Dopo il felice esordio con Diverso da chi? (2009) e il mezzo passo falso di Studio illegale (2013), Umberto Carteni torna alla regia nel 2020 con Divorzio a Las Vegas, una commedia romantica on the road garbata e divertente che riesce nell’arduo compito di non cadere mai nel cattivo gusto.
La trama del film in questione verte su Elena (Andrea Delogu), una giovane e affascinante donna in carriera che sta per convolare a nozze con il facoltoso Gian Andrea Bertolini (Gianmarco Tognazzi). Quest’ultimo, suo malgrado, ignora il fatto che la sua futura moglie in seguito ad una copiosa assunzione di stupefacenti si è sposata a diciotto anni a Las Vegas con un certo Lorenzo (Giampaolo Morelli). Elena, così, all’insaputa di Gian Andrea, si vedrà costretta ad andare negli Stati Uniti assieme a Lorenzo allo scopo di annullare il matrimonio.
Umberto Carteni omaggia veri e propri capolavori della settima arte come Fandango, Ritorno al futuro, Tutta colpa dell’amore, Una notte da leoni ed Harry ti presento Sally tra i tanti.
Divorzio a Las Vegas funziona perché riesce a divertire in maniera misurata senza dover ricorrere a gag triviali o a volgarità gratuite.
Coadiuvato in fase di sceneggiatura da Alessandro Pondi, Paolo Logli, Riccardo Irrera e Mauro Graiani, Umberto Carteni partorisce uno script denso di dialoghi scoppiettanti e ricco di citazioni cinefile. Giampaolo Morelli è bravissimo nell’interpretare questo indigente ghostwriter sognatore che crede nell’amore romantico; Lorenzo sembra per certi versi un personaggio alleniano.
La poliedrica Andrea Delogu dal canto suo conferma di essere un’attrice con gli attributi pronta ad affrontare qualsiasi tipo di ruolo; Elena è una donna ricca di sfaccettature. Lo stesso Tognazzi incarna mirabilmente quest’uomo di successo che non perde mai il self control. Completano il cast la bravissima Grazia Schiavo nei panni della migliore amica di Elena e il talentuoso Ricky Memphis in quelli del migliore amico di Lorenzo.
Impreziosito da una bellissima colonna sonora che annovera brani del calibro di That’s life di Frank Sinatra, Divorzio a Las Vegas è un ottimo prodotto di intrattenimento che va incontro ai gusti popolari senza dimenticarsi di soddisfare i palati più fini.
Umberto Carteni inoltre rifugge il politically correct ad ogni costo, portando sul grande schermo una vicenda che inneggia alla libertà; ovvero quella cosa che, citando il compianto accademico italiano Piero Calamandrei, è come l’aria, ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare.
In attesa che possano finalmente riaprire le sale cinematografiche consiglio dunque caldamente la visione di questo lungometraggio tutto italiano che vi farà sognare, divertire, emozionare e riflettere al tempo stesso. Divorzio a Las Vegas vuole comunicare allo spettatore che “l’uomo che ti fa sentire un’altra non è quello giusto” e viceversa.
Mi congedo con il seguente aforisma di Platone, significativamente correlato al senso intrinseco del film: “Prima di pensare a cambiare il mondo, fare le rivoluzioni, meditare nuove costituzioni, stabilire un nuovo ordine, scendete prima di tutto nel vostro cuore, fatevi regnare l’ordine, l’armonia e la pace. Soltanto dopo, cercate delle anime che vi assomigliano e passate all’azione.”
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