Personalmente, ho un metodo infallibile per capire fino a che punto mi piace un film: se riesce a farmi piangere ogni volta che lo riguardo come se fosse la prima, allora è amore. Non ce ne sono molti che mi fanno questo effetto, ma sicuramente tra questi non può mancare Big Hero 6, il film di animazione uscito nelle sale nel 2014 e diretto da Chris Williams e Don Hall. Se siete tra gli affezionati di questo sito e in particolare di questa serie di articoli dedicati ai Classici Disney, so per certo che il nome del secondo regista non vi suonerà nuovo, o almeno con me non l’ha fatto. È proprio lui, lo stesso che ha firmato la regia del revival del 2011 di Winnie the Pooh – Nuove Avventure nel Bosco dei Cento Acri, il film che mi aveva lasciato con giusto qualche perplessità. Però dai, con Big Hero 6 la seconda possibilità devo ammettere che se l’è giocata nel migliore dei modi.

Ma torniamo seri, che stavamo dicendo? Ecco, Big Hero 6 è il 54o Classico Disney e rappresenta la comunione tra la Walt Disney e il Marvel Cinematic Universe, dopo che gli studios del secondo sono stati acquisiti nel 2009 dal gruppo Disney. Infatti, il film è il primo a ispirarsi a un franchise Marvel basato sul poco noto fumetto, intitolato appunto Big Hero 6, a partire da un progetto elaborato da Don Hall. L’intuizione del regista è stata piuttosto azzeccata, tanto che nel 2015 la pellicola ha ottenuto l’Oscar come Miglior film d’animazione.

La storia si svolge nell’immaginaria e ultramoderna città di San Fransokyo. Hiro Hamada è un piccolo genio di quattordici anni che si diletta nella costruzione di piccoli robot da utilizzare per vincere i bot duelli clandestini. Grazie al fratello maggiore Tadashi, a cui è molto affezionato, il ragazzino si convince a investire la sua incredibile intelligenza nella ricerca tecnologia. Suo fratello infatti lo invoglia a iscriversi nella sua stessa università non solo facendogli conoscere i suoi amici brillanti e bizzarri GoGo Tomago, Wasabi, Honey Lemon e Fred, ma anche mostrandogli il suo laboratorio e in particolare il progetto a cui sta lavorando, di cui ne va molto fiero. Purtroppo però un terribile incidente sconvolge la vita di Hiro e sarà solo grazie ai compagni di Tadashi e a un nuovo amico speciale del tutto singolare che riuscirà a rialzarsi e a trovare le risposte di cui ha bisogno.

Se ancora dopo sette anni dall’uscita del film non avete avuto l’occasione di vederlo, vi invito caldamente a farlo. Ve lo consiglio per il semplice motivo che, dal mio punto di vista, non ci sono molti altri film di animazione che danno un’idea così tanto vicina alla vera natura dei rapporti umani. L’effetto è dovuto certamente alla scelta, oltre che del setting, dei personaggi: non sono animali, protagonisti di videogiochi, persone che abitano in lontani e magici regni dal gusto medievale o giocattoli. Sono ragazzi e ragazze del presente che vivono una vita molto simile alla nostra, normale e quella che vediamo è una realtà estremamente simile al mondo a cui siamo sempre più abituati, arricchito e incuriosito dalle scoperte tecnologiche. È dunque naturale che, per esempio, di fronte alla rappresentazione dell’affetto profondo tra i due fratelli qualche lacrima possa scendere, nel mio caso una cascata, perché le distanze tra lo spettatore di oggi e i personaggi si accorciano notevolmente e si è incoraggiati ad assumere e a comprendere il loro punto di vista.

Un ulteriore avvicinamento al presente è da notare anche in un altro aspetto che ho apprezzato particolarmente, ossia il modo di caratterizzare i personaggi femminili che si discosta dagli stereotipi offrendone un ritratto fresco, intelligente e in linea con le idee che si stanno faticosamente affermando al giorno d’oggi.

“BIG HERO 6” Pictured: Aunt Cass. ©2014 Disney. All Rights Reserved.

Vorrei avviarmi alla conclusione con una convinzione, cioè che a Big Hero 6 non manca niente. C’è azione, amore, amicizia, comicità e ci sono anche importanti spunti di riflessione. Primo tra tutti la complessità del superamento di un trauma e quale sia un modo di affrontarlo. Ci viene mostrato quanto sia fondamentale in certe situazioni essere disposti a fidarsi degli altri e nello stesso tempo a fare affidamento sia in ciò che ci rende speciali, sia in ciò che di speciale può fare chi è pronto a starti accanto. L’invito è abbastanza chiaro: circondiamoci di persone che sappiano vedere e coltivare il meglio di noi e facciamo tesoro della loro compagnia per superare ogni difficoltà e confrontarci col mondo.

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