Bastardi senza gloria (2009)

Bastardi senza gloria – L’ucronia anti-nazista di Quentin Tarantino

C’era una volta nella Francia del 1941 un colonnello delle SS a caccia di ebrei. Inizia con l’arrivo del colonnello Hans Landa a casa di Monsieur La Padite il Bastardi senza gloria (Inglourious Basterds) di Quentin Tarantino. Presentato al Festival di Cannes 2009 il film racconta la storia di un gruppo scelto di soldati americani e della loro missione di uccidere Adolf Hitler e i maggiori gerarchi nazisti.

Il cacciatore di ebrei Hans Landa è magistralmente interpretato da Christoph Waltz, che per il ruolo vince nel 2010 l’Oscar come Miglior Attore Non Protagonista. All’opposto dalla barricata c’è, alla guida dei Bastardi, il tenente Aldo Raine, di sangue in parte cherokee e interpretato da Brad Pitt. Se il primo va a caccia di ebrei nella Francia occupata, il secondo va a caccia di scalpi nazisti dietro le linee nemiche, prima dello sbarco in Normandia.

Brad Pitt è il tenente Aldo Raine

Le cacce di Landa e Raine avranno il loro culmine nel finale tutto fuoco e sangue, che posiziona la storia scritta da Tarantino nel filone delle ucronie. Alla faccia dell’attendibilità storica il saggio Quentin confeziona una storia intensa, eccitante e appassionante, che ancora oggi tiene incollati allo schermo nonostante le innumerevoli visioni.

Perché diciamocelo – e qui andate a vedere il film se non volete spoiler, non si può non godere nel vedere Hitler e i suoi maledetti gerarchi saltare in aria. Se questo finale non riesce ad emozionarvi, se non avete esultato mentre nella sala del cinema dove i nazisti vengono radunati come topi e vengono avvolti dalle fiamme, state leggendo una recensione sul sito sbagliato.

La Storia in Bastardi senza gloria

Tarantino divide la sua storia in capitoli che si succedono linearmente. Il racconto procede dall’inizio alla fine verso quella specifica conclusione nel quale Adolf Hitler, invece di suicidarsi in un bunker di Berlino, viene fatto saltare in aria da un complotto giudaico. Goduria.

Bastardi senza gloria segna così l’inizio dell’omaggio alla Trilogia del Tempo di Sergio Leone. Tarantino inizia la sua Trilogia storica, dove rimaneggia i fatti del passato per dargli una conclusione “positiva”. Fanno parte di questo filone anche i successivi Django Unchained (2012) e C’era una volta a… Hollywood (2019).

La storia ufficiale è troppo orrenda per poter essere divertente, e Tarantino la rimaneggia, la mescola con un po’ di pulp e la ricrea. La nuova storia, quella che scorre sullo schermo, seppur falsa diventa immediatamente quella che tutti noi avremmo voluto studiare. Non perché è più eccitante o altro, ma perché avrebbe significato, paradossalmente, meno morti, meno brutalità e una grossa rivincita morale per coloro che dalla storia sono stati schiacciati.

I protagonisti del film

Uno dei grandi punti di forza della scrittura di Quentin Tarantino è la creazione dei personaggi. Infatti, ogni personaggio che esce dalla sua penna diventa immediatamente iconico e memorabile. I protagonisti di Bastardi senza gloria non fanno eccezione, sia che siano presente per tutto il film sia che compaiano in una sola singola scena.

August Diehl è il Maggiore delle SS Dieter Hellstrom

Il tenente Aldo Raine, detto l’Apache, di sangue cherokee, appartiene anche lui a un popolo vittima di genocidio. Raine guida contro i nazisti un manipolo di soldati specializzati, in parte ebrei, nella sua caccia spietata di nazisti. È questo l’elemento principale della sua filosofia: non c’è nessuna pietà per coloro che fanno parte della follia nazista, indipendentemente dal loro grado di coinvolgimento. Nemmeno i soldati di leva non ideologizzati vengono risparmiati.

Il colonnello Hans Landa, dal canto suo, è anche lui un cacciatore di ebrei senza pietà. Anzi, senza emozioni. Il personaggio di Christoph Waltz è infatti un’algida macchina da guerra, il quale si camuffa da essere umano per portare a termine la sua missione. Non che sia un cieco e fedele servitore dell’ideologia nazista. Hans Landa è un cinico servitore di se stesso, dedito solamente ad accontentare il suo ego.

Shoshanna Dreyfus è la ragazza ebrea che riesce a sfuggire dalle grinfie di Landa nel capitolo iniziale del film. Conosciuta a Parigi con lo pseudonimo di Emmanuelle Mimieux, Shoshanna è un personaggio determinato, orgoglioso e vendicativo. Appena le capita l’occasione, architetta il giusto complotto per avere la vendetta che le spetta sui nazisti. Interpretata da Mélanie Laurent, è infatti la proprietaria del cinema dove Hitler e l’alto comando nazista andranno a gustarsi la prima di Orgoglio della nazione.

Il cinema come protagonista

Il cinema di Shoshanna/Emmanuelle diventa il fulcro dell’azione. Il soldato di prima classe Frederick Zoller, interpretato da Daniel Brühl, invaghitosi di Emmanuelle, fa pressione per spostare la proiezione in anteprima del film Orgoglio della nazione nel suo cinema. Zoller è il protagonista, sia del film che della storia che il film racconta: il soldato era accampato sulla torre campanaria di una cittadina italiana e da lì ha resistito per giorni uccidendo centinaia di nemici.

La serata in onore di Zoller è una passerella propagandistica in quel di Parigi. La supremazia tedesca non si vive solo nell’occupazione militare ma anche attraverso quella dei luoghi di cultura e di aggregazione. Orgoglio della nazione è pensato da Joseph Goebbels come un punto di partenza per la rinascita del cinema tedesco, che può così lasciarsi alle spalle la decadente cinematografia giudaica della Repubblica di Weimar.

Mélanie Laurent è Shoshanna Dreyfus/Emmanuelle Mimieux

L’arte cinematografica è una potenza espressiva e Goebbels lo sapeva, sia nella realtà che nella linea temporale di Bastardi senza gloria. Così come Nascita di una nazione nel 1915 ha dato nuova linfa alle scorribande razziste del Ku Klux Klan decenni dopo la sconfitta dei confederati, così Orgoglio della nazione avrebbe dovuto rinvigorire lo spirito nazista in un momento critico del secondo conflitto mondiale.

Ma l’arte è per l’appunto un grido di libertà. E il cinema non fa eccezione. Proprio per questo Shoshanna e Marcel, il suo compagno, manomettono la pellicola del film per lanciare un messaggio agli ospiti in sala. L’arte non può essere ingabbiata né ridotta a mera propaganda: prima o poi sarà pronta a lanciare il suo messaggio di ribellione al potere costituito.

Fanculo i nazisti.

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