Pose è un serie prodotta da Netflix e ideata da Ryan Murphy, Brad Falchuk e Steven Canals nel 2018. Fa parte del programma di inclusione cinematografico attivato dalla casa produttrice a sostegno della comunità LGBT. Infatti, Netflix da anni promuove un’immagine di inclusione, mostrando spesso, nei suoi film e serie, personaggi gay-lesbo-trans-queer al fine di rendere la loro presenza normale e accettata.
Netflix si era già impegnata in particolar modo a favore della comunità LGBT con Orange Is the new black che però trattava varie tematiche. Con Pose l’intento contro le discriminazioni legate all’orientamento e all’identità sessuale, raggiunge l’apice.
Premessa a Pose
Per capire Pose è bene guardare prima il documentario Disclosure, disponibile sempre su Netflix. Il documentario, che si compone di una serie di interviste ad attori e attrici transessuali, racconta la storia della rappresentazione cinematografica della transessualità. Nel cinema di tutto il mondo, le persone transessuali sono state rappresentate come mostri o come ridicoli fenomeni da baraccone. In particolare, l’uomo che si traveste da donna è stato usato per decenni come un grande espediente comico.
Ancora di più l’uomo nero, afroamericano, che “diventa donna” ha suscitato ilarità a lungo. L’uomo nero, che nell’immaginario collettivo è il più virile e prestante tra gli uomini, che rinuncia al suo ruolo di stallone per mettersi la gonna. Ovviamente queste situazioni, mostrate in modo comico, hanno fatto ridere il pubblico ma hanno anche aiutato a diffondere un’idea omofoba e discriminatoria. Oltre ad aver creato confusione tra il concetto di travestito e quello di transessuale.
Ancora negli ultimissimi anni, le persone transessuali sono state, con poche eccezioni, mostrate in modo negativo. In una puntata di Grey’s Anatomy, per esempio, una ragazza transessuale va incontro alla morte per un cancro venutole a causa degli ormoni. Un modo molto efficace per convincere i giovani e le giovani che si scoprono transessuali a non intraprendere un percorso ormonale. Gli ormoni non causano il cancro, almeno non più di quanto possa fare una pillola anticoncezionale.
Ancora in The Dallas Buyers Club (2013), Jared Leto interpreta una ragazza transessuale, interpretazione che gli è valsa l‘Oscar come miglior attore non protagonista. Mentre il protagonista, bianco eterosessuale, interpretato da Matthew McConaughey, nonostante aver preso l’AIDS, conduce la storia e sopravvive alla malattia. Il personaggio trans, anche lei affetta da AIDS, muore miseramente in un letto d’ospedale. Nonostante questo film abbia un proposito positivo, perchè mostra come un uomo arrogante e omofobo capisca i suoi errori e finisca per rispettare e affezionarsi all’amica transessuale, i dettagli della storia non rendono giustizia alla causa.
Un po’ meglio The Danish Girl (2016) dove però, per l’ennesima volta, la ragazza transessuale muore in seguito al cambio di sesso. Per essere ambientato negli anni ’20, comunque, il dettaglio della morte non è improbabile. Il film è molto emozionante e chiaramente a favore della comunità LGBT ma la grande pecca è l’attore protagonista. Di nuovo la donna transessuale è rappresentata da un uomo cisgender che viene candidato all’Oscar per il miglior ATTORE.
Pose è la prima opera cinematografica che abbatte tutti questi tabù. Le protagoniste transessuali sono attrici transessuali. I trans non vengono mostrati morire per gli ormoni o per gli interventi. Non sono personaggi per far ridere il pubblico ma sono persone a 360 gradi. Questo non perchè Pose racconti una storia tutta rose e fiori. Anzi, è ambientato nei bassi fondi della New York degli anni ’80. Si parla di AIDS, si parla di morte, si parla di povertà, di discriminazione. Ma i personaggi sono tutti ben delineati e sono persone con dei sogni e con degli scopi e che, spesso, riescono a realizzarli.
La trama di Pose
Pose é ambientato negli anni ’80 a New York. Damon viene cacciato di casa, a soli 17 anni, dai suoi genitori quando scoprono la sua omosessualità. Arrivato in città, incontra Blanca (MJ Rodriguez), una giovane donna transessuale. Blanca ha appena fondato una casa d’accoglienza.
Negli anni ’80, infatti, venivano organizzati degli eventi da parte della comunità LGBT delle classi sociali più basse, in cui sfilare e partecipare a concorsi di moda e ballo: le ball. All’interno di tali eventi nascevano dei gruppi: le case. Le case accoglievano i giovani e le giovani che partecipavano alle ball.
I personaggi
All’interno della ball culture e dell’house system, è ambientata la storia. Blanca diventa la madre di Damon e di altri ragazzi e ragazze che ospita. A sua volta Blanca è stata cresciuta da Elektra Abondance (Dominique Jackson) nella casa da lei gestita. Elektra è un personaggio molto sui generis: bellissima donna che nonostante essere nera, povera e transessuale (tre caratteristiche che negli anni ’80 causavano non pochi problemi) riesce a farsi un nome e a essere accettata in città.
La serie prosegue in vari modi. Ogni personaggio ha un po’ la sua storia, quello che li unisce tutti è la ball culture e, ovviamente, il fatto di far parte di una minoranza discriminata. Damon ha un grande talento e riesce ad entrare nella scuola di danza di New York. Nel frattempo, conosce Ricky e trai due scoppia l’amore. Insieme riusciranno a crescere e a migliorare le proprie vite.
