Se siete fan del genere fantascientifico e avete un debole per i viaggi nel tempo, il 47° classico Disney, I Robinson – Una famiglia spaziale (Meet the Robinson), è il film che fa per voi. Uscito nelle sale cinematografiche nel 2007, il lungometraggio, diretto da Stephen J. Anderson, è il secondo lungometraggio degli studios californiani ad essere stato realizzato interamente con la tecnica del CGI
Il cartone vede come protagonista Lewis, giovane inventore dall’intelligenza innata che viene abbandonato in orfanotrofio quando questo era ancora in fasce. Il desiderio più grande del ragazzo è quello di conoscere sua madre. Per raggiungere tale scopo decide di costruire un apparecchio che permette di recuperare i ricordi nella memoria.
Dopo giorni di lavoro, che fanno passare molte notti in bianco anche al suo compagno di stanza Michael Yagoobian, detto “Grufolo”, Lewis è pronto a testare su se stesso l’invenzione alla fiera scolastica delle scienze. Il giudice, Lucille, è uno degli scienziati più importanti della società di invenzioni INVENT.co. Lo scanner mnemonico, nome dato allo strumento, verrà sabotato da un misterioso individuo con un cappello a bombetta. Dopo aver compiuto il misfatto, l’uomo ruberà l’oggetto e scapperà via.
Poco prima della malefatta, Lewis viene messo in guardia da Wilbur, un ragazzo con uno strano ciuffo, sulla pericolosità dell’uomo col cappello. A detta del ragazzo l’uomo con la bombetta sarebbe venuto dal futuro per rubare lo scanner. Lewis inizialmente non gli crede e questo, per convincerlo del contrario, lo porta sul tetto dell’orfanotrofio dove ha parcheggiato la sua macchina del tempo, con la quale porta realmente il ragazzo nel futuro. I due, però, iniziano a litigare perché Lewis reputa inutile recuperare e riparare lo scanner, dato che Wilbur potrebbe portare il ragazzo direttamente dalla madre con l’ausilio del velivolo.
Tuttavia, durante il litigio, i giovani perdono il controllo della macchina che si schianta al suolo. Wilbur conduce Lewis nel garage di casa sua per riparare il marchingegno, promettendogli, una volta aggiustato, di portarlo nel passato, al giorno in cui fu abbandonato all’orfanotrofio per scoprire l’identità del genitore.
Durante il soggiorno a casa del ragazzo, Lewis fa conoscenza con i membri della sua famiglia, i Robinson, e di suo nonno Bud. Non riesce a conoscere, però, Cornelio, padre di Wilbur, presidente delle industrie Robinson, azienda leader nel settore dell’innovazione scientifica, ed inventore delle due macchine del tempo; una delle quali nelle mani dell’uomo con la bombetta. Nel frattempo, nel presente, quest’ultimo, rubato lo scanner, sta per presentare il macchinario alla INVENT.co, con lo scopo, venduto il brevetto, di prendersene il merito. Tuttavia, non conoscendo il funzionamento dell’oggetto, l’uomo con la bombetta è costretto a cercare il giovane inventore.
Trovato il ragazzo, e scoperto che Wilbur non ha nessuna intenzione a mantenere la promessa fatta, Lewis sale nella macchina del tempo dell’uomo. Sarà proprio lui, in cambio della spiegazione del funzionamento dello scanner, a condurlo nel passato da sua madre. Ma anche questa promessa si rivela falsa. Una volta illustrato l’avviamento del macchinario, non solo l’uomo con la bombetta scappa via con l’oggetto, ma rivela a Lewis che lui è Grufolo, il suo vecchio compagno di stanza. Cornelio non è altro che il giovane inventore da adulto. Rimanendo sveglio per colpa di quest’ultimo, che lavorava alla sua invenzione, il piccolo Michael si addormenta durante la finale del torneo di baseball facendo perdere la sua squadra.
La rabbia per la sconfitta farà sì che Michael non venga adottato da nessuno e questo accrescerà il suo sentimento di vendetta nei confronti dell’inventore. Vendetta che troverà l’appoggio di Doris, robot a forma di bombetta inventato dallo stesso Cornelio. Tornato nel presente, Grufolo riuscirà a presentare l’invenzione alla INVENT.co e, insieme allo scanner, a brevettare anche Doris. Si scoprirà, però, che in realtà è la stessa bombetta ad aver usato Michael per raggiungere il suo obiettivo, ovvero quello di conquistare il pianeta. Iniziata la produzione di massa dei cappelli, questi iniziano a sottomettere gli abitanti della terra, colonizzando il pianeta e alterando il futuro.
Scoperto l’inganno, Lewis torna indietro nel tempo, nel momento esatto in cui Grufolo sta firmando il contratto per brevettare lo scanner. Rivelato in quel momento a Grufolo il piano della bombetta, il ragazzo decide di non inventare il cappello, decretandone così, nel presente, l’immediata dissoluzione. Tornato nel futuro e ristabilito il normale flusso temporale, Lewis farà conoscenza di Cornelio che lo inviterà a tornare alla fiera della scienza e ritentare con la dimostrazione del suo scanner. Nel presente, l’accensione dello strumento e il suo successivo funzionamento provato su Lucille, apriranno a Lewis la strada ad un brillante futuro. Adottato dalla scienziata, si scoprirà che questa è sposata con Bud, e Lewis, in accordo con il suo nuovo padre, cambierà il nome in Cornelio.
Nonostante I Robinson prenda spunto dal libro per bambini, A Day With Wilbur Robinson, di William Joyce, la trama è del tutto diversa dal testo. Essa risulta essere una delle idee più articolate per un classico Disney.
Dal film traspare un messaggio importante, che viene comunicato agli spettatori anche da un punto di vista figurativo tramite il personaggio di Grufolo. I Robinson ci spiega, infatti, come sia importante non soffermarsi sul passato, ma rimboccarsi le maniche e, come dice stesso Cornelio, “andare sempre avanti”. Guardare indietro non solo è controproducente, ma ci impedisce di progettare e costruire un futuro brillante e il personaggio di Michael Yagoobian ne incarna l’esempio.
Grufolo ci mostra come il “non reagire” dopo un episodio negativo, ma provare odio e rancore per questi eventi passati, possa portare a realizzare un domani fallimentare, che nel film viene incarnato dalla sua trasformazione fisica; da adorabile bambino, l’antagonista diventa un orripilante quarantenne.
Un ultimo messaggio strettamente legato con quello precedente, e simboleggiato dalla grande sala in cui sono custodite le invenzioni non riuscite di Cornelio o dagli innumerevoli prototipi della macchina del tempo, è quello del fallimento. Tale concetto è visto, non come motivo per il quale arrendersi, ma importante stimolo per migliorare se stessi. “Dai fallimenti si impara, dai successi non troppo”.
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