Il materiale emotivo (2021)

Il materiale emotivo – L’omaggio di Castellitto a Scola tra Čechov e Shakespeare

Inizia con un sipario che si apre Il materiale emotivo, l’ultimo film diretto da Sergio Castellitto. Fin dalle battute iniziali infatti si comprende che la pellicola in questione ha un forte impianto teatrale. D’altronde, citando l’indimenticato drammaturgo William Shakespeare, “tutto il mondo è un palcoscenico, e gli uomini e le donne, tutti, non sono che attori. Hanno le loro uscite e le loro entrate; e un uomo nel suo atto interpreta diverse parti”.

Il regista di Non ti muovere e Fortunata trae spunto dal soggetto di Ettore Scola intitolato Un drago a forma di nuvola per portare sul grande schermo le vicissitudini di Vincenzo, un libraio parigino interpretato dallo stesso Castellitto che vive con sua figlia Albertine (Matilda De Angelis), affetta da mutismo selettivo a causa di un avvenimento che le ha causato un enorme trauma. Vincenzo vive una vita sospesa priva di emozioni e trova esclusivamente conforto nei grandi scrittori del passato. Un giorno nella sua grigia esistenza irromperà come un fiume in piena Yolande (Bérénice Bejo), un’attrice nevrotica che fatica a gestire i suoi rapporti interpersonali, specialmente quelli di natura sentimentale. Dopo questo incontro la vita di Vincenzo non sarà più la stessa.

Sergio Castellitto in una scena del film

Il materiale emotivo è una riuscita commedia sentimentale dal respiro internazionale che evoca il cinema francese ed omaggia la grande letteratura. Sergio Castellitto, dopo aver interpretato negli ultimi anni personaggi fortemente borderline, qui lavora di sottrazione. Vincenzo è un uomo remissivo che si è completamente annullato per occuparsi della figlia. Quest’ultima è interpretata da una straordinaria Matilda De Angelis che ricopre un ruolo non facile, in quanto Albertine non parla durante tutto il lungometraggio. La talentuosa attrice bolognese offre una performance intensa, mettendo in mostra la sua straordinaria mimica facciale. Infine un plauso alla bravissima attrice argentina Bérénice Bejo. Il suo personaggio entra come una scheggia impazzita nel film, stravolgendolo.

Sergio Castellitto, coadiuvato dalla scrittura di Margaret Mazzantini, regala al pubblico un’atipica opera dal sapore cecoviano impreziosita dalla bellissima e malinconica location parigina che indubbiamente enfatizza le sequenze romantiche della pellicola. Il materiale emotivo che da il titolo a questa nuova fatica di Castellitto corrisponde alle molteplici emozioni che sono insite dentro di noi. Emozioni che non sempre è facile gestire in modo corretto. Tutto quello che possiamo fare per provare ad essere felici è lasciarsi andare.

Castellitto cita tra i tanti Oscar Wilde per invitare lo spettatore ad avere il terrore di non essere fraintesi e non il contrario. È necessario essere libri aperti e non libri chiusi. Correlato con il significato dell’opera in esame risulta essere il seguente aforisma del celebre scrittore brasiliano Paulo Coelho: “Hai mai provato la sensazione di essere lì, a bordo di un precipizio e non sapere che fare? Tra fare un passo indietro e lasciarti andare, scegli di lasciarti andare, se non ti è dato di trovare un solido terreno, credimi, imparerai a volare.”

Consiglio dunque spassionatamente di andare al cinema a vedere questo film, un film in cui si comprende che per far funzionare l’amore è indispensabile saper utilizzare bene il materiale emotivo.

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