La signora ammazzatutti (Serial Mom) è una frizzante commedia scritta e diretta da John Waters, il quale si diletta nel prendersi gioco della società americana attraverso la parodia del genere thriller/horror. Il film infatti riprende in chiave tragicomica le imprese, ovviamente in chiave negativa, dei serial killer che tanto interesse hanno suscitato, e continuano a suscitare, nel pubblico di tutto il mondo.
Prodotto nel 1994, all’inizio del film viene dichiarato che la storia si ispira -anche se in realtà non è così- a fatti realmente accaduti, facendo il verso a quell’intero filone di cinema agiografico dedicato agli omicidi seriali. Dal Killer dello Zodiaco a Ted Bundy, passando per Charles Manson e la sua Family, ogni assassino che si rispetti ha il suo film. John Waters così ne scrive uno anche per Beverly Sutphin.
La signora ammazzatutti – La trama
Baltimora. Primi anni Novanta. Nella più classica delle case suburbane, una tipica famiglia americana sta gustando una tipica colazione americana preparata dalla loro amorevole madre e moglie, Beverly Sutphin. Beverly è la tipica donna che popola la Suburbia: una casalinga dai capelli biondi cotonati annoiata dal solito ménage familiare. Per Beverly tutto deve essere perfetto.
La famiglia Supthin è composta anche da Eugene, il marito di professione dentista, e dai due figli, Chip e Misty. Il primo lavora in una videoteca ed è un grande appassionato di film dell’orrore particolarmente truculenti mentre la seconda frequenta l’università. Il loro idillio viene interrotto da due detective che bussano alla porta per chiedere informazioni su di un caso. La vicina di casa dei Supthin ha denunciato infatti di essere vittima di chiamate moleste durante le quali viene ripetutamente oltraggiata e minacciata di morte.
Mentre i detective brancolano nel buio il pubblico scopre la sconvolgente verità: è Beverly a molestare la propria vicina. Quella che sembra una perfetta madre di famiglia è infatti preda di uno stato nevrotico per cui chiunque si metta in mezzo a lei o alla sua famiglia potrebbe venire ucciso. Come potrete ben capire dal titolo molto poco attento a non fare spoiler Beverly ucciderà varie persone nel corso di una sola giornata.
La società americana messa alla berlina
John Waters scrive un film divertente e fortemente ironico, che mette alla berlina non solo la società americana nel suo complesso, ma anche la sua ipocrisia, la sua morbosità e la sua crescente voglia dei classici quindici minuti di celebrità.
La famiglia Supthin è infatti il classico stereotipo della perfetta famiglia americana: bianchi di ceto medio alto che vivono in una grande casa singola in periferia. Tutti i rapporti che i Supthin intrattengono con i vicini e gli altri personaggi sono dominati da una costante ipocrisia. Sono pochi infatti i legami che vanno oltre le semplici false formalità. Gli unici legami forti e reali sono quelli all’interno della famiglia e dei figli con i loro rispettivi amici. In particolare il figlio Chip è molto connesso con l’amica Birdie, con la quale condivide la morbosa passione per gli horror splatter.
Il rapporto tra Birdie e Chip introduce nel film il tema dell’assuefazione alla violenza e all’orrore. I due sono infatti grandi consumatori di videocassette horror e sembrano insensibili, se non attratti, dalla scia di violenza che Beverly ha scatenato. Ad essere attratti dalla scia di violenza sono anche i media, i quali non si fanno problemi a speculare sugli eventi fino a far diventare la signora ammazzatutti un vero e proprio personaggio pop.
Ultimo, ma non meno importante, ad essere messo alla berlina è il sistema giudiziario statunitense. Il processo contro Beverly diventa subito infatti un circo mediatico e legale, dove tutte le storture e i difetti del sistema vengono esposti.
La signora ammazzatutti è una riuscitissima parodia dei thriller incentrati sui serial killer, che trascina il genere in un’atmosfera quasi da commedia per ragazzi e lo mette alla berlina senza nessuna pietà. Come Beverly con le sue vittime.
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