Narra la leggenda che l’alternativa alla festa in discoteca per celebrare l’8 marzo sia mangiare una pizza con le amiche e gli amici e guardare un documentario sulla storia o sulla situazione odierna delle donne. Indipendentemente da quale sia il modo migliore per celebrare la giornata internazionale della donna, quest’anno le serate fuori non saranno possibili, quindi perché non scegliere davvero un buon documentario per l’occasione?
Oggi vi proponiamo alcuni film da vedere per la Giornata della Donna: 6 documentari visibili su Netflix. Tutti diversi tra di loro in base alle tematiche che si desidera approfondire.
Gloria Allred: dalla parte delle vittime
Gloria Allred: dalla parte delle vittime è un documentario del 2018. Girato da Roberta Grossman e Sophie Sartain sul lavoro dell’attivista americana Gloria Allred. Il film, della durata di 95 minuti, ripercorre la vita di Gloria Allred, attivista, giudice e avvocata. Diventata famosa per aver sempre difeso le donne americane da abusi di potere, aggressioni sessuali, violenze domestiche e altre discriminazioni.
Attiva anche in difesa dei diritti della comunità LGBT, Gloria Allred è diventata una vera icona del femminismo americano e del movimento MeToo. Il suo ruolo fu infatti di fondamentale importanza nello sviluppo della protesta. La Allred, come mostra il documentario, nel 2015 difese 28 donne che accusarono il comico Bill Cosby di violenza sessuale. Molte di queste trovarono il coraggio di parlare dopo decine di anni dall’accaduto.
La legge degli USA, fino al 2015, prevedeva la cosiddetta prescrizione, cioè che non fosse possibile indagare e condannare qualcuno per un crimine commesso così a ritroso nel tempo (per una quantità di anni pari a quelli della pena prevista per quel crimine). La Allred riuscì, con l’aiuto delle vittime di Cosby, a far approvare un disegno di legge per l’eliminazione della prescrizione per i reati di stupro e violenza sessuale.
Questo fu un passo decisivo per la storia delle donne americane che iniziarono, soprattutto nell’ambito dello spettacolo o negli alti ranghi della società, a denunciare un’enorme quantità di abusi, fino ad allora taciuti per paura della posizione di superiorità sociale o lavorativa detenuta dal colpevole. Era il 2017 e iniziava il movimento Metoo.
Nel documentario si alternano vecchie e nuove riprese di Gloria, partecipazioni a programmi televisivi e interviste fatte oppositamente, sia a donne che a uomini che collaborano con l’avvocata, sia alla stessa Gloria. Il film è utile non solo per capire in generale come funziona la vita di un’attivista, come si struttura e cosa comporta ma anche per conoscere questo emblematico personaggio che dagli anni ’70 lotta, ininterrottamente, per i diritti delle donne.
Femministe: ritratti di un’epoca
Questo documentario della durata di 86 minuti, girato da Johanna Demetrakas, si basa su una raccolta di interviste a moltissime protagoniste del movimento femminista statunitense degli anni ’70, partendo dalle fotografie scattate all’epoca da Cynthia Mcadams per l’album Emergence. Una raccolta di ritratti fotografici delle donne attive per i propri diritti negli Stati Uniti. La fotografa era convinta di poter catturare il femminismo in una fotografia attraverso i volti e i corpi delle donne protagoniste del movimento. A distanza di 40 anni le ragazze da lei immortalate, vengono intervistate dalla regista.
Il documentario è davvero emozionante e tocca varie tematiche. L’esperienza personale di ognuna delle donne intervistate viene messa in primo piano e dona allo spettatore, o spettatrice, la voglia di combattere per qualcosa di giusto. Tra le intervistate appaiono artiste, musiciste, stiliste, attrici, comiche. Tra queste, le più famose sono senza dubbio Michelle Phillips, ex moglie e collega di John Phillips, Jane Fonda, Lily Tomlin e la grandissima Laurie Anderson.
Cronaca di una riscossa
Cronaca di una riscossa è un documentario spagnolo girato da Marta Jaenes e Rosa Marquez nel 2019 della durata di 86 minuti. Anche questo basato su interviste ad attiviste ed esperte. Questa volta, però, lo sguardo non è sul passato ma sul presente. Viene messa a fuoco la situazione delle donne spagnole nel 2019 e le rivendicazioni odierne delle femministe. Si parla, appunto, di una riscossa femminista avvenuta in tutto il mondo negli ultimi anni che ha riportato le giovani in piazza a protestare per i loro diritti.
La vita delle donne spagnole è molto simile a quella delle italiane e il documentario è molto utile per capire a che punto siamo, cosa è stato conquistato e cosa ancora no e perchè la lotta femminista non è ancora finita.
