Uscito nelle sale cinematografiche nel 2009, La principessa e il ranocchio, liberamente ispirato alla fiaba Il principe ranocchio dei Fratelli Grimm, è il 49esimo classico Disney prodotto dagli studios. Diretto da Ron Clements e John Musker, il lungometraggio è stato realizzato, dopo anni di CGI, in tecnica tradizionale.
Nella new Orleans degli anni ‘20, la giovane Tiana ha il sogno di aprire un ristorante restaurando un vecchio zuccherificio. Per raggiungere tale scopo, la ragazza lavora giorno e notte come cameriera in una tavola calda. Nel frattempo arriva in città il principe Naveen, che per il soggiorno sarà ospite in casa del sindaco Labouffe, la cui figlia, Charlotte, è cara amica di Tiana. Nel recarsi a casa del sindaco, Naveen e il maggiordomo Lawrens vengono trascinati dallo stregone Facilier nel suo negozio di oggetti voodoo. Il mago, con un incantesimo, trasforma il giovane in ranocchio.
Il piano dello stregone è molto semplice. Trasformando Lawrens in Naveen e facendo innamorare Charlotte del falso principe, il mago potrà impossessarsi della sua enorme fortuna. Alla festa di casa Labouffe, organizzata in onore del principe, a Tiana verrà negata la possibilità di comprare lo zuccherificio. Un altro cliente ha offerto all’agenzia immobiliare che possiede l’edificio una cifra superiore.
Delusa e disposta a fare di tutto per realizzare il suo sogno, la ragazza bacia il principe trasformato in ranocchio per avere, in cambio da questo, la somma di denaro necessaria per acquistare l’immobile tanto desiderato. Ma il bacio, purtroppo, trasforma anche Tiana in rana. Aiutati dall’alligatore Louis e dalla lucciola Ray, i due si recano dalla maga “mama” Odie che, con la sua magia, è l’unica che può trovare un soluzione al problema. La vecchietta dirà ai ranocchi che per spezzare l’incantesimo il giovane principe dovrà baciare, entro la mezzanotte di quel giorno, una principessa: Charlotte.
Nonostante la disavventura, Il viaggio farà innamorare i due ranocchi che, tornati in città e raggiunta Charlotte, sventeranno anche il piano di Facilier. Trovata la ragazza, il bacio col ranocchio non darà i risultati sperati e i due saranno costretti a rimanere anfibi per sempre. Nonostante questo, Tiana e il principe decideranno di sposarsi. Durante il matrimonio, officiato da mama Odie, i due si ritrasformano in umani. Sposando Naveen, Tiana è diventata anch’essa una principessa, la quale, come predetto dalla maga, avrebbe rotto l’incantesimo.
Insieme a Naveen, intenzionato a lavorare nel futuro ristorante di Tiana, la ragazza compra lo zuccherificio, diventando, finalmente, proprietaria del tanto sognato ristorante.
Tramite moltissime innovazioni, La principessa e il ranocchio rappresenta un altro importante passo in avanti fatto da Disney nella rappresentazione della donna all’interno delle sue produzioni. La prima, e la più evidente, è quella di aver dato alla protagonista la pelle nera. Il fatto che Tiana sia la prima principessa Disney di colore, non è solo sinonimo di inclusività rispetto alle pellicole passate. Questo rappresenta l’inizio, per gli studios californiani, di un nuovo corso per la realizzazione delle sue future produzioni.
La seconda invece, e forse la più importante, è rappresentata dal lavoro, inteso come mezzo tramite il quale raggiungere i propri obiettivi. A differenza delle altre principesse, i cui sogni erano rappresentati dal raggiungimento di traguardi frivoli o romantici, quello di Tiana è estremamente concreto ma soprattutto realizzabile tramite il normale, reale e duro lavoro (e non per mezzo della magia). Infatti, Tiana non sogna di andare ad un ballo, vivere avventure straordinarie o trovare l’amore della sua vita, ma aprire il suo ristorante.
Strettamente legato al tema del lavoro, nel cartone è evidenziato come sia pericoloso e controproducente prendere delle scorciatoie. Una scena in cui è possibile cogliere questo messaggio è quella nella quale Tiana, dopo aver baciato il principe ranocchio per avere da questo i soldi utili a comperare il ristorante, si trasforma anch’essa in rana. Il messaggio dello spezzone è quindi molto chiaro: per raggiungere i propri obiettivi, non conviene prendere scorciatoie, ma lavorare e impegnarsi duramente.
Dopo diversi classici in CGI, La principessa e il ranocchio è il primo lungometraggio realizzato con la tecnica dell’animazione tradizionale. Con questo ritorno alle origini, dato che il film sarà l’ultimo ad essere realizzato con questa tecnica, Disney ha cercato di ridare slancio alla produzione di classici che, dai primi anni 2000, e con l’avvento della computer grafica, hanno riportato un generale fallimento.
In conclusione, come si è visto, il film rappresenta un altro importante passo in avanti fatto da Disney nella rappresentazione della donna all’interno delle sue produzioni. Un’evoluzione iniziata alla fine degli anni 80 con La sirenetta e forse, tutt’oggi, ancora in corso.
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