Chaplin – Robert Downey Jr. nei panni dell’eterno Charlot

Non è facile realizzare una biografia che sappia descrivere con precisione e accuratezza, con le giuste lacrime e le grandi risate, la vita di un monumento del cinema come Charlie Chaplin. Ci prova nel 1992 Richard Attenborough con il film Chaplin, uscito in Italia con il titolo di Charlot. Nonostante i difetti, le tante differenze che il puntiglioso osservatore potrà riscontrare e lo scarso successo, il risultato è comunque sorprendente.

Robert Downey Jr. nei panni di Charlie Chaplin nel film di Richard Attenborough, Chaplin.

Attenborough, già noto nel mondo del cinema come regista di opere affascinanti quali Quell’ultimo ponte e Gandhi, ritenta la strada del biopic colossal cercando di ricostruire la vita dell’immenso Chaplin, colui che ha rivoluzionato il cinema imponendosi, con il personaggio del vagabondo, come un attore in grado di far ridere chiunque e come una maschera comica comprensibile a tutti. Con un cast di tutta eccezione, spicca naturalmente il protagonista della pellicola. Il giovanissimo Robert Downey Jr., con già una ventina di film sulle spalle, diventa per il regista britannico Charlot, riuscendo a incantare il pubblico e la critica. Per la sua straordinaria interpretazione l’australiano si aggiudicherà una nomination agli Oscar e anche ai Golden Globe.

Chaplin  – La trama

Il vecchio Charlie Chaplin, esiliato nella sua villa in Svizzera con la moglie Oona e i figli, inizia il lungo racconto della sua vita con un fantomatico Ghostwriter di nome George Hayden che cura la sua autobiografia. Partendo dalla miserevole fanciullezza nei sobborghi di Londra con il fratello Sydney e la madre, il comico, noto un tempo come uno dei titani della nascente Hollywood, descrive i suoi inizi come attore al teatro Karno fino ad arrivare al suo arrivo negli Stati Uniti e l’ingresso nel mondo del cinema grazie al regista e produttore Mack Sennett.

Una volta scopertosi bravo attore e anche ideatore, Chaplin deve staccarsi da Sennett per tentare il salto di livello. I suoi primi film, sia come attore sia come regista, produttore e compositore incantano il pubblico. Il personaggio del vagabondo è destinato a rimanere nella storia, così come le sue numerose relazioni e matrimoni. La vita privata si mescola a quella lavorativa ma ben presto subentra anche quella giudiziaria e i continui tentativi di J. Edgar Hoover per sbatterlo fuori dagli Stati Uniti. Ce la farà, ma non prima che Chaplin riesca a realizzare capolavori intramontabili come Il monello, Luci della città, Tempi Moderni e Il grande dittatore. Con quest’ultimo film il regista inglese fu additato per sempre come pericoloso comunista, capace di portare scompiglio nella società americana.

Chaplin (1992).

Il film di Attenborough prosegue fino al 1972 quando, con la morte di Hoover e la fine del Maccartismo, Chaplin torna nell’amata Hollywood per ricevere il premio Oscar alla carriera, accompagnato dall’ultima moglie Oona.

Ma chi era veramente Chaplin?

Un comico, un regista, un compositore, un vagabondo, un comunista, un genio? Nel corso della sua carriera in molti non hanno compreso il suo talento e tanti hanno sbeffeggiato la sua vocazione, quella di mostrare il mondo sommerso, miserevole e derelitto che il personaggio del vagabondo rappresentava. Dai bassifondi della società la sua voce si è sollevata sempre attraverso uno spiccato sense of humor che nasconde tutta la tragedia della vita ma anche l’amore che, a volte, l’umanità nasconde. Perché Charlie Chaplin è stato un ironico satirico, un genio ma anche un essere umano pieno di difetti. Difetti che non nascose mai al grande pubblico e che usò sempre per toccare gli animi e per cercare una parte di bontà nei suoi simili.

Questo dualismo fra genio e sregolatezza, fra la sfera passionale e lavorativa il film lo mostra. Come in una cronaca in cui è rievocata sempre l’estetica tipica delle Comiche, Chaplin inizia con un andirivieni fra l’azione presente e il passato. Si comincia dal 1894, quando, ancora bambino, Charlie si esibisce per la prima volta sul palcoscenico, per poi arrivare alla fase calante dove è riscoperto e riabilitato, anche se non del tutto. Perché Charlie Chaplin non è mai stato pienamente riscattato e il suo genio artistico continua ad affascinare ma anche a traumatizzare i nuovi spettatori. Per un artista nato nella miseria, nonostante la fama e la ricchezza raggiunta, non ha mai dimenticato da dove veniva; nelle sue opere e nei suoi sketch ha sempre restituito il dramma esistenziale, la povertà, l’alienazione della grande società industriale e la follia della guerra.

Gli attori

Il futuro volto di Iron Man e Sherlock Holmes incarna meravigliosamente l’uomo e allo stesso tempo l’artista con tutte le sue manie e debolezze. Robert Downey Jr., con la sua mimica, la voce e con la gestualità si accosta molto alla figura del vero Chaplin, il cui volto torna di tanto in tanto in alcune immagini di repertorio. Oltre a Downey Jr., Attenborough, che un anno più tardi vestirà i panni del miliardario John Hammond in Jurassic Park, riunisce un gruppo di stelle del cinema americano e inglese davvero eccezionale. Da citare è l’interpretazione di Dan Aykroyd, ovvero il regista Mack Sennett, Kevin Kline nella parte dell’attore Douglas Fairbanks, grande amico di Chaplin, Geraldine Chaplin, che nel film interpreta la madre di Charlie e Anthony Hopkins, nei panni di George, il Ghostwriter immaginario che ascolta e annota ma allo stesso tempo consiglia e giudica come fosse l’incarnazione della coscienza dell’attore.

Dan Aykroyd nel ruolo del regista e attore Mack Sennett.

Nel film compaiono anche Kevin Dunn, Marisa Tomei, James Woods, Nancy Travis, Diane Lane e Milla Jokovich. Tratto da La mia autobiografia e Chaplin la vita e l’arte di David Robinson, Chaplin è un film che merita di essere visto per scrutare più da vicino un genio ultramoderno com’è stato Charlot.

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