Jack Frost – Morire a Natale per rinascere pupazzo di neve

Non un vero e proprio film di Natale, e nemmeno sul Natale, Jack Frost è comunque un film natalizio, e per certi versi anche biblico se vogliamo dirla tutta. Nome con il quale l’anglosassone chiama simpaticamente l’inverno, il titolo di quest’opera del 1998 diretta da Troy Miller parla effettivamente della fredda stagione e delle settimane che precedono il santo giorno.

Jack Frost (1998).

Non è un Babbo Natale, né un folletto o una renna il protagonista di questa commedia, bensì il rappresentante per eccellenza dell’inverno, della neve e di quella fanciullezza spensierata che non abbandona del tutto nemmeno gli adulti: il pupazzo di neve. Partendo da questo buffo personaggio è stato facile farne un film per tutta la famiglia: una pellicola divertente ma anche profonda allo stesso tempo.

Jack Frost (1998) – La trama

Jack Frost (Michael Keaton), è un padre e un marito amorevole e anche una grande star del rock. Egli passa molti mesi in giro per l’America a causa delle sue tournée. Nonostante l’assenza da casa, Jack riesce comunque a farsi amare dalla bella moglie Gabby (Kelly Preston) e dal dodicenne figlio Charlie (Joseph Cross), appassionato di Hockey.

Dopo un concerto, mentre sta tornando a casa per festeggiare il Natale con la famiglia, Jack ha un incidente con la macchina e muore. La cosa è un colpo per Gabby ma soprattutto per il piccolo Charlie che ora è solo, senza più un padre e un amico. Non volendo toccare l’argomento con la madre, decide di costruire un pupazzo di neve con alcuni indumenti appartenuti al padre. Poco dopo, colto da uno strano incantesimo, l’essere si anima iniziando a muoversi e a parlare con la voce di Jack.

All’inizio Charlie è stupito e anche impaurito, tuttavia con il tempo riesce ad instaurare con il pupazzo un rapporto di fiducia e amicizia, fino a considerarlo completamente la rincarnazione del padre sotto forma di pupazzo. Con l’arrivo della primavera Jack capisce che non potrà restare a lungo. Dopo aver convinto la madre a seguirlo, Charlie mette in contatto Gabby con Jack. Questi, come per magia, assume per l’ultima volta le sembianze di umano per poi sparire per sempre. Sempre con l’eterna promessa di vegliare su di loro.

Con un finale che rasenta molto l’ultima scena del film Ghost, Jack Frost potrebbe essere vista come una buffa e moderna trasposizione della passione e della resurrezione di Gesù Cristo. Jack, da uomo quale era, muore, dopo aver peccato per non essere stato troppo tempo con la famiglia. Tuttavia rinasce sotto forma di pupazzo di neve con tanto di carota e cappello per scontare le sue pene e poi ascendere definitivamente al cielo.

Il film di Miller è, molto più semplicemente, una simpatica commedia invernale da vedere sul divano con un plaid e una tazza di cioccolato caldo. E’ un film sull’importanza della famiglia e delle relazioni fra padre e figlio e fra marito e moglie. Rilevanza questa che si fa sentire soprattutto quando uno di questi viene a mancare. Però c’è sempre il tempo e il modo per ricordare e per far si che tutti i bei momenti non vadano sprecati.

Il protagonista è un rocchettaro che è arrivato ai quaranta, non è morto di droga e si è pure fatto una famiglia. A fregarlo è una tormenta di neve e per di più sotto le feste di Natale. Ad interpretarlo, prima in carne e ossa e poi prestando la voce al pupazzo, c’è Michael Keaton nel momento storico in cui la sua carriera si era un po’ arenata. Aveva già fatto Beetlejuice e i due capitoli di Batman firmati Tim Burton. Il Jackie Brown di Tarantino non era stato in grado di risollevare l’attore ormai schiavo del personaggio dell’uomo pipistrello. Ci vorrà un regista messicano, Iñárritu, a rilanciare la sua carriera in una seconda età d’oro, con il film Birdman.

Una scena di Jack Frost.

Nel cast di Jack Frost compaiono anche Joseph Cross (apparso ultimamente nel nuovo film di David Fincher, Mank), Mark Addy, Henry Rollins e la compianta Kelly Preston, scomparsa lo scorso 12 luglio 2020.

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