Dopo aver rivoluzionato il cinema italiano con la trilogia di Smetto quando voglio, Sidney Sibilia torna alla regia con L’incredibile storia dell’Isola delle Rose, un film che si ispira ad un fatto di cronaca realmente accaduto a cavallo tra il 1968 e il 1969.
Il protagonista della pellicola, Giorgio Rosa (Elio Germano), è un ingegnere anticonformista a cui viene la sorprendente idea di creare un’isola indipendente dallo stato, sulla quale abitare in modo totalmente libero. Giorgio decide di fare ciò al largo delle coste di Rimini, fuori dalle acque territoriali italiane, in modo tale da non avere grane di nessun genere.
Quando l’impresa del nostro protagonista diverrà una realtà di successo la cosa inizierà a rivelarsi scomoda per la classe dirigente italiana, la quale tenterà con tutte le forze di distruggere l’Isola delle Rose. Giorgio però non si arrende e con l’ausilio dei suoi amici e dell’amata Gabriella (Matilda De Angelis) cercherà in tutti i modi di difendere la propria creatura.
Elio Germano è straordinario nell’interpretare questo eterno sognatore che vive in un mondo tutto suo e cerca ossessivamente la sua personale isola che non c’è. Giorgio infatti è un personaggio fortemente borderline, alla stregua di personaggi scorsesiani del calibro di Jordan Belfort di The wolf of wall Street e Howard Hughes di The Aviator; entrambi interpretati dal premio Oscar Leonardo Di Caprio.
La stessa Matilda De Angelis se la cava egregiamente nei panni di questa giovane avvocatessa costantemente combattuta tra la voglia di volare nell’universo di Giorgio e quella di rimanere con i piedi per terra. Fabrizio Bentivoglio e Luca Zingaretti incarnano invece divinamente questi due burocrati della malapolitica. Meritevoli di essere menzionati risultano essere anche il talentuoso attore francese François Cluzet nei panni del Presidente del Consiglio europeo e il bravissimo Maurizio Orlandini in quelli del cofondatore dell’Isola. Esso non può non far tornare alla mente un certo Donnie Azoff, interpretato dall’esilarante Jonah Hill.
Infine, anche la performance di Andrea Pennacchi merita un elogio. L’attore veneto, noto per le sue apparizioni nel programma televisivo Propaganda Live e per aver recentemente preso parte alla serie TV Petra, nel film interpreta il padre di Giorgio. Il suo personaggio ci appare come l’emblema stesso di tutte quelle brave persone sistematicamente sfruttate dallo Stato.
Coadiuvato in fase di sceneggiatura da Francesca Manieri, Sibilia realizza un’opera che ha anche il grande merito di fotografare un periodo storico ben preciso. Periodo in cui vigeva una forte contestazione verso il Sistema. Girato tra Bologna, Rimini, Riccione, Roma, Valle d’Aosta, Anzio e Malta, L’incredibile storia dell’Isola delle Rose è una pellicola che coniuga mirabilmente i canoni classici della commedia all’italiana con il cinema Hollywoodiano.
Il regista inoltre impreziosisce il lungometraggio con scenografie suggestive, optando per una colonna sonora ricca di brani degli anni ’60. Possiamo infatti ascoltare pezzi davvero celeberrimi come My Generation dei The Who, Il capello di Edoardo Vianello e Sole spento di Caterina Caselli, per citarne alcuni.
Consiglio dunque spassionatamente a tutti di vedere questo film che ci ricorda una cosa fondamentale, ovvero che dobbiamo cercare di fare le cose giuste senza rispettare pedissequamente le leggi, in quanto le leggi cambiano ma le cose giuste restano giuste.
Sibilia sprona lo spettatore a lottare per difendere la propria libertà affinché L’incredibile storia dell’Isola delle Rose non sia stata vana. Mi congedo ponendovi la seguente questione: Vi sentite liberi nella società odierna?
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