Correva l’anno 1992 quando nelle sale italiane usciva Ricky & Barabba, il terzo lungometraggio diretto e interpretato da Christian De Sica assieme a Renato Pozzetto. In quegli anni nel cinema italiano si stavano affacciando prepotentemente i tanto vituperati cinepanettoni capitanati dallo stesso De Sica assieme a Massimo Boldi.
Pozzetto dal canto suo era reduce dal grande successo commerciale di film come Le comiche, Piedipiatti e Infelici e contenti. Dopo il felice esordio alla regia con Faccione e il mezzo passo falso de Il conte Max, De Sica torna dietro la macchina da presa per raccontare le vicissitudini di due personaggi agli antipodi. Ricky (Renato Pozzetto) è un miliardario proprietario di un’azienda sull’orlo del fallimento mentre Barabba (Christian De Sica) è un barbone che vaga incessantemente da un luogo all’altro.
Fino a quando inconsapevolmente non salverà la vita a Ricky, il quale aveva deciso di suicidarsi. Seguiranno alterchi memorabili, equivoci a non finire, molteplici colpi di scena e sequenze a dir poco esilaranti. De Sica rievoca Che vita da cani! di Mel Brooks e il Cult di John Landis, Una poltrona per due, realizzando un’imperdibile commedia all’italiana on the road che viene riproposta sistematicamente con successo in TV.
De Sica incarna magistralmente questo clochard burino e verace provvisto della cosiddetta “Arte di arrangiarsi”. Il figlio del compianto Vittorio ha spesso interpretato nella sua lungimirante carriera individui benestanti e cafoni. Barabba, al contrario, ci appare quasi come un guitto pasoliniano che, nonostante la sua indigenza, ama la vita in tutte le sue sfaccettature. Pozzetto si cala egregiamente nei panni di questo “povero ricco” che pensa di possedere tutto ma in realtà non possiede niente. L’acclamato attore milanese si discosta dalla sua proverbiale comicità surreale per immergersi totalmente in un personaggio fortemente ancorato alla realtà.
Da menzionare le interpretazioni di Sylva Koscina, dell’irresistibile Marisa Merlini in quelli della madre di Barabba e l’indimenticato Franco Fabrizi, qui al suo ultimo film. Ricky & Barabba, che possiamo tranquillamente considerare come la migliore opera di De Sica regista, è una fiaba metropolitana che fa leva sull’encomiabile alchimia di due attori in stato di grazia e sulla comicità popolare, riuscendo a non cadere mai nel cattivo gusto.
Pensate che inizialmente De Sica doveva interpretare Ricky mentre a Pozzetto era stata assegnata la parte del senzatetto. Tuttavia quest’ultimo chiese al collega di scambiarsi i ruoli in quanto era restio ad indossare i panni di Barabba. Durante una puntata dello show televisivo La valigia dei sogni De Sica, raccontando un aneddoto, affermò che tale modifica si rivelò essere un errore artistico. Mi permetto di dissentire. Considerando l’opulenza dei futuri personaggi incarnati dal figlio d’arte per antonomasia, questo personaggio permette a Christian di suggellare tutta la sua versatilità, dimostrando di essere un bravo attore dall’enorme potenziale non sempre valorizzato a dovere.
Mi congedo con le parole dello scrittore Michele Serra che sono fortemente correlate al significato di Ricky & Barabba: “Se la tirano da padroni, ma hanno lo sguardo del servo. Se sono così arroganti, così furiosi, è perché sanno di essere servi per l’eternità, e più diventano ricchi più rimangono servi. E più rimangono servi più la loro ricchezza, invece di sollevarli, li fa sentire a terra”.
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