A 120 anni dalla nascita di Eduardo De Filippo, Didi Gnocchi e Michele Mally dirigono Il nostro Eduardo, forse il documentario più intimo sull’indimenticato drammaturgo napoletano.
Per la prima volta dopo la morte del figlio Luca, scomparso nel 2015, a parlare sono i figli di quest’ultimo, Tommaso, Matteo e Luisella, nonché nipoti di Eduardo. A differenza del nonno e del padre questi non fanno teatro; è per questo che tale docufilm è un pretesto per permettere anche a loro di conoscere meglio le proprie origine artistiche, e di capire cosa significhi fare teatro ed essere drammaturgo e attore.
Il documentario mette a nudo la figura di Eduardo e si va oltre quell’aura patriarcale e di austerità con la quale si è soliti immaginarlo. Da quel 24 maggio del 1900 inizia questo racconto, narrato da Mino Caprio. Eduardo, Titina e Peppino sono i tre fratelli, figli illegittimi del commediografo, drammaturgo, regista e attore napoletano Eduardo Scarpetta, che rivoluzionano il teatro italiano dopo la grande rivoluzione apportata da Luigi Pirandello.
Quello di Eduardo è il grande lavoro di un artista instancabile che ha avuto tante soddisfazioni e tante tragedie. Il nostro Eduardo è un compendio filmico che in quasi due ore cerca di fare luce su un uomo di teatro che, a differenza del fratello Peppino, non ha mai detto niente di sé.
I nipoti, i colleghi, gli amici e gli attori che hanno avuto il privilegio di recitare per lui, fanno la storia del teatro e fanno la storia di Eduardo, andando a scavare anche nella sua sfera più privata. Oltre ai grandi drammi scritti da De Filippo come Questi Fantasmi, Napoli Milionaria, Filumena Marturano, Natale in casa Cupiello e Le voci di dentro, il documentario accenna anche agli amori di Eduardo.
Dal primo matrimonio con Dorothy Pennington fino a quello con Isabella Quarantotti, dalla nascita dell’amato figlio Luca fino alla prematura morte della figlia Luisella. Le toccanti lettere di aiuto alla sorella Titina o quelle amorose fra lui e le donne della sua vita, ci mostrano un uomo vulnerabile, semplice e premuroso. Nonostante ciò, Eduardo ha ricercato la vera risposta alle sue domande e alle sue problematiche sempre sulle tavole del palcoscenico e nella analisi dell’essere umano.
Ma cosa rimane di Eduardo? Le commedie rappresentate ancora oggi in tutta Italia e in tutto il mondo. Le testimonianze di coloro che lo hanno conosciuto e che hanno conosciuto la sua arte da vicino. Ma soprattutto resta una famiglia allargata ricca di storia e piena di differenze. Differenze che, tuttavia, non lacerano e non dividono, e che sono forse la vera forza dei De Filippo.
Il nostro Eduardo è vita, morte e miracoli di uno dei più grandi drammaturghi del Novecento scomparso a Roma il 31 ottobre del 1984. Un mese prima a Taormina, durante una premiazione, aveva tenuto il discorso della sua vita. Con la sua indimenticabile saggezza e severità, aveva delineato con assoluta precisione cos’era il teatro. “Quando sono in palcoscenico a provare, quando ero in palcoscenico a recitare. E’ stata tutta una vita di sacrifici. E di gelo. Così si fa il teatro. Così ho fatto! Ma il cuore ha tremato sempre tutte le sere!”.
Il documentario di Mally e Gnocchi è un sentimentale omaggio toccante e malinconico che ci riguarda tutti. Eduardo ha raccontato Napoli ma ha anche analizzato, con tutta la sua napoletanità, l’essere umano.
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