Il regista finlandese Dome Karukoski dirige un simpatico film biografico sul genio letterario di John Ronald Reuel Tolkien, grande filologo britannico, glotteta, scrittore, nonché padre di opere indimenticabili come Il signore degli Anelli, Lo Hobbit. Tolkien, uscito nel 2019, parte dalle origini di uno dei più grandi romanzieri e letterati inglesi di tutti i tempi, rivoluzionario della narrativa e dei romanzi di fantasia.
Il film di Karukoski, interpretato da Nicholas Hoult, Lily Collins, Derek Jacobi e Anthony Boyle, ripercorre parte della vita di J.R.R. Tolkien, dai suoi primi anni passati a Birmingham assieme al fratello minore Hilary e alla madre. Dopo la morte di quest’ultima, ritrovata dallo stesso Tolkien, il film ritrae anche l’aiuto da parte di un prete e l’arrivo in casa della Signora Faulkner, dove il ragazzo incontra la bella Edith Bratt, la donna che diverrà l’amore tormentato del giovane Tolkien e infine la compagna di tutta la vita.
Tuttavia, Tolkien non segue solo il filo romantico della vita più privata e intima del filologo. Al centro della pellicola c’è naturalmente l’universo tolkeniano dal quale provengono i protagonisti indimenticabili delle sue avventure come il mago Gandalf, gli hobbit o il feroce e spaventevole drago Smaug. Personaggi questi che costituiscono solo una minuscola parte di quell’immenso patrimonio; perché è la lingua naturalmente l’altra vera, grande protagonista di Tolkien e poi c’è la guerra. La guerra, quella del 1914-1918, alla quale John Ronald Reuel Tolkien partecipò e con lui anche i suoi inseparabili amici e compagni di vita Geoffrey, Robert e Christopher.
La trama di Tolkien (2019)
Il giovane John Tolkien dopo la morte del padre si trasferisce con la madre e il fratello a Birmingham. Dopo un’infanzia passata in una famiglia borghese, John si ritrova improvvisamente a vivere in una situazione di quasi totale indigenza. La morte della madre, che raccontava per lui e per il fratello Hilary, fantastiche storie di draghi e cavalieri, porta i due ragazzi a chiedere aiuto a padre Francis Morgan il quale, tramite le sue conoscenze, li affida alla severa Signora Faulkner che li ospita in casa sua.
Frequenta la scuola della città dove incontra tre ragazzi, Geoffrey Smith, Christopher Wiseman e Robert Gilson, che diventeranno ben presto i suoi amici più cari, con i quali Tolkien si diverte ad inventare storie. Appassionato delle lingue e in particolare degli studi di filologia, John è costretto a lasciare l’amata Edith Bratt, anch’essa ospite a casa Faulkner, per entrare ad Oxford. All’università, tuttavia, dopo un inconveniente e non potendo frequentare i corsi senza borsa di studio, viene espulso.
Ma proprio nel momento in cui sta per tornare a Birmingham, Tolkien si imbatte casualmente nel Professor John Wright che, resosi conto della sua abilità con le lingue, decide di offrirgli una borsa di studio e improvvisamente Tolkien diventa il suo studente più valente. Nel frattempo scoppia la guerra e Tolkien, così come i suoi inseparabili amici, partono per combattere in Francia. Al fronte John vive l’orrore e il dramma della trincea. Nonostante la morte di Robert e Geoffrey, torna vivo in Inghilterra, si sposa con Edith dalla quale avrà tre figli. Diventa docente all’università e nel mentre inizia a buttare giù le idee per quello che sarà ricordato come il primo, vero, grande romanzo: Lo hobbit.
Opera gradevole ma misera di contenuti
Tolkien di Dome Karukoski è un film gradevole e soprattutto gustoso, specie per i fan sfegatati di quei libri che hanno davvero cambiato la nostra immaginazione. Il signore degli anelli, primo fra tutti, e poi Lo hobbit, Il Silmarillon e molti altri. Nonostante ciò, è difficile e anche riduttivo contenere lo sterminato lavoro di uno scrittore come Tolkien, che dalla cultura germanica e dalla mitologia nordica è riuscito ad estrapolare nuove grandi leggende, divenute parti integranti della cultura occidentale del ventesimo secolo. Il suo universo, riuscito a sopravvivere anche con il ventunesimo secolo, è forse proprio in quest’epoca che la sua fama si è triplicata.
E’ forse proprio per questo, per il grande amore che abbiamo nutrito per Tolkien, specialmente dopo la trilogia del Signore degli anelli diretta da Peter Jackson, che è difficile trasportare al cinema la vita di un scrittore come lui. Contenere in unico film di quasi due ore l’esistenza del mitico J.R.R. è impossibile; è per questo motivo che il film di Karukoski, non spingendosi oltre nè in un’opera prettamente sentimentale nè in una pellicola tecnica che riassuma per filo e per segno il grande lavoro sulla lingua apportato da Tolkien, si limita ad essere un lavoro piacevole ma niente di più.
Gli attori e la ricostruzione storica
Piacevole nella ricostruzione dell’Inghilterra dei primi anni del ‘900 e nello scoprire la sfera più privata del filologo che riguarda non solo l’amore nei confronti dell’amata Edith ma anche la passione platonica verso gli amici, specialmente verso Geoffrey. Tuttavia, Tolkien scarseggia di contenuti; non ci spiega il suo amore per le lingue, specie per quelle germaniche. Non ci spiega nemmeno come la musica di Richard Wagner abbia potuto influenzare concretamente le opere di Tolkien. Karukoski descrive il superficiale e il minimo indispensabile per realizzare un film per famiglie fine a se stesso.
Bisogna riconoscere però che quanto a scelta degli attori il film si poggia su interpretazioni per lo più giovani ma comunque competenti. Il protagonista di Tolkien è interpretato da Nicholas Hoult, noto per aver intepretato ruoli secondari in film come Mad Max: Fury Road e X-Men – Giorni di un futuro passato. Lily Collins veste i panni di Edith Bratt mentre Anthony Boyle quelli del migliore amico di Tolkien, Geoffrey Bache Smith. Fra gli attori più noti, compaiono figure di spicco del cinema e del teatro britannico come Pam Ferris, nota soprattutto per aver interpretato la perfida Signorina Trinciabue nel film di Danny DeVito, Matilda 6 mitica, Derek Jacobi e Colm Meaney. Mirabile rappresentazione della Prima Guerra Mondiale e dei suoi orrori; da tale esperienza Tolkien ne uscirà provato ma allo stesso tempo sazio di esperienze ed eventi che, poi, userà per la stesura dei suoi romanzi.
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