Settant’anni fa nasceva a Roma Carlo Verdone, uno degli artisti di maggior talento che l’Italia abbia mai avuto. Figlio del rinomato critico cinematografico Mario Verdone, Carlo fin da piccolo avrà a che fare con il mondo del cinema.
Dopo essersi diplomato in regia al prestigioso Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, Verdone debutterà al Teatro Alberichino con lo spettacolo Tali e quali, in cui proponeva un’esilarante galleria di personaggi. Il critico Franco Cordelli lo notò e fece una recensione entusiasta su questo giovane attore romano. Da lì in poi per Verdone iniziò una vera e propria ascesa inarrestabile che continua ancora oggi.
Enzo Trapani infatti lo fece esordire con successo nel programma televisivo Non stop. Il compianto Sergio Leone ne rimase affascinato e gli fece da Pigmalione nel suo esordio sul grande schermo che risale al 1980. Il regista di C’era una volta in America e Giù la testa infatti affiancò il giovane Carlo durante le riprese di Un sacco bello, film in cui Verdone ripropose con successo i suoi personaggi televisivi.
L’esito fu talmente trionfale che l’anno successivo Verdone portò al cinema Bianco, rosso e Verdone, lungometraggio che segue la falsa riga del precedente lavoro. Nonostante siano incentrate su un certo fregolismo cabarettistico, queste prime due opere di Verdone lasciano già intravedere una certa malinconia di fondo che permetterà al regista romano di approdare in futuro ad un cinema più maturo e consapevole.
Nel 1982 con Borotalco, Verdone abbandona temporaneamente i suoi storici personaggi realizzando una commedia dal respiro internazionale divenuta ormai un cult. Successivamente alternerà pellicole più intimiste ad altre in cui tornerà al virtuosismo degli esordi. Fino ad arrivare a quello che, a detta di molti, è il suo capolavoro: Compagni di scuola. Il suddetto film, uscito al cinema nel 1988, è una sorta de Il Grande Freddo all’italiana nel quale Verdone riunisce un cast all star per raccontare una rimpatriata che sfocerà in meschinità e cinismo.
Lo stesso Maledetto il giorno che t’ho incontrato (1992) rappresenta una delle vette artistiche dell’immarcescibile regista e attore il quale, per la prima volta, porta sul grande schermo i suoi problemi legati all’ansia.
Un’altra peculiarità di Verdone è quella di aver sempre avuto un occhio di riguardo nei confronti dei caratteristi. Personaggi come Elena Fabrizi, Mario Brega, Angelo Bernabucci e Angelo Infanti, per citarne alcuni, non sono mai stati tanto valorizzati come nei film di Carlo, il quale ha avuto il grande merito di farli diventare iconici. In quarant’anni di carriera cinematografica Verdone ha spesso diretto e interpretato i suoi film ma ci sono delle eccezioni.
Egli infatti è stato diretto da altri registi in film di grande successo come Grand Hotel Excelsior (1982) di Castellano e Pipolo, In viaggio con papà (1982) di Alberto Sordi, 7 chili in 7 giorni (1986) del fratello Luca, la trilogia di Manuale d’amore e Italians (2009), diretti dal regista toscano Giovanni Veronesi. Verdone ha inoltre preso parte al film premio Oscar La grande bellezza (2013), in cui interpreta magistralmente Romano, un artista fallito completamente annichilito dalla nostalgia.
Dopo aver abbandonato definitivamente nel 2008 i suoi amati personaggi con il film di commiato Grande, grosso e Verdone, il pluripremiato regista ha continuato a fotografare mirabilmente il continuo mutamento della società italiana in pellicole di successo come Io, loro e Lara (2010), Posti in piedi in paradiso (2012) e Sotto una buona stella (2014). Nel 2012 è uscito nelle librerie La casa sopra i portici, autobiografia scritta dallo stesso Verdone, nella quale esso ripercorre gli avvenimenti più significativi della sua esistenza.
Carlo Verdone lo si può definire come un “pedinatore di italiani”. Per sua stessa ammissione, non si è mai fidato del cosiddetto “pubblico di curva”. Nel corso degli anni ha saputo mescolare sapientemente il cinema comico a quello più impegnato, creandosi uno zoccolo duro di fan che non hanno mai smesso di sostenerlo. Tra i suoi ultimi lavori si segnalano l’imminente uscita al cinema di Si vive una volta sola, sua ultima fatica da regista. Inoltre Verdone sta preparando la sua prima serie dal titolo Vita da Carlo, in uscita prossimamente su Amazon Prime.
Grazie dunque ad un artista intramontabile che ha saputo reinventarsi regalandoci opere “un sacco belle” che fanno parte ineluttabilmente del nostro patrimonio artistico e culturale. Mi congedo con il seguente aforisma dello stesso Carlo Verdone, meritevole di molteplici spunti di riflessione: “Oggi far ridere è veramente un’impresa, perché non c’è più il senso del ridicolo”. Mimmo, uno dei più celebri personaggi di Carlo, esclamerebbe: “In che senso?”.
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