Come una formica rossa in una goccia d’acqua è il primo romanzo del regista e videomaker Duilio Scalici. Una storia d’amore e di morte ambientata in un distopico futuro che riporta alla mente George Orwell ma soprattutto The Giver di Lois Lowry.
Trama
In questo mondo, nato dall’inchiostro di Scalici, tutto è severamente controllato dall’autorità statale, che decide persino quando far nascere e far morire i suoi cittadini. Il protagonista dal nome parlante è Limbo, incaricato dallo stato del mestiere di Morte. Limbo ogni giorno riceve una busta con il nome di una persona e il suo lavoro è quello di comunicarle che dovrà morire, scegliendo tra le varie opzioni che lo stato offre.
L’esistenza di Limbo trascorre serenamente, senza mai interrogarsi sul valore delle sue azioni e senza mai soffrirne. Limbo svolge semplicemente il suo lavoro senza fare domande e i suoi giorni si ripetono solitari e indistinti, finché non trova l’amore e la sua vita cambia.
Analisi
“La storia è risolta, leggera, profonda, ti prende per mano e ti lascia stupendamente di merda come piace a me”
Così Riccardo Sinigallia ha descritto Come una formica rossa in una goccia d’acqua; è facile ritrovarsi nel suo giudizio. Il libro è breve, la scrittura scorrevole, la storia accattivante e il finale lascia di stucco. Il ritmo della storia è incalzante e conduce rapidamente a una conclusione che risulta inaspettata ma anche incredibilmente prevedibile. Per questo lascia “stupendamente di merda”, perché è ovvio che finirà così ma l’autore riesce a distrarre così bene che il lettore fino alla fine non sa cosa aspettarsi.
Come una formica rossa in una goccia d’acqua è un romanzo breve che avanza velocemente, scritto in modo semplice e pulito ma non per questo privo di alcuni meccanismi letterari alti come l’uso dei nomi parlanti o l’interlocuzione diretta con il lettore.
Lo stile del regista si ritrova in un romanzo che procede per immagini, per scene quasi cinematografiche, e salta avanti nel tempo come un film. L’impianto descrittivo è minimalista ma sufficiente per creare un’impressione visiva nel lettore.
Scalici è un regista di cortometraggi, una forma d’arte con cui in poco tempo si riesce a comunicare in modo efficace e diretto. Questo aspetto si riflette nel suo primo romanzo che può essere definito un “cortoromanzo” tanto ricorda il cortometraggio da un punto di vista di tecniche narrative.
Ma non solo la tecnica ricorda le opere cinematografiche di Scalici, anche le tematiche affrontate sono simili. Infatti il tema di un progresso a doppio taglio e di un’umanità incapace di autogestirsi era già in Enfer e in Users.
Conclusioni
Come una formica rossa in una goccia d’acqua è un romanzo interessante, adatto anche ai più giovani per la sua semplicità e delicatezza. Un romanzo sull’importanza del restare umani in un mondo sempre più meccanico, dove tutto è già deciso e non è necessario scegliere nè pensare nè amare. La vita si trasforma in accettazione e le persone, private della loro facoltà cognitiva, sono sempre più simili ad animali.
“Ma, giovanotto, è una cosa straordinaria, dovresti esserne felice, solo pensando sarai veramente libero di essere quello che sei. Ed è in questa libertà la chiave della vita felice che nessuno più conosce in questo mondo”
La libertà di pensare, però, alla fine conduce Limbo alla disperazione, ricordando al lettore la condizione umana per eccellenza: la nostra esistenza è un limbo tra il bene e il male, tra la felicità e la tristezza perché siamo in grado di pensare, immaginare, credere e amare. In un mondo in cui queste capacità vengono annullate non c’è tristezza ma non può esserci felicità.
