Cado dalle nubi (2009)

Cado dalle nubi – L’esordio anti-omofobo di Checco Zalone

Prima di esordire alla regia con Tolo Tolo, Checco Zalone si era costruito una discreta carriera come attore. Dal suo esordio con Cado della nubi (2009) fino a Quo Vado? (2016), ricoprendo sempre il ruolo del protagonista, ha macinato record su record per quanto riguarda gli incassi al botteghino.

Il segreto del suo successo, ritenuto da una certa intellighenzia segno del declino culturale del popolo italiano, risiede invece nella sua semplice complessità. Il personaggio creato da Luca Medici è infatti una maschera con la quale il suo autore può affrontare la società italiana di oggi e la sua grottesca normalità.

Tolo Tolo - Checco Zalone
Checco Zalone in Tolo Tolo (2020)

A livello superficiale quelle con Checco Zalone sembrano le classiche commedie da divano e rutto libero destinate ad un pubblico poco interessato a pensare e riflettere. Ma le commedie di cui Zalone è protagonista hanno una profondità maggiore.

A cominciare da Cado dalle nubi, il primo film che l’ha visto protagonista nel 2009, diretto da Gennaro Nunziante ma di cui lo stesso Zalone ha curato la sceneggiatura e il soggetto.

La trama di Cado dalle nubi

Checco Zalone è un disoccupato di Polignano a Mare che sogna di fare il cantante. Effettivamente, il fine settimana canta nella gelateria del paese. Quando viene lasciato dalla sua fidanzata Angela, che lo considera un fallito, decide di andare al Nord per tentare la carriera da artista.

Arrivato a Milano viene ospitato da suo cugino Alfredo. Alfredo è omosessuale e convive con il suo fidanzato Manolo, e tiene la sua famiglia all’oscuro di tutto per paura che non possano capirlo. In un primo momento, anche lo stesso Checco non si trattiene dal fare commenti inopportuni.

Nei giorni seguenti, in giro per Milano, Checco incontra una ragazza in un negozio di strumenti musicali. Marika è una splendida e solare ragazza che fa volontariato per dei ragazzi in difficoltà e Checco se ne innamora a prima vista. Oltre a dover scalare il mondo della musica, ora Checco deve anche conquistare il cuore di una donna.

Checco Zalone e Giulia Michelini in Cado dalle Nubi (2009)
Checco Zalone e Marika, interpretata da Giulia Michelini

La classica commedia degli equivoci

Cado dalle nubi riprende in toto il personaggio di Checco Zalone costruito negli anni precedenti sul palco di Zelig. Luca Medici interpreta infatti un cantante volgare, superficiale e ignorante, come se rappresentasse una summa di tutti i difetti tipici degli italiani.

Quando Checco arriva a Milano, si trova immerso in una realtà totalmente diversa da quella che vive la maggioranza della popolazione italiana. Spaesato e rapito dalla vita e dalla diversità della grande città, Zalone deve affrontare le classiche disavventure di un provinciale che si trasferisce in una metropoli. Incomprensioni ed equivoci sono quindi all’ordine del giorno e caratterizzano tutto l’arco narrativo.

Dalla satira politica all’accettazione dell’omosessualità

Cado dalle nubi è un film del 2009. Ai tempi la Lega Nord era un partito federalista, quasi secessionista, e l’antimeridionalismo ne infiammava le fila. E Medici da buon pugliese non poteva non burlarsene, dando spazio all’interno delle sue interpretazioni anche per della sana satira politica. Così Checco Zalone invade la casa di un dirigente del partito, interpretato da Ivano Marescotti, irride Alberto da Giussano e maledice lo stesso Marescotti quando compie il sacrilegio di buttare le orecchiette nel secchio.

Ivano Marescotti e Checco Zalone in una scena del film

Cado dalle nubi, oltre a prendersi gioco dell’italiano medio, dello showbiz e della Lega Nord, si diletta nel mettere alla berlina tutto quell’universo che ancora non riesce ad accettare che delle persone si amino, a prescindere dall’identità di genere. Checco Zalone col suo linguaggio politicamente scorretto non ci fa ridere degli omosessuali, ma di se stesso. Si ride della stupidità di un personaggio che fa fatica ad accettare gli altri, e che quando li accetta mantiene una latente omofobia lasciatagli dalla cultura assorbita fino a poco prima.

Anni prima delle unioni civili e del dibattito sulle leggi contro l’omotransfobia, Gennaro Nunziante e Checco Zalone mettono in scena una commedia che superficialmente parla di sesso, f***i e n***i mentre invece racconta di diritti uguaglianza e libertà di essere se stessi.

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