Cappuccetto rosso e gli insoliti sospetti (2005)

Cappuccetto rosso e gli insoliti sospetti – Pregi e difetti di un film indipendente

Cappuccetto rosso e gli insoliti sospetti è tra quei film d’animazione che sembrano vendersi a un pubblico solo per bambini, ma disvelano tutto il loro potenziale ad un pubblico adulto. Uscito nel 2005, il film è stato diretto da Cory Edwards che ne ha anche curato il soggetto e la sceneggiatura insieme con il fratello Todd. Prodotto da The Weinstein Company, insieme agli studi d’animazione Blue Yonder Films e Kanbar Entertainment, è un piccolo gioiello del cinema animato indipendente.

La storia inizia dalla fine, con Rossa, la protagonista ispirata alla celebre bambina col cappuccetto rosso dei Fratelli Grimm, che entra a casa di sua nonna e vi trova un lupo. Dalla finestra arriva un boscaiolo urlante che brandisce un’accetta. Stacco. La casa è circondata dalla polizia e l’ispettore Nicky Zampe decide di interrogare uno per uno tutti coloro che si sono trovati sulla scena. La polizia ritiene infatti che tutta questa baraonda sia legata alla misteriosa serie di crimini culinari avvenuti in zona.

Rossa, il lupo, la nonna e il taglialegna Kirk sono così interrogati e danno la loro versione della storia. Racconto dopo racconto, il quadro diventa sempre più completo e i rapporti tra i protagonisti si fanno sempre più chiari, svelando anche alcuni segreti sempre tenuti nascosti.

Cappuccetto rosso e gli insoliti sospetti unisce all’animazione la sagacia di una commedia poliziesca, che sfrutta i vari punti di vista dei personaggi per raccontare varie versioni della stessa storia. Ogni personaggio ha la sua particolare visione dei fatti. Si deve aspettare la fine di tutte le deposizioni per arrivare alla verità.

I protagonisti della nostra storia in manette

La comunità del bosco è scossa dai numerosi furti del bandito bon bon, che costringono alla chiusura le tante attività economiche basate sui dolciumi della zona. La stessa Rossa, a servizio dell’azienda dolciaria di sua nonna, teme che le ricette di famiglia possano essere rubate e così decide di portare il vecchio libro di ricette di famiglia al sicuro a casa, per l’appunto di sua nonna, che vive isolata in montagna.

Così inizia la versione dei fatti della giovane.

Il grande merito di Cappuccetto rosso e gli insoliti sospetti è la sua scrittura. A una trama avvincente che si dispiega passo passo, si accompagnano dei dialoghi che, fatte le dovute proporzioni, sembrano ispirarsi a quelli di Quentin Tarantino. La comicità smaliziata degli adulti si unisce, in alcune sequenze, a simpatiche gag per tutta la famiglia, dando la possibilità di divertirsi a tutto il pubblico.

Tra i personaggi più divertenti di tutto il film, non si può non citare la capra, che per colpa di un incantesimo è costretta a cantare invece di parlare. Ma che almeno sta sempre in campana.

Dopo tante lodi, bisogna passare alle critiche. Cappuccetto rosso e gli insoliti sospetti ha infatti un’animazione di bassa qualità, soprattutto per quello che riguarda le figure umane. Quest’ultime sono infatti estremamente innaturali, sia nel loro aspetti che nei loro movimenti, a differenza dei personaggi animali che si muovono in una maniera più fluida.

Il problema della gestione umana nei film animati con la computer grafica non è nuovo, ma nel 2005, grazie soprattutto al lavoro della Pixar con Gli Incredibili, si erano fatti grandi passi avanti. Cappuccetto rosso e gli insoliti sospetti non tiene il passo con le grandi del cinema d’animazione ma riesce lo stesso a compensare con la qualità della storia e la simpatia dei suoi personaggi.

Un’occasione a questo dolce giallo va data, soprattutto per scoprire chi sia il bandito bon bon.


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