Se ho vinto, se ho perso (2019) è un film documentario di Gian Luca Rossi, ispirato all’omonimo album dei Kina, pubblicato nel 1989.
Il film è infatti un dinamico ripercorrere delle tappe della carriera dei Kina, dagli inizi nella sonnolenta provincia di Aosta fino all’exploit berlinese. Diviso in capitoli, che riprendono le tracce dell’album, il film sfrutta i ricordi dei membri della prima formazione per costruire un racconto di formazione ed evasione.
Alberto Ventrella, Gianpiero Capra e Sergio Milani sono tre ragazzi originari della quieta e tranquilla Aosta, che nel periodo del fiorire delle radio libere si appassionano al punk a tal punto da voler fondare un proprio gruppo. Nascono così i Kina.
Per quelli come me, un po’ a digiuno di musica punk, i Kina sono stati una vera e propria istituzione. Dalle scene un po’ defilate di Aosta, si sono fatti strada verso palcoscenici d’importanza europea, rappresentando così la scena hardcore punk italiana all’estero.
Se ho vinto, se ho perso è stato il quarto disco dei Kina, pubblicato dopo otto anni d’attività. L’album, che ovviamente è la colonna sonora del film di Gian Luca Rossi, rappresenta anche la fine di un preciso momento musicale della formazione valdostana. Nel 1990, infatti, Alberto Ventrella lascia il gruppo per dedicarsi alla carriera e alla sua nuova famiglia. I Kina proseguiranno il loro percorso, con una formazione differente, fino al 1997.
Gianpiero e Sergio fonderanno poi i Frontiera. Ma questa è un’altra storia.
Il documentario di Gian Luca Rossi rievoca suoni, emozioni e sogni di un gruppo di ventenni. Ventenni che, oggi, diventati adulti, ricordano con nostalgia, affetto e gli occhi pieni di felicità quei momenti in cui sono riusciti a portare la loro musica al mondo.
Lo stereotipo del flashback è stravolto. In bianco e nero non ci sono i soffusi ricordi del passato, ma i tranquilli momenti di una vita ormai stabile e adulta. In questi, i nostri protagonisti racconta al pubblico ciò che li aveva spinti a fare musica, a suonare punk e a fondare i Kina.
La narrazione è accompagnata dalla musiche del gruppo e dai video dei loro primi concerti e delle loro tournée. Ovviamente, in questo caso, a colori. I filmati di repertorio sono una vera e propria chicca. Trascinano letteralmente lo spettatore all’interno della calca e dell’atmosfera di quei concerti. E tutti, in sala, scuotono la testa o battono il piede.
Se ho vinto, se ho perso è stato tra i film selezionati alla sesta edizione del PerSo – Perugia Social Film Fest. Alla kermesse perugina, il docufilm di Gian Luca Rossi ha vinto il premio del pubblico, il PerSo Agorà.
Davanti al pubblico presente al Nuovo Cinema Meliés, il regista del film ha confessato di aver voluto raccontare la storia dei Kina per un’urgenza di tipo autobiografico. “Cercavo una storia che mi permettesse di parlare di me senza parlare direttamente di me- ha detto. “Anch’io a 18 anni ero entrato in un collettivo anarchico e suonavo in un gruppo punk. Oggi ho dei figli, una famiglia e per lavoro faccio cinema.”
Lascia un commento