La mela di Eva
La mela di Eva è un documentario di 90 minuti girato in Gambia e in Kenya nel 2017 da Jose Manuel Colon. Un lungometraggio che mette a fuoco il problema della mutilazioni genitale femminile. Sì stima che, nel mondo, vengano mutilate 1400 bambine al giorno.
Il documentario si basa su ricostruzioni e interviste sia alle vittime di questa pratica ma anche alle tante persone, donne e uomini, facenti parte delle ONG che ogni giorno si impegnano per ridurre ed eliminare l’infibulazione. In particolar modo il regista mostra i centri di accoglienza in cui le bambine, che si rifiutano di farsi mutilare, trovano rifugio.
Il documentario mette a fuoco le conseguenze di questa pratica. Le bambine mutilate sono pronte – e richieste – per un matrimonio e quindi smettono di andare a scuola per diventare mogli e madri. L’infibulazione provoca una maggior diffusione dell’HIV. La mutilazione può causare infezioni e, più spesso, sterilità. Una donna sterile va incontro a una forte discriminazione da parte della società, dato che il suo compito principale è la procreazione. Le donne che rimangono incinta, invece, soffrono terribili dolori durante il parto a causa dell’infibulazione. Il sanguinamento post-parto é la maggior causa di morte per le donne africane.
Le tre morti di Marisela Escobedo
Le tre morti di Marisela Escobedo è un documentario girato da Carlos Perez Osorio nel 2020. Della durata di 109 minuti, narra la storia di Marisela Escobedo.
Marisela nel 2008 perde la figlia 17enne, Ruby, uccisa per mano del compagno. Nel chiedere giustizia, Marisela diventerà un simbolo della lotta contro la violenza di genere in Messico.
La vicenda di questa donna non è arrivata in Italia nel lontano 2008 ma ha scosso profondamente l’intero continente sudamericano. Una storia di forza e determinazione, una lotta contro un governo corrotto che si finge cieco davanti allo sterminio delle donne messicane.
Il ciclo del progresso
Perché 5 documentari più uno? Questo ultimo consiglio di visione è un cortometraggio di soli 26 minuti per chi non ha molto tempo ma non vuole rinunciare a celebrare la giornata della donna.
Il ciclo del progresso, titolo originale Period – the end of sentence, è un documentario girato in India da Rayka Zehtabchi nel 2018. La regista porta in scena il problema legato alle mestruazioni. In India, infatti, esiste un vero e proprio tabù. Le ragazze dopo il primo ciclo mestruale smettono di andare a scuola (e questo crea una forte diseguaglianza nel livello di educazione tra uomo e donna), non possono più entrare nel tempio e addirittura spesso, durante le mestruazioni, non escono di casa perché non hanno assorbenti.
Gli assorbenti in realtà sono venduti in India ma, essendo la maggior parte dei negozi gestiti da uomini, le donne si vergognano di andare a comprarli. Una prospettiva spaventosa se si pensa che il ciclo mestruale è ciò che consente alla specie umana di riprodursi. Eppure da secoli alle donne viene insegnato ad averne vergogna. Persino in Europa le ragazze nascondono gli assorbenti alla vista di amici, fidanzati, addirittura padri. Ma in India il tabù raggiunge livelli drammatici.
Nella campagna del sud del paese, però, un uomo ha inventato un sistema lowcost per produrre assorbenti di qualità. Fa lavorare le donne sia nella produzione che nelle vendita. Il lavoro permette a queste, e alle loro clienti, di fare un passo avanti verso l’emancipazione.
Il titolo italiano, per una volta, sembra essere più adatto di quello inglese. Infatti il gioco di parole che il termine ciclo permette di fare è sottile e pertinente. Il ciclo di produzione industriale porta progresso così come il ciclo mestruale, e le due cose si uniscono insieme in questo villaggio del sud dell’India.
Per sostenere il progetto e aiutare le donne indiane a sconfiggere il tabù sulle mestruazioni è possibile fare una donazione sul sito: www.thepadproject.org
Conclusioni
Tutti questi documentari presentano un aspetto diverso delle tematiche femminili e femministe di oggi e di ieri. Purtroppo su Netflix non è possibile trovare un documentario italiano o sulla situazione delle donne in Italia ma questi contenuti mostrano la grande attenzione che la casa cinematografica detiene nei confronti delle problematiche di genere.
La festa dell’8 marzo è stata istituita per ricordare tutte le donne vittime del patriarcato, è una giornata di commemorazione in cui è nostro dovere informarci. Non solo su ciò che succede nel nostro paese ma nel mondo, perchè anche le donne indiane o ghanesi hanno bisogno di essere ascoltate. Senza, però, dimenticarci di prestare attenzione ai problemi italiani. Dunque, in un anno di pandemia in cui la disoccupazione femminile è aumentata drasticamente, in cui la violenza domestica sembra avere riscontri sempre più drammatici, viviamo questa giornata con consapevolezza.
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