La magia del cinema è quella di rendere eterno ciò che è destinato a soccombere sotto il peso del tempo. È grazie a questa magia se è possibile ascoltare e vedere sempre di nuovo i nostri attori e personaggi preferiti. Saggiare i loro consigli, e vivere poi – finalmente – anche grazie al loro esempio. La kryptonite nella borsa (2011) è il film che segna l’esordio alla regia dello scrittore e sceneggiatore napoletano Ivan Cotroneo.
Si tratta di una storia di formazione in stile post-realista (quella sorta di neorealismo magico e onirico tutto italiano) basata sul romanzo omonimo pubblicato nel 2007 dallo stesso Cotroneo. Sotto le sembianze di questa commedia drammatica si nasconde il potente messaggio etico di una favola magica per tutte le età, il cui senso profondo ci obbliga alla riflessione in un’epoca in cui il razzismo e la discriminazione dilagano in tutte le società.
La kryptonite nella borsa – La trama del film e del romanzo di Ivan Cotroneo
Napoli anni ‘70: ‘’Questa è la storia di un supereroe, di una famiglia e di un bambino con gli occhiali’’ ci dice la voce narrante all’inizio del film. Peppino (Luigi Catani) è un bambino di dieci anni, timido e introverso, con una famiglia tutta particolare. Il cugino Gennaro (Vincenzo Nemolato), di qualche anno di più grande, crede addirittura di essere un supereroe (una sorta di Superman Napoletano) e va in giro conciato da tale. Peppino, insieme alla sua famiglia, sta attraversando un difficile momento di crescita; ogni membro della famiglia infatti sta facendo i conti con i propri problemi esistenziali, ma il giovane ragazzino sembra proprio quello che ne senta maggiormente il peso.
I genitori di Peppino si trovano alle soglie di una crisi di coppia: la madre (Valeria Golino) è caduta in depressione da quando ha scoperto che il padre (Luca Zingaretti) la tradisce con la figlia del tabaccaio (Antonia Truppo). Lo stesso dicasi per gli zii materni, Zia Titina (Cristiana Capotondi), zio Salvatore (Libero de Rienzo) e zio Federico (Gennaro Cuomo), costretti ad affrontare la realtà per diventare adulti. Il culmine però Peppino lo tocca quando arriva la notizia che il cugino Gennaro è morto dopo essere stato investito da un pullman. Però, attraverso un viaggio interiore di crescita, al tempo spesso esilarante e onirico, Peppino raggiunge la consapevolezza dell’importanza di essere sé stessi, aiutato in questo dal ”fantasma” benevolo del cugino Gennaro, ormai trasmutato e finalmente libero di riconoscere la sua vera identità sessuale.
Lo zio Salvatore – Omaggio a Libero de Rienzo
Nella trinità degli zii materni spicca il volto di un attore al quale abbiamo da poco dovuto dire addio. Mi riferisco ovviamente al noto attore napoletano Libero De Rienzo (1977-2021), che nel film di Cotroneo veste i panni dello zio Salvatore. L’attore è perfetto per quella parte: possiede tutte le caratteristiche per interpretare un giovane in cerca della sua strada, diviso tra i suoi sogni e l’esempio da dare al giovane nipote. Timidezza e ambizione. Desiderio e paura. Il ritratto delineato dal grande (e prematuramente scomparso) attore napoletano è un esempio dell’importanza del lavoro attoriale e della sua funzione all’interno della società.
Un attore è chiamato a riflettere la sua vita, la sua cultura, il suo mondo; ma allo stesso tempo ne rappresenta una forza motrice, in grado di cambiare la rotta del mondo attraverso la sua arte. Libero De Rienzo ha dedicato la sua vita a questo, e il lavoro fatto sui personaggi che ha interpretato (come lo zio Salvatore de La Kryptonite nella borsa) ne è la prova. Non resta allora che augurare che le scene da lui interpretate, siano guardate e riguardate, e possano essere lo spunto per un mondo migliore.
Il messaggio: amore e differenza
Attraverso l’ironia e la profondità questo film è in grado di farci riflettere su degli aspetti determinanti dell’esistenza: come la sessualità e l’accettazione di sé. Si tratta di temi troppo importanti perché rimangano estrani al mondo dell’arte e soprattutto della commedia. L’amore, la sessualità, la differenza. Ma soprattutto l’importanza di essere sé stessi, di riconoscersi e scoprirsi, senza lasciarsi traviare dal ruolo che la società ha scelto per noi. Riflessioni fondamentale nell’epoca del DDL ZAN. ‘’Questa è la storia di un bambino con gli occhiali, di una famiglia e di un supereroe. Ma non è una storia sull’infanzia: questa è una storia sull’amore’’. L’amore per sé stessi in primis, potremmo aggiungere.
Lascia un commento