Spoiler alert: i protagonisti muoiono. Goliyon Ki Raasleela Ram-leela, questo è il titolo completo del film, la cui traduzione letterale corrisponde a Una danza di proiettili: Ram e Leela. Si tratta di una pellicola, scritta e diretta da Sanjay Leela Bhansali distribuita nella sale nel 2013, recitata in Hindi, la lingua più parlata in India, specialmente nella regione settentrionale.
È la storia d’amore più bella del mondo, la più famosa, la più sospirata, raccontata, tramandata nel corso di generazioni, secoli, in tutto il mondo: sono giovani, sono belli e si amano così tanto da affrontare le rispettive famiglie, nemiche giurate da sempre, avversarie nel sangue. È il colpo di fulmine più sconvolgente di tutti, un legame indistruttibile, che neanche la morte può spezzare. Tutti conoscono Romeo e Giulietta.
Numerosi sono i tentativi, cinematografici e non, di riportare in scena la vicenda degli amanti infelici, tra cui I Capuleti e i Montecchi di Bellini e Romani, il remake recitato da niente meno di Leonardo di Caprio, West Side Story, il musical italiano Romeo e Giulietta: ama e cambia il mondo e, naturalmente, Romeo and Juliet, la meravigliosa canzone dei Dire Straits. (Non sono gli unici, ma sono i miei preferiti. Cito inoltre Dante, ma solo per mero patriottismo). Un bravo scrittore, e Shakespeare lo era, sa bene che in ogni storia che si rispetti, deve necessariamente succedere qualcosa: ci vuole un evento trauma, un ostacolo, una situazione ostile da ribaltare. In questo caso, ci hanno preso un po’ la mano.
“Qui non abbiamo bisogno della polizia”, una delle prime battute pronunciate nel film, che un po’ ricorda “qui non c’è spazio per un re, ma due famiglie fan da sé”, celebre passaggio della canzone performata dal podestà di Verona nel musical Ama e cambia il mondo. Romeo e Giulietta, Ram e Leela, vivono nel mondo moderno, nella città inventata di Ranjhaar, famosa per la produzione e lo smercio illegale di armi e munizioni. Le due famiglie, i due clan, Rajadi (Montecchi) e Sanera (Capuleti), sono nemiche da oltre 500 anni e si contendono il mercato malavitoso del villaggio. Nella prima metà del film, la trama resta piuttosto fedele all’originale shakespeariano, nonostante il tocco bollywoodiano colorato ed evidente. Una delle differenze principali consiste nel fatto che il matrimonio tra i due ragazzi avvenga quasi subito, costringendo il regista a proseguire in modo fantasioso ed indipendente: Giulietta è tutt’altro che la docile e timida fanciulla a cui siamo abituati anzi, ci troviamo di fronte ad una giovane donna, acuta ed intraprendente.
Tra canzoni, balli e celebrazioni varie, i due amanti non sono solo tenuti lontani dai parenti (serpenti), ma si ritrovano addirittura ad essere i nuovi capi clan delle proprie rispettive famiglie: la lotta si fa senza quartiere, sebbene Ram e Leela cerchino di placare gli animi. Il finale lo conosciamo tutti. Lo conosciamo tutti da sempre, eppure una piccola parte di noi ci spera comunque: magari questa volta qualcuno li ferma in tempo. Ed è qui, fondamentalmente, che risiede il vero dramma della vicenda, IL TEMPISMO. Ciò che fa rabbia, che commuove, che lascia attoniti gli spettatori, non è il suicidio, la morte in scena, lo spreco di due giovani vite; ci sono tanti sacrifici nella letteratura, tantissimi amanti sventurati, innumerevoli personaggi che devono rinunciare all’amore in nome del dovere. Quello che proprio non riusciamo a mandare giù, nel caso di Romeo e Giulietta, è il fatto che sia tutta questione di un paio di secondi. Bastava così poco, un niente! È quel “quasi” che ci risulta così difficile da digerire.
Tra le innovazioni e i colpi di scena proposti da Bhansali, non possiamo che apprezzare il finale che, seppur tragico, rende giustizia a questo amore, in qualche modo lo soddisfa: muoiono, sì, ma muoiono insieme, dopo un bacio appassionato, abbracciati, guardandosi negli occhi. Ci troviamo di fronte ad una composizione ad anello, i due l’uno di fronte all’altro, occhi e pistole puntate, ma stavolta ad esplodere non sarà la passione, bensì la polvere da sparo. Muoiono insieme e si uccidono per togliere la soddisfazione ai rivoltosi. Hanno combattuto per il loro amore fino all’ultimo respiro, e non avrebbero dato a nessun altro la possibilità di finirlo. Nella tristezza della chiusa ci viene regalato un estremo attimo di tenerezza, l’ultimo desiderio: andarsene insieme.
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