Ci volevano registi come Robert Eggers e Ari Aster per dare una scossa al cinema, in particolare a quello horror e thriller. Di quest’ultimo è impossibile non citare il suo primissimo film da regista, ovvero Hereditary, una macabra e terrificante novella più che sul paranormale sull’esoterismo e sul ruolo che quest’ultimo ha sulla società e su una normale famiglia.
Il lungometraggio di Aster mescola sapientemente orrore fisico a quello psicologico. Hereditary gioca con la mente dei protagonisti e dello spettatore attraverso il continuo sovrapporsi di tutto ciò che è spiegabile attraverso la concretezza di fatti reali, e di tutto quello che invece il nostro cervello non può spiegare e che la maggior parte delle volte nasconde e non analizza per paura della verità.
Hereditary – La trama
Uscito nel 2018 Hereditary precede di un anno il secondo lavoro di Aster, ossia Midsommar. Alcuni elementi che si vedono nel primo film si ritrovano anche nel successivo eppure, per la crudezza delle immagini e la claustrofobia stilistica, Hereditary è sempre un passo in avanti come opera che terrorizza e squilibra il nostro intimo.
Annie Graham è una creatrice di modellini sposata e con due figli: Peter e la tredicenne Charlie, la quale disegna continuamente sul suo taccuino ed emette uno strano suono con la bocca. Al funerale della madre, Annie tiene un discorso parlando del suo difficile rapporto con la genitrice. Tornata a casa è comunque stravolta da quello che è successo e così decide di frequentare un gruppo d’ascolto, dove rivela che i membri della sua famiglia, fra cui suo padre e suo fratello, avevano sofferto di malattie mentali. Una sera Peter va ad una festa ma è costretto a portare con sé Charlie, sempre solitaria e senza amici. Al party, dopo aver mangiato una torta con le noci alle quali è allergica, Charlie inizia a sentirsi male e il fratello la porta all’ospedale. Ancora stordito dal bong che si era fatto alla festa Peter accelera mentre Charlie si affaccia dal finestrino per poter respirare. Un animale morto in mezzo alla strada fa fare a Peter una manovra brusca e la povera Charlie si schianta contro un palo finendo decapitata.
Il ragazzo, come in uno stato di trance, non chiama aiuto e torna a casa come se niente fosse. Della morte di Charlie se ne accorge Annie la mattina dopo e da quel momento la donna non riesce a darsi pace. Un altro lutto è caduto su di lei e sulla sua famiglia. Pochi giorni dopo Annie fa amicizia con una certa Joan, una donna anche lei facente parte del gruppo d’ascolto, la quale ha perso da poco il nipote. Le due fanno amicizia aprendosi l’una con l’altra e un giorno Joan rivela a Annie di essersi messa in contatto con lo spirito di suo nipote grazie all’aiuto di una medium.
Nonostante la paura iniziale, dopo aver assistito ad una seduta Annie vuole mettersi in contatto con Charlie. Riesce a convincere il marito e Peter che invece sono sempre più dubbiosi e dopo una prima manifestazione, al contrario di Annie, decidono di dimenticare quello strano e spiacevole episodio. Sarà proprio dopo quella seduta spiritica che a poco a poco tutto inizierà a stravolgersi e problemi ancor più seri si abbatteranno sulla famiglia Graham.
Intrappolati in una casa di bambole
Hereditary porta ad un finale univoco, ma che in realtà potrebbe benissimo nasconderne altri. Il film si apre con una veduta sullo studio di Annie dove ci sono molti modellini in preparazione. La telecamera si concentra proprio su quello che sembra rappresentare con precisione e grande cura dei particolari gli ultimi istanti di vita della madre della protagonista.
All’interno di una casa di bambole, se possiamo chiamarla così, il film prende vita con un trucco innovativo. Trucco che man mano che la trama si sviluppa diventa asfissiante ed estraniante. I personaggi infatti, e tutto ciò che li circonda, sono ripresi in maniera tale da sembrare un pezzo di quel modellino che Annie costruisce con tanto amore e professionalità.
Ogni vicenda accaduta la si ritrova in quei modellini e quella visione da casa delle bambole intrappola ogni personaggio e ogni prossimo avvenimento. Il finale è davvero sorprendente ma quello che sorprende ancora di più è ciò che c’è in mezzo. Hereditary parla di apparenti maledizioni, di rituali, di stregonerie e di possibili presenze diaboliche. Tuttavia non si arriva mai ad una vera e propria apparizione. Anzi, la crescente ansia e follia di Annie viene sempre vista come una sorta di malattia mentale, come se anche lei avesse in fine ereditato quel tratto che contraddistingue la sua famiglia.
Dall’altra parte c’è l’ereditarietà di un credo, quello che contraddistingue la madre. Questo personaggio per tutto il film è avvolto nel mistero e in un passato non chiaro. Solo alla fine s’intuisce qualcosa ma quando la macchina da presa arretra si ricollega con la scena iniziale. Siamo tornati a guardare da lontano il modellino, che scandisce in parte ogni istante della storia. Più precisamente la miniatura di quei bozzetti ci fa sentire intrappolati in un universo mentale più complicato. Ogni cosa è frutto di una mente malata o tutta la vicenda può definirsi vera?
Interpreti e personaggi
Come abbiamo visto anche in Midsommar, nei film di Ari Aster c’è una grande attenzione per la regia e lo stile personale di un giovane autore. C’è comunque anche una grande attenzione per i personaggi e gli attori. Hereditary incute timore e angoscia soprattutto grazie all’immedesimazione di quest’ultimi. Annie Graham è interpretata magistralmente da Toni Collette i cui fan di M. Night Shyamalan la ricordano per essere stata la madre del piccolo Cole ne Il sesto senso. Nella sua lunga carriera l’attrice è stata presente in moltissime altre pellicole come Little Miss Sunshine, Hitchcock e Cena con delitto.
Peter è invece interpretato da Alex Wolff, già attore nel sequel di Jumanji e nel film Bad Education. Gabriel Byrne, l’Uther Pendragon di Excalibur e l’indimenticabile Dean Keaton nel film di Bryan Singer, I soliti sospetti, in Hereditary veste in panni di un marito e di un padre estraneo ma terrorizzato allo stesso tempo da quello che sta succedendo. Vorrebbe aiutare ma non ha la forza e nemmeno la volontà di farlo. Un ruolo d’eccezione è interpretato dalla giovane Milly Shapiro.
Il già citato Midsommar è un horror campestre che si svolge alla luce del sole. Questo è il motivo della sua forza e dell’inquietudine che pone nello spettatore. Hereditary agisce nell’oscurità di una casa e nell’incomprensione familiare che comunque è un altro tema importante di questa imperdibile pellicola.
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