Massimo Troisi, uno dei più grandi comici che il cinema e il teatro italiano abbiano mai avuto. Un attore insuperabile alla pari di mostri sacri della commedia come Totò, Sordi o il vivente Verdone. Dopo il successo di Ricomincio da tre, pochi anni più tardi torna al cinema con un nuovo successo: Scusate il ritardo.
È il 1983 e abbiamo già potuto assaporare parte della sua filosofica comicità sull’amore, ma in senso più generale sulla vita e sulle relazione fra gli esseri umani. Troisi, come fecero molti altri artisti venuti prima di lui, fa di Napoli il centro del mondo da dove parte un rivoluzionario pensiero filosofico e ristoratore. Con il primo successo Troisi si presentava come il più pigro degli uomini, capace però di portare gioia e cambiamento nelle vite degli altri; qui in una fuga al nord lontano dalla città natale, ormai stretta e infelice.
Troisi è soprattutto capace di una profondità innata, pulita, tagliente, che è in continua evoluzione e che tocca varie corde del animo umano. In Scusate il ritardo, infatti, il regista e attore napoletano ritorna ad approfondire la sua analisi dell’uomo attraverso un altro tema scottante: l’amore.
Scusate il ritardo – La trama
Vincenzo Rocco (Troisi) è un giovane che vive con l’anziana madre, la sorella Patrizia, la figlioletta e il marito di quest’ultima e il fratello Alfredo, sempre in giro per l’Italia per via dei suoi spettacoli nei quali si esibisce come comico. Un comico che, stando a Vincenzo, “tiene a faccia della tragedia”, e secondo lui ha successo solo perché è fortunato. Vincenzo è infatti pigro, sfaticato, strafottente, a volte approfittatore, scontroso e pieno di lamentele. Non perde mai tempo per criticare. Ma lui è fatto così e non gli importa niente.
Dopo aver passato giornate intere e nottate sotto la pioggia ad ascoltare l’amico Tonino (Lello Arena), un uomo disperato perché la fidanzata lo ha lasciato per mettersi con uno svedese, anche per Vincenzo arriva il momento di confrontarsi con affari di cuore. Conosce infatti Anna (Giuliana De Sio), una ragazza che da un po’ di tempo è tornata a Napoli perché la vita a Perugia non gli si confà. Colpiti entrambi da un improvviso colpo di fulmine passano un periodo di tempo assieme fino a quando Anna decide di lasciarlo. Secondo la donna il ragazzo sarebbe troppo distaccato e disinteressato, ogni volta privo di una parola gentile e solo interessato al suo tranquillo mondo dove poter vivere in pace.
Litigano, si lasciano, si rincontrano ma alla fine Vincenzo non cambia e non intende nemmeno farlo. Egli è così e a lui basta: perché dovrebbe essere proprio lui a cambiare? Non possono farlo gli altri?
I tempi di Troisi e il suo cinismo pungente
Troisi ha i suoi tempi, sia per quanto riguarda l’amore e la coppia, sia per quanto riguarda la famiglia e le amicizie. Scusate il ritardo è un altro gioiello nella filmografia di un attore che ha detto tanto e che avrebbe avuto molto altro da aggiungere. Il ritardo sta nel suo torpido essere, che comunque non cambia. Se evolve lo fa molto lentamente. Prima deve avere il diritto di sfogarsi a modo suo e di far valere le sue idee.
L’amore e le relazioni di coppia sono il fulcro attorno al quale ruota questa esilarante pellicola, capace di provocare il riso più sincero e anche di far riflettere. Vuoi vedere che ha ragione Troisi? Il compianto attore descrive tutto ciò che ci ruota attorno, e che vediamo quotidianamente ogni giorno, ma con una forza comunicativa irresistibile. Chi dice di non capirlo, sia ideologicamente sia per il suo accento marcatamente napoletano, vuol dire che lo ha capito ma rifiuta di riconoscersi. Perché Troisi, proprio per il suo modo svogliato di essere e parlare, riesce a farsi capire da chiunque. E quello che non arriva con il linguaggio ce lo mostra a gesti.
In Scusate il ritardo c’è tutta la filosofia di Massimo Troisi, che poi ritroviamo anche ne Le vie del Signore sono finite e (ma meglio) in Pensavo fosse amore… invece era un calesse. C’è il suo modo di essere e la sua apparente maniera di vivere nella più assoluta pace, come se niente gli interessasse. Tuttavia compare anche tutto il suo cinismo spietato che non risparmia nessuno. Non risparmia l’amore e i suoi luoghi comuni, che cerca ogni qualvolta di scoperchiare e distruggere. Punzecchia la donna con le sue pretese ma anche con la sua astuzia. Tortura il maschio alfa, quello mammone e quello più timido, quello che si crede invincibile e quello che sotto sotto nasconde la grande debolezza. Non risparmia nemmeno se stesso; perché non è migliore degli altri e come per gli altri si prende in giro da solo. Come solo lui sapeva fare.
Non solo il gioco amoroso: anche i “semplici” rapporti familiari e l’amicizia finiscono sotto l’humor dissacrante di Troisi e in men che non si dica ha bastonato, santificato, stuzzicato e deriso un’intera società. Quella napoletana ma più in generale quella italiana. Passare ad un messaggio globalmente esteso è possibile e anche giusto.
Scusate il ritardo si aggiudicò ben due David di Donatello: uno a Lello Arena per il miglior attore non protagonista e l’altro a Lina Polito, per il ruolo di Patrizia Rocco, sorella di Vincenzo. Nel cast anche Luigi Uzzo, Olimpia Di Maio, Franco Acampora e Giuliana De Sio nel ruolo di Anna.
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