Uscito nelle sale cinematografiche nel 2017, Come un gatto in tangenziale è un film diretto da Riccardo Milani che vede come protagonisti Monica, interpretata da Paola Cortellesi, e Giovanni, interpretato da Antonio Albanese, due individui di differente estrazione sociale che si conosceranno a causa dell’amore che si instaurerà tra i rispettivi figli.
Giovanni lavora per conto del Parlamento europeo e si occupa nello specifico della situazione delle periferie italiane. Monica invece sbarca il lunario lavorando in una mensa e vive in un quartiere romano, per usare un eufemismo, modesto. L’incontro/scontro tra Monica e Giovanni darà vita ad alterchi memorabili e a sequenze a dir poco esilaranti.
Dopo aver duettato magistralmente in Mamma o papà? Antonio Albanese e Paola Cortellesi suggellano la loro alchimia rievocando intramontabili coppie del cinema italiano come Giancarlo Giannini e Mariangela Melato e Alberto Sordi e Monica Vitti tra le tante. Paola Cortellesi è sublime nel calarsi nei panni di questa donna disillusa che dietro ad un’apparente aggressività cela dolcezza e fragilità. Monica è un personaggio molto sfaccettato e rappresenta l’emblema stesso di tutte quelle persone che non credono più nella politica. Nel corso della vicenda infatti Monica ripeterà come un mantra che “È tutto un magna magna.”

L’eclettico Antonio Albanese dal canto suo è ineccepibile nell’incarnare un uomo che si troverà per la prima volta faccia a faccia con i problemi sociali. Giovanni infatti fino all’incontro con Monica svolgeva in modo teorico il suo lavoro e non aveva mai avuto un’ esperienza diretta con il degrado delle periferie. Oltre ai due protagonisti sono da menzionare un irresistibile Claudio Amendola nei panni del marito truce di Monica e l’affascinante Sonia Bergamasco, la quale interpreta mirabilmente l’ex moglie snob di Giovanni.
Come nella migliore tradizione dell’immarcescibile commedia all’italiana, Come un gatto in tangenziale coniuga la risata alla riflessione, mostrando allo spettatore che il peggior nemico della società è il pregiudizio. Pertinente a tal proposito risulta essere il seguente aforisma del compianto scrittore austriaco Karl Kraus: “Il pregiudizio è un indispensabile maggiordomo che respinge le impressioni fastidiose dalla porta di casa. Ma bisogna evitare di farci cacciar fuori noi stessi dal nostro maggiordomo.”
Coadiuvato in fase di sceneggiatura da Giulia Calenda, Furio Andreotti e dalla stessa Cortellesi, il regista di Scusate se esisto! (2014) e Il posto dell’anima (2003) riesce ad eludere il macchiettismo facile, realizzando un bellissimo lungometraggio da vedere e rivedere che ha fatto incetta di premi e ha sbancato il box office nostrano, tanto che a breve uscirà il sequel.
L’opera in questione invita tutti noi ad abbandonare il qualunquismo e ad andare oltre le parole. Solamente così riusciremo a non fare la fine di un gatto in tangenziale. Me sò capito io! Ma credo abbiate capito anche voi.
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