Nel 1997 Roberto Benigni partorisce il suo capolavoro da Premio Oscar raccontandoci il dramma dell’olocausto in chiave ironica e allo stesso tempo poetica. La vita è bella è ambientato nel 1939 e vede come protagonista Guido Orefice, interpretato dallo stesso Benigni. Guido, di origine ebraica, si innamora perdutamente della maestra elementare Dora (Nicoletta Braschi), la quale è la promessa sposa di Rodolfo, un arrogante burocrate fascista; l’amore però trionferà sulle disuguaglianze sociali e farà convolare a nozze Guido e Dora, i quali concepiranno un bambino di nome Giosuè.
A cinque anni dalla loro unione però l’ostilità da parte dei nazisti nei confronti del popolo ebraico crescerà in modo esponenziale e questo porterà alla deportazione di Guido, Giosuè e dello zio Eliseo in un lager dove il nostro protagonista per celare al figlio gli orrori della guerra lo porterà a credere di essere in un grande gioco con tanto di premio finale.
Sta qui la grandezza di questa opera; Roberto Benigni e il suo fido sceneggiatore Vincenzo Cerami riescono infatti a ridicolizzare la guerra e i nazisti in modo originale ed unico, facendoci comprendere che la violenza può demolire un uomo fisicamente ma non interiormente, l’anima di un essere umano non può essere scalfita da nessun maltrattamento e da alcuna intimidazione.
Alla sua uscita in Italia avvenuta nel 1997, La vita è bella incassò la cifra record di 92 miliardi di lire divenendo il film italiano di maggiore incasso di sempre.
Oltre ad essere l’opera che ha consacrato Roberto Benigni a livello internazionale, il film vanta anche numerosi primati: è la pellicola italiana che ha incassato di più al mondo arrivando all’imponente cifra di 229 milioni di dollari, quella che è stata maggiormente premiata durante la notte degli Oscar, e la più vista al suo primo passaggio TV (oltre 16 milioni di spettatori).
La vita è bella si è inoltre aggiudicato: il Grand Prix Speciale della Giuria al 51° Festival di Cannes, 5 Nastri d’argento, il Premio César per il Miglior Film Straniero, 5 Globi d’oro, 2 European Film Awards e un Premio Medaglia a Gerusalemme.
È rimasta impressa inoltre nella memoria collettiva la bellissima e struggente colonna sonora firmata dal maestro Nicola Piovani.
A pochi giorni dalla giornata della memoria vi riporto alcuni estratti di Se questo è un uomo, l’opera più famosa di Primo Levi, in cui lo scrittore ebreo che ricordiamo essere stato anche chimico e partigiano ci racconta in modo crudo e per questo efficace gli orrori dell’olocausto che l’uomo ha vissuto sulla propria pelle:
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo,
che lavora nel fango,
che non conosce pace,
che lotta per mezzo pane,
che muore per un sì o per un no…
Molto significativa risulta essere la seguente frase di Roberto Benigni che deve valere per tutti noi: “Siate felici! e se qualche volta la felicità si scorda di voi, voi non scordatevi della felicità.”
Perché al di là di tutto la vita è bella! e come affermava Lev Trotsky in una frase da cui è tratto il titolo del film in questione: “La vita è bella. Possano le generazioni future liberarla da ogni male, oppressione e violenza e goderla in tutto il suo splendore.”
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