“How far can you go? – fino a che punto puoi spingerti?“. Le parole che usò Quentin Tarantino per descrivere il suo maestro di vita e di cinema, Sergio Leone, sono le stesse che potrebbero benissimo essere usate per ritrarre Elio Petri e il suo magnifico lavoro come regista. Scomparso prematuramente, Petri ha davvero segnato il destino del cinema italiano e mondiale. Se non fosse morto, non sappiamo dove il suo genio avrebbe potuto arrivare. Sicuramente lontano. La cosiddetta Trilogia della nevrosi, in particolare il primo dei tre capitoli che è Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, mette in rilievo la geniale visione di un regista barricadiero e avanti anni luce.
Indagine su un cittadino, fra tutti, segna un passo in avanti nell’arte cinematografica. Il film di Petri riesce a trattare temi tanto attuali quanto scottanti per l’epoca, mescolandoli in una sfera narrativa, registica e musicale all’avanguardia. Tale film del 1970 mina le basi di una società, quella italiana in particolare, logorata dopo la grande contestazione, dopo il ’68, con gli anni del terrorismo nero e rosso e indebolita da un potere politico e giudiziario che non è riuscito a unire la società. Tutt’altro, è stato capace di disgregarla con eventi tragici e oscuri che tali sono rimasti, senza arrivare mai ad una verità condivisa con tutto il popolo.
Il caso Pinelli e la figura del commissario Calabresi sono solo due degli elementi dell’opera di Petri che trovano un riscontro saldo con la storia narrata in Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto. La polizia è il grande protagonista di questa pellicola. Ad essa si legano, inevitabilmente, tutti i corpi, tutti gli episodi e tutti i personaggi che governano e che formano parte di una società tanto disunita quanto peculiare, quella degli anni Settanta.
Inoltre, quest’opera, che si aggiudicò il premio Oscar per il miglior film straniero, si appoggia molto sulle interpretazioni degli attori. Quella di Gian Maria Volonté, interprete feticcio di Petri, resta una delle suo prove recitative più grandi e irraggiungibili. L’attore ha infatti il grande merito di aver impersonato e riassunto in maniera mirabile, vera e sublime la faccia di un potere corrotto. Un potere che, al contempo, vuole rimarcare l’intoccabilità del suo prestigio e l’alienazione di quella stessa autorità.
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970) – La trama
Un poliziotto, capo della sezione omicidi, il giorno in cui viene promosso al comando dell’ufficio politico della questura, decide di uccidere la sua amante. Lasciando tracce ovunque, il suo piano è quello di dimostrare che effettivamente la sua persona è intoccabile.
La narrazione è duplice: in essa si intervallano il presente, che vede il poliziotto portare avanti il suo esperimento, e i vari flashback che scrutano più da vicino il suo rapporto con la giovane e bella amante e un altro personaggio, quello dello studente anarchico, che sarà poi fondamentale per la storia.
Ogni personaggio che ci passa davanti è identificato con un nome. Ci sono il brigadiere Panunzio e Biglia, c’è Augusta Terzi, la vittima nonché amante. C’è lo studente Antonio Pace, anche lui amante di Augusta e, a causa di questo e delle sue idee, acerrimo nemico del protagonista.
Il personaggio principale, come i suoi superiori, non viene identificato con un nome bensì con il ruolo che ricopre nella società, e con gli abiti civili che veste quando la sua vita privata cede il passo al lavoro. Ma chi è in realtà costui? E’ un uomo come tutti gli altri o è davvero un individuo inviolabile? Petri non ce lo dice, e proprio sul finale è una frase dello scrittore praghese Franz Kafka a chiudere la pellicola e a fornirci lo spunto per un dibattito. La risposta bisogna trovarla da soli.
Lo stesso esperimento nato nella mente del protagonista, Petri lo apporta poi su di noi. Forse è lo stesso spettatore ad essere analizzato e che successivamente, in misura differente, si riconoscerà nel personaggio o lo condannerà senza alcuna pietà.
Indagine su un cittadino al si sopra di ogni sospetto, sceneggiato assieme all’immancabile Ugo Pirro, rappresenta la bomba che Petri decise di far esplodere, dando la sua visione della realtà sociale di allora. Una visione brechtiana e marxista di un uomo che è al di sopra della massa.
Con il suo esperimento vorrebbe, forse, dimostrare il contrario: che anche lui è perseguibile e processabile. Petri, invece, scardina ogni sorta di convinzione buonista, illudendo lo spettatore di vedere una pena per il suo gesto. Con la lotta di classe e le bombe anarchiche, il regista scivola all’interno del potere ma ne esce ancor più estraniato: proprio come il personaggio di Josef K. ne Il Processo o come in molte opere letterarie di Kafka.
Grazie a Petri, a Pirro ma soprattutto a Volonté, Indagine su un cittadino è l’esempio lampante di un cinema che si rinnova. Un’arte che pensa oltre e che in maniera cinica e grottesca smuove gli animi e grida alla rivoluzione. E lo fa sempre con una regia cruda e vera ma nel frattempo molto ricercata.
In questo capolavoro, che fa parte della lista dei 100 film italiani da salvare, sono da sottolineare anche gli attori secondari e di contorno. Florinda Bolkan, Gianni Santuccio, Orazio Orlando, Arturo Dominici, Massimo Foschi. Per ultimo il grande Salvo Randone, già interprete in altre pellicole de regista come L’assassino, A ciascuno il suo e La classe operaia va in paradiso.
Altro grande protagonista è la colonna sonora scritta e diretta dal maestro Ennio Morricone. Dagli spaghetti western in poi, a Morricone va riconosciuta, non solo la grande genialità e l’enorme cultura musicale, ma anche l’uso strumenti che prima non venivano ritenuti adatti.
Quando il maestro compone suona tutta l’orchestra. Anche in questo caso, in un agghiacciante e grottesco misto fra musica classica e popolare, Morricone fa suonare strumenti come il marranzano o il mandolino. Strumenti che sottolineano lo squilibrio del protagonista e di tutta l’organizzazione sociale.
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