Con i suoi 157 minuti di durata (162 la versione Director’s Cut), Zodiac è un thriller Kolossal affascinante e travolgente. Opera indimenticabile diretta da David Fincher. Tratto dai romanzi del giornalista e vignettista Robert Graysmith, il film di Fincher percorre un ventennio di storia americana attraverso la vicenda del famigerato Killer dello Zodiaco e dei suoi efferati delitti avvenuti fra il 1968 e il 1969.
Zodiac (2007) – La trama
Il film inizia proprio con uno di quegli omicidi che per anni hanno letteralmente terrorizzato tutta la California. Nella cittadina di Vallejo, il 4 luglio 1969, due ragazzi, identificati come Darlin Ferrin e Mike Mageau, si appartano con la macchina in una zona tranquilla in cerca di un po’ di promiscuità. Per loro sfortuna vengono raggiunti da un misterioso individuo che, armato di pistola, li crivella di colpi. Il giorno dopo, alcuni giornali di San Francisco, come il San Francisco Chronicle, ricevono una strana lettera e un messaggio cifrato scritti dall’assassino il quale reclama l’assassinio dei due ragazzi firmandosi semplicemente come Zodiac.
Gli impiegati del Chronicle, fra i quali c’è il giornalista Paul Avery e il giovane Graysmith, restano subito affascinati da questa vicenda. Graysmith in particolare resterà talmente impressionato da questa situazione che in seguito dedicherà molti anni della sua vita alla scrittura di un libro incentrato sul caso e alla ricerca di un possibile nome da attribuire all’enigmatico Zodiac. Nel frattempo i pochi indizi dati dall’assassino non permettono né ai cronisti né ai poliziotti di sbrigare la faccenda in pochi giorni. Alcune settimane più tardi, infatti, altri malcapitati finiscono sotto la lucida follia di Zodiac, come il tassista Paul Stine.
I detective della squadra omicidi Dave Toschi e Bill Armstrong entrano in gioco iniziando a ispezionare in lungo e in largo. Eppure, nonostante tutti siano in continua vigilanza, Zodiac rompe il suo schema iniziale, facendo perdere continuamente le sue tracce. Diventa un caso mediatico che confonde i poliziotti. Da quel 1968 passano gli anni, Toschi e Armstrong sono sempre a un passo dalla verità ma non riescono mai a identificarlo.
Nel frattempo la società cambia, la guerra in Vietnam volge al termine, finisce la presidenza di Nixon e il cinema inizia a usare il caso Zodiac come spunto per alcuni film. Il 1971 è, infatti, l’anno del cult di Don Siegel, Dirty Harry. Questo riprendeva in parte la storia del killer dello Zodiaco, facendo entrare nella storia il personaggio dell’Ispettore Callaghan.
Dopo Toschi, anche Graysmith, nonostante l’attenzione per Zodiac si sia molto affievolita, deciderà di riprendere le investigazioni. Grazie all’aiuto del detective e di altri agenti, il vignettista riuscirà a identificare un possibile uomo: tale Arthur Leigh Allen. Lo stesso individuo che anni prima Toschi e Armstrong avevano interrogato convinti veramente che lui potesse essere il famigerato omicida. Non avendo prove sufficienti erano stati costretti ad abbandonare quella pista. Graysmith invece la riprende riuscendo ad andarci molto vicino. Tuttavia, anche in questo caso le prove certe per incolpare Allen si perdono in un bicchier d’acqua. Graysmith non potrà far altro che terminare il suo libro.
Zodiac, simbolo di una società in rapida disgregazione
Zodiac non è solo un thriller emozionante. Il film di Fincher è un’opera epica e al contempo moderna che sembra perdersi nella notte dei tempi. Questo killer in particolare è in qualche modo legato anche all’Italia. Per anni si era pensato che dietro il Mostro di Firenze si celasse Zodiac che, stanco di uccidere in California, aveva preferito le colline fiorentine per i suoi omicidi. Ma questa è un’altra storia.
Quello avvenuto in America è stato invece un enorme un evento massmediatico che ha segnato un’epoca e un’intera generazione. Durante gli anni della contestazione e della guerra in Vietnam, quella di Zodiac è una vicenda che veramente segna il passaggio da una società all’altra. A cavallo fra gli anni Sessanta e Settanta, periodo di grandi trasformazioni, il Killer dello Zodiaco diventa il simbolo di una disgregazione sociale, di una collettività frammentata e alienata dalla guerra. Fincher descrive tale senso d’incertezza ma allo stesso tempo di forte libertà nella rivendicazione dei propri diritti, firmando una delle sue opere più belle.
Sceneggiato da James Vanderbilt e girato in parte grazie ad un uso massiccio di effetti speciali, Zodiac è un film originale perché mai una volta si pone dalla prospettiva dell’assassino. Tutta la vicenda è narrata così come la maggior parte della gente l’aveva all’epoca vissuta; mediante i rotocalchi, i telegiornali e le sirene della polizia. L’assassino, se non in brevi sequenze, non si manifesta mai; solo tramite quelle famose lettere o indumenti insanguinati che invia ai vari giornali della città. Il regista si mette dalla parte di quei protagonisti che hanno per lungo tempo vissuto e lavorato all’ombra di quell’assassino. Per come si sono svolti i fatti e per come sono stati sfruttati non solo dai media ma anche dagli stessi poliziotti, Zodiac non è altro che l’immagine di un mondo in disfacimento che alcuni vogliono invece salvare.
Graysmith, Avery e lo stesso Toschi sono all’estenuante ricerca di un criminale che scompare sempre. Allo stesso tempo non vorrebbero mai trovarlo, paventati dall’idea di dover tornare alla normalità. Con il suo stile assolutamente inconfondibile, Fincher descrive la figura di un feroce assassino come un modo per compensare il tedio e lo squallore di un mondo e di una società che mutano cancellando ogni segno di familiarità e ogni legame con il passato.
Memorabili restano anche le interpretazioni degli attori protagonisti. Dave Toschi, il poliziotto i cui modi di fare e vestire ispirarono personaggi del cinema come Bullit e il già citato Callaghan, è interpretato da Mark Raffallo. L’attore italo-americano è la personificazione della giustizia; giustizia che in questo caso perde le speranze e che resterà per tutta la vita legato a al suo criminale. Robert Downey Jr. è invece il giornalista Paul Avery, mentre nella parte di Robert Graysmith c’è invece Jake Gyllenhaal.
Leggi anche: Mank – David Fincher, Gary Oldman e il dispotico regno di Hollywood.
Lascia un commento