finzione? In casi come questo, quando c’è di mezzo soprattutto la politica. Un gioco, questo, dove non contano i fatti ma le parole. Non basta essere gentili con l’avversario, bisogna distruggerlo moralmente e a volte anche in maniera fisica.
“La politica è sangue e merda!”
Rino formica
Candidato a sorpresa (The Campaign) – La trama
Cam Brady (Ferrell), deputato del partito Democratico, poco prima delle elezioni è protagonista di uno scandalo sessuale e per questo il suo indice di gradimento comincia a scendere. Non potendo più avere un politico intonso e puro, gli ultra milionari Fratelli Motch (interpretati da Dan Aykroyd e John Litgow) decidono di contrastare Brady proponendo un avversario. Il mite, goffo e strambo Marty Huggins (Galifianakis) sarà infatti costretto ad entrare in politica vedendo la sua tranquilla vita di prima spazzata via e con essa anche la sua amata famiglia. Tuttavia col tempo Marty inizia ad accrescere i suoi consensi e Brady si sente in pericolo. Lotteranno duramente pur di vincere, giocando anche sporco se è necessario.
Ricco di sketch davvero esilaranti e con delle pause comiche irresistibili, Candidato a sorpresa, nella sua ironia spinta, dà perfettamente l’idea di quello che è una campagna elettorale e di quanto siano importanti, negli Stati Uniti, le elezioni ma soprattutto i dibattiti, i confronti, i colpi bassi e i retroscena. Gli attori, soprattutto i due interpreti principali, sanno forse fin troppo bene come ironizzare su questa tematica. Iniziando dal buon vecchio Alan di Una notte da leoni, Galifianakis ancora una volta veste i panni dell’imbranato e allo stesso tempo imprevedibile quanto psicopatico individuo. Ruolo questo che gli riesce ogni volta benissimo e che gli calza a pennello. Ma non bisogna dimenticare Ferrell, il cui humor sessualmente scandaloso e l’aria del maniaco, ne fanno un politico perfetto. L’allusione Partito Democratico-Scandali sessuali è voluta per questo.
E in effetti i due riescono perfettamente a coprire i sacri ruoli della politica americana. C’è il repubblicano Huggins votato alla famiglia e anche alla vendetta che non riesce a non fare battute disdicevoli e innoprtune davanti agli altri: specialmente davanti agli elettori. Poi c’è Brady, il democratico ormai votato alle donne piuttosto che alla politica che si crede più furbo dell’altro, ma che alla fine è costretto a ricredersi. Queste due figure, prima sempre separate, hanno alla fine trovato una fedele concretizzazione che ne incarna tutti i difetti e quei pochi pregi. Inutile dirvi chi è.
In Candidato a sorpresa sono molti i volti noti della comicità e del cinema a comparire: John Goodman, Brian Cox, Jason Sudeikis, Katherine LaNasa, Dylan McDermott e il wrestler The Miz.
Perché la politica non è sempre seriosa e composta. Molto spesso, e oggi più che mai, la politica, americana, così come quella italiana e mondiale, si è lasciata un po’ andare. Seguendo la scia dei social e il gusto dei più giovani, i politicanti sembrano essersi trasformati in cabarettisti e i dibatti in veri e propri spettacoli comici. Difficile, a volte, capire quale sia l’attore e il vero uomo politico.