La leggenda del pianista sull’oceano è un film del 1998 diretto da Giuseppe Tornatore e tratto dalla pièce teatrale Novecento scritta da Alessandro Baricco. Protagonisti di questa magistrale opera del regista siciliano, Tim Roth e Pruitt Taylor Vince.

La leggenda del pianista sull’oceano – La trama
Senza più soldi né sogni, l’americano Max Tooney (Vince), decide di entrare in un negozio di strumenti musicali per vendere la sua amata tromba, senza sapere che si ritroverà a raccontare la sua incredibile storia al vecchio commesso. Tutto parte da un disco misterioso ritrovato all’interno di un pianoforte a coda che stava nella vecchia nave Virginian, in quel momento attraccata al porto. La melodia incisa su quel disco è di un tale Danny Boodman T.D. Lemon Novecento (Roth), un pianista nato e cresciuto sul Virginian e dal quale non era mai sceso in tutta la sua esistenza.
Max, nonostante il commesso non sia affatto disposto a credergli, inizia un lungo racconto che parte dalla nascita di Novecento, descrivendo le sue straordinarie doti di pianista fino ad arrivare alla profonda amicizia che li legava. Amicizia spezzatasi con l’inizio della Seconda Guerra Mondiale, quando Max era stato costretto a lasciare la nave e il suo posto da trombettista nell’orchestra di bordo. Venuto a sapere che il Virginian verrà presto smantellato e distrutto, Max decide di risalire sul transatlantico già imbottito di dinamite, per cercare Novecento e convincerlo a scendere.
Come Novecento vede il mondo da una nave, così lo spettatore respira una parte del secolo scorso in un’atmosfera davvero strabiliante. Tornatore ricava dal testo di Barricco un film colossale come se ne sono visti tanti nella sua carriera. La leggenda del pianista sull’oceano è un dramma epico che trasmuta nel corpo di un eclettico Tim Roth il grande Novecento, con tutte le sue bellezze e le infinite tragedie.
Tornatore dà un volto epico al Ventesimo secolo
I temi che la pellicola tratta sono vari e fanno tutti parte, in diversa misura, della nostra vita. Le grandi ondate migratorie che per tutto il secolo percorsero l’oceano Atlantico sono riportate nel film in maniera molto dettagliata. Il su e giù continuo del Virginian dall’Europa all’America, carico di vite umane e di qualsiasi estrazione sociale e nazionalità, restituisce tutta la realtà degli eventi. Insieme a questo, la speranza degli esodati di trovare, una volta giunti a destinazione, fortuna e tranquillità economica.

Questo tema sociale si lega al lavoro all’interno di una nave. Lavoro composto da infiniti ruoli. Da quello del capitano a quello del sottoufficiale, dal cuoco al dottore, dal prete all’operaio spala carbone. Ed è proprio dalle fondamenta del Virginian che la storia emerge in un grido di uguaglianza sociale e un velato marxismo. Novecento, orfano accudito dall’operaio nero Danny, suona per chiunque. Incanta il ricco in prima classe e aiuta il passeggero di terza a dimenticare la terra lontana o la famiglia che ha dovuto lasciare.
A questo si lega il tema dell’amicizia, quella fra Novecento e Max. Quest’ultimo cercherà di convincere più di una volta l’amico a scendere sulla terra ferma. Da qui si passa all’impossibilità di vivere in un mondo sconfinato, in una società troppo grande. Novecento, infatti, per paura di perdersi e di perdere se stesso rinuncia a scendere e a diventare un uomo qualsiasi. Eleggendo quel transatlantico come luogo perfetto in cui vivere, decide di essere una rarità, un unicum non inquinato da manie di grandezza e dalla spregiudicata follia dell’essere umano.
Tuttavia il vero grande protagonista de La leggenda del pianista sull’oceano è la musica. Il jazz, in questo frangente, diventa il simbolo del ventesimo secolo partendo dai primordi di questo genere alle danze più coreografiche come il ragtime, il charleston o lo swing. Si arriva perfino a citare Jelly Roll Morton, colui che si vantava di aver inventato il jazz, nel famoso duello a suon di pianoforte fra lui e Novecento.
La musica è perciò l’altro elemento che fa da sfondo all’opera di Tornatore. Nella realtà, dietro alla maestria del protagonista, c’è forse uno dei più grandi musicisti di tutti i tempi: Ennio Morricone. Adatte per questa circostanza sono le parole che il regista Quentin Tarantino proferì all’edizione del 2018 dei Golden Globe: “Ennio Morricone è uno dei miei compositori preferiti. Quando parlo di compositore preferito, non mi sto riferendo solo ai compositori di colonne sonore. Sto parlando di Mozartz, Schubert, Beethoven. Ecco di chi sto parlando”.

La leggenda del pianista sull’oceano, che è considerabile, nella lunga carriera di Tornatore, come uno dei suoi film più belli e poetici, vanta di un ricco e immenso cast di attori europei e americani. Fra i già citati Roth e Vince, compaiono anche Mélanie Thierry, Bill Nunn, Clarence Williams III, Peter Vaughan e Gabriele Lavia.
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