Blanca adotta sempre più figli e inizia a vincere le gare notturne delle ball, facendosi piano piano strada in quel mondo. Ma, soprattutto, Blanca evolve come madre, diventando il genitore modello che i ragazzi e le ragazze che ospita, cresciuti o sbattuti in strada, non hanno mai avuto.
Tra questi c’è anche Angel (Indya Moore). Giovane, bellissima, ragazza transessuale. Angel, per guadagnarsi da vivere, è costretta a prostituirsi. Una sera conosce Stan (Evan Peters) e trai due inizia una altalenante relazione.
Ogni personaggio racconta un aspetto della vita della comunità LGBT. Angel mostra l’impossibilità di trovare un lavoro che spinge le ragazze transessuali sulla strada della prostituzione. Angel è una ragazza sola, che sogna di avere una vita normale. Una famiglia e qualcuno che si prenda cura di lei.
Blanca è affetta da HIV. Ma non si arrende e combatte per i suoi diritti per lasciare un mondo migliore ai suoi figli.
Elektra racconta il dramma della vaginoplastia. Elektra è legata da 10 anni a un facoltoso uomo che le paga l’affitto, le fa regali e le da soldi settimanalmente. Quando si presenta l’occasione del cambio di sesso, l’uomo dichiara di non essere d’accordo. Sarà così costretta a decidere tra il suo uomo, e con lui il suo unico mezzo di sostentamento economico, e il suo desiderio di fare l’operazione.
Altri temi
Pose non parla solo di transessualità. Parla anche di omosessualità, di povertà e di razzismo. La maggior parte dei personaggi sono neri o sud americani. Loro non possono permettersi di andare a bere nei bar dei ricchi gay bianchi, che li disprezzano e li escludono. Uno dei figli di Blanca è semplicemente un ragazzo della strada, nè nero nè omosessuale nè transessuale. Unico suo svantaggio sociale è l’essere povero.
Blanca è un grandioso esempio di tolleranza. Lei non discrimina nessuno. Accoglie chiunque abbia bisogno di una casa e vi si dedica con amore e devozione. Proprio come una vera madre dovrebbe fare.
Commento su Pose
Tra una sfilata di moda e l’altra, Pose è una serie davvero emozionante e inclusiva. Una serie che riesce davvero a normalizzare la presenza dei membri della comunità LGBT. Scena dopo scena lo spettatore si affeziona ai personaggi e si abitua alle loro caratteristiche.
Credo che molti di noi, in Italia, si sentano ancora leggermente a disagio o incuriositi quando vedono una coppia gay per strada. Questa sensazione non deriva dal disprezzo o dall’omofobia, quanto dal fatto che è una situazione che non vediamo MAI rappresentata. Non vediamo quasi mai coppie omosessuali per strada, nè nelle pubblicità, nei programmi televisivi o al cinema. Pose è una serie che aiuta lo spettatore a superare le sue abitudini. Gli mostra un mondo omosessuale e transessuale dove predomina l’amore e l’amicizia, proprio come nel mondo etero. Pose finalmente mette in scena la verità. Niente personaggi ridicoli che si travestono ma persone reali, con i loro alti e bassi, con i loro difetti e i loro pregi, e con la loro immensa voglia di vivere e di essere sè stessi.
Il lavoro di Netflix
L’unico problema è che Pose, così come Disclosure, su Netflix ha una classificazione vietata ai 18. Mentre film come Una notte da leoni sono classificati per tutta la famiglia. Come può un film che dall’inizio alla fine è un insieme di sesso, droga, parolacce e violenza essere classificato per tutti e una serie come Pose, mai volgare o spinta, vietata ai minorenni? Forse perchè in Una notte da leoni il sesso è eterosessuale?
Su questo punto Netflix dovrebbe riflettere. Dopo l’annuncio di questi giorni di Elliot Page, che si è scoperta essere un uomo transessuale, Netflix si è schierato dalla sua parte e ha annunciato che l’attore continuerà a far parte del cast di The Umbrella Academy (nel personaggio di Vania). The Umbrella Academy ha una classificazione T (per tutti), chissà se il colosso cinematografico si renderà conto di queste incongruenze e farà il passo che gli manca per essere davvero paritario.
In ogni modo, ciò che Netflix sta facendo per la comunità LGBT è onorevole e unico nella storia del cinema. Davanti a una tv italiana sempre più discriminatoria nei confronti del genere e della razza (si citi solo lo scandalo di questi giorni della blackface a Tale e Quale Show), la piattaforma Netflix riaccende le speranze di un futuro migliore, senza discriminazioni e senza odio. Fortunatamente la televisione sta morendo davanti all’avanzata del web e i nuovi mass media si stanno impegnando per trasmettere un’immagine più paritaria. Perché la nostra costruzione della realtà passa anche attraverso il cinema, è necessario che il cinema evolva in questa direzione.
I mass media contribuiscono a creare la nostra idea del mondo. Finchè il pubblico si imbottirà di film che più o meno esplicitamente denigrano le persone (gay, donne, neri, lesbiche, transessuali che siano), l’opinione pubblica non potrà mai essere a favore della parità e dell’emancipazione. I primi passi verso un futuro migliore sono stati fatti. Ora tocca al pubblico scegliere che cosa guardare.
Lascia un commento