Rosemary’s Baby – La parabola sul satanismo di Polanski

Rosemary’s Baby è un film del 1968 diretto da Roman Polanski. Dopo Repulsion è il secondo capitolo della trilogia dell’appartamento, conclusasi qualche anno più tardi con L’inquilino del terzo piano.

Rosemary’s Baby, anno 1968.

Tratto dal romanzo omonimo di Ira Levin, Rosemary’s Baby è uno dei prodotti più inquietanti e terrorizzanti nella filmografia del regista polacco, il quale tocca il satanismo in maniera originale e fuori dalla visione solamente infernale, orripilante e sanguinaria del culto.

Anzi, in un ambiente domestico e all’apparenza sicuro della Grande Mela, Polanski crea la perfetta paura claustrofobica, mescolando l’ansia di essere madre al mistero che si cela in quell’appartamento e dietro alle facce generose e ospitali dei vicini. Ora il satanismo è visto come un organismo che scuote le radici della società borghese.

Rosemary’s Baby – La trama

Rosemary e Guy Woodhouse, una giovane coppia appena trasferitasi in un meraviglioso appartamento di New York, vengono in un primo momento messi in guardia da Hutch, un loro amico, sul palazzo in cui vogliono andare ad abitare. Nel corso del tempo l’edificio è infatti diventato famoso per essere stato il covo di alcune streghe e sacerdoti satanisti come Adrian Marcato; secondo la leggenda quest’ultimo avrebbe evocato il diavolo in persona prima di essere ucciso dalla folla.

Non disposti a credergli, Rosemary e Guy iniziano la loro vita in completa felicità, fino a quando non fanno amicizia con Minnie e Roman Castevet, due anziani che abitano nell’appartamento vicino. Dapprima Guy e Rosemary sono un po’ schivi con i Castevet. Quando però Guy riesce ad ottenere la tanto sperata parte in una commedia, dopo che il primo attore è diventato improvvisamente ceco, e dopo che Rosemary ha scoperto di essere incinta, Minnie e Roman diventano una parte integrante della loro vita.

Tuttavia Rosemary, nonostante le cose stiano andando a gonfie vele, inizia a captare qualcosa di strano nei vicini e perfino in Guy, mentre dei tremendi dolori che aumentano giorno per giorno le fanno temere per la salute del suo bambino.

Personaggi e attori

Oscar a Ruth Gordon per il ruolo di Minnie. L’attrice interpreta meravigliosamente il ruolo della classica vicina un po’ impicciona e anche diabolica. Rosemary’s Baby è il film che nessuna donna incinta dovrebbe guardare. È anche uno dei primi film in cui Mia Farrow ricopre il ruolo della protagonista.

Ruth Gordon, alias Minnie Castevet.

Sola e abbandonata, Rosemary si ritrova a sospettare delle persone più vicine a lei, come il marito, mentre tutto il mondo congiura alle sue spalle. E così Farrow restituisce alla donna tutta quella disillusione e tutto il dolore nel momento in cui scopre la verità. È interessante vedere la trasformazione di Rosemary/Farrow. Prima come mogliettina perfetta e sognatrice e poi come una donna sospettosa, fragile ma allo stesso tempo risoluta e ferma nelle sue decisioni.

Lo squilibrio mentale che, in alcuni momenti, appare nei modi e nel volto della protagonista, è sottolineato dal suo pallore, dal fisico magro dell’attrice e dalla pettinatura. I capelli corti e rossi raffigurano la povera Rosemary quasi come fosse una strega. Ma non meno misteriosi e strambi sono tutti gli altri personaggi, interpretati da grandi attori del cinema americano. Dopo la già citata Gordon, c’è John Cassavetes nei panni di Guy, Sidney Blackmer in quelli di Roman e Ralph Bellamy nella parte del Dottor Sapirstein.

La rivoluzione sociale e la maledizione

Il film vuole essere una sorta di parabola familiare ma soprattutto una storia che riguarda l’amore senza barriera di una madre con il proprio figlio. A questo va collegato anche l’ombra di una rivoluzione sociale che nasce proprio dal satanismo e che vede in Rosemary la possibile madre del nuovo profeta. La storia ha ispirato un remake per la televisione intitolato Guardate cosa è successo al figlio di Rosemary e altre opere che prendono spunto dal cult di Polanski. Uno fra tutti, Mother, diretto da Darren Aronofski e interpretato da Jennifer Lawrence e Javier Bardem.

Ma se il film è stato un grande successo, apprezzato sia dalla critica sia dal pubblico, non è stata un’opera fortunata per Polanski. Entrando nel mondo del satanismo e in una sfera demoniaca che in qualche modo rovescia i sacri valori capitalistici e borghesi, il regista sembra attirare verso di sé una specie di maledizione. In fase di distribuzione, la moglie di Polanski, Sharon Tate, fu brutalmente uccisa quando era all’ottavo mese di gravidanza da alcuni membri della Famiglia Manson. In quel momento Polanski si trovava a Londra proprio per presentare il film.

Mia Farrow e Roman Polanski durante la lavorazione del film.

Il compositore della colonna sonora, Krzysztof Komeda, nonché grande amico del regista, nel 1969 morì improvvisamente dopo un tragico incidente. Il Dakota di New York, ovvero il palazzo dove è stato girato parte del film, è noto anche per essere stato il luogo dove nel 1980 fu assassinato John Lennon.

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