Ultima fatica medievale di Ridley Scott che, dopo il colossale Le crociate (Kingdom of Heaven) e Robin Hood, decide di ritornare in un’atmosfera molto simile realizzando The Last Duel. Tratto da una storia vera, il film, sceneggiato e co-prodotto assieme a Matt Damon e Ben Affleck, si rifà soprattutto al romanzo storico di Eric Jager, The Last Duel. A True Story of Trial by Combat in Medieval France, (L’ultimo duello. La storia vera di un crimine, uno scandalo e una prova per combattimento nella Francia medievale). Il romanzo di Jager ricostruisce l’ultimo duello ordalico, o duello di Dio o duello giudiziario, avvenuto in Francia nel 1386.
A scontrarsi in questo rituale già superato per l’epoca, furono il già citato Carrouges e il cavaliere Jacques Le Gris, accusato di aver violentato la moglie di Carrouges, Marguerite de Thibouville e per questo spinto dal suo rivale a un duello all’ultimo sangue. Ma se la storia vede da una parte un marito che chiede giustizia e dall’altra un accusato che è certo della sua bravura in combattimento, in mezzo bisogna considerare l’elemento femminile rappresentato da Marguerite; vittima e ago della bilancia, colei che nel film di Scott ci permetterà di capire il vero svolgersi dei fatti.
La trama di The Last Duel (2021)
L’opera di Scott, con protagonisti Damon, Adam Driver e Jodie Comer, si estende per quasi tre ore di durata attraverso una tripla narrazione che mostra lo stesso delitto mediante l’uso di tre diverse prospettive. Secondo Jean de Carrouges, condottiero valoroso ma costretto a combattere perché sempre in bolletta, il fraterno amico e compagno di tante avventure Jacques le Gris lo avrebbe privato della fiducia e gli avrebbe estorto molti possedimenti una volta messosi a lavorare per il conte Pierre d’Alençon. Per ultimo, le Gris lo avrebbe disonorato abusando di sua moglie Marguerite, per la quale Carrouges nutre un affetto e un rispetto sconfinato. Ma questo sempre secondo il pensiero di Carrouges.
Le Gris, invece, racconta l’arroganza di Carrouges difronte non solo al pericolo ma anche ai suoi stessi superiori. Il cavaliere, colto e bravo con le donne, sottrae all’uomo prima l’amicizia di Pierre, diventandone il fido braccio destro, ma pur sempre mantenendo nei confronti di Carrouges un comportamento di stima e totale rispetto. La violenza nei confronti di Marguerite, è invece per Le Gris un fugace rapporto amoroso al quale la donna non si è sottratta bensì volutamente concessasi.
Ma a fare luce sulla lite fra i due gentiluomini, come loro stessi si vanno pavoneggiando, c’è la testimonianza di Marguerite de Thibouville che ribalta completamente la situazione e questa delicata vicenda. Figlia di un proprietario terriero, dopo il matrimonio con Carrouges si rende subito conto che il suo matrimonio è infelice. Jean è uomo dedito essenzialmente alla guerra e al suo ruolo di cavaliere nella società, il che fa si che vengano tralasciati alcuni obblighi come il mantenimento della fattoria e dei campi, in totale disuso dopo l’epidemia di peste.
Quando il marito va a combattere contro gli scozzesi, Marguerite rimette in sesto la fattoria diventando una donna capace di amministrare i suoi averi e di saper vedere oltre, soprattutto quando è costretta a riferire davanti al re i fatti riguardanti lo stupro da parte di Le Gris. Nella versione della donna l’uomo si sarebbe introdotto con forza in casa sua durante l’assenza di Carrouges e l’avrebbe violentata senza pietà. Nonostante Marguerite dica la sua verità, è guardata con sospetto dagli alti funzionari della società che vedono di cattivo occhio la sua schiettezza e la sua sete di giustizia.
Il grigio medioevo di Ridley Scott
Nonostante il grande lavoro svolto dagli storici odierni, che hanno descritto un medievo non così trucido e oscuro come l’avevamo sempre immaginato, quello ricreato da Scott è sì più realistico rispetto ad altri film ma è allo stesso tempo lugubre e violento. Con la ricostruzione della Francia del 1300 The Last Duel è una parabola nuova sul ruolo del cavaliere e su quello della donna.
Il primo è, in questo caso, un individuo che sebbene la gloria in battaglia fatica ad andare avanti e che è costretto a fronteggiare non solo il nemico nello scontro corpo a corpo ma anche ben altre dure prove come la fame, le carestie e la povertà. Il secondo tema si lega direttamente con il presente. La figura della donna medievale trova nella nostra contemporaneità un legame forte e sconvolgente. Il personaggio di Marguerite de Thibouville potrebbe essere considerato come un antico testimone del movimento me too; forse uno dei primi esempi della storia in cui una donna ha cercato di denunciare il comportamento e i soprusi del mondo maschile nei confronti del gentil sesso.
Marguerite è una paladina, un esempio di forza che condanna un’intera società. Purtroppo non sarà l’ultimo, perché come ci insegna la storia nulla è veramente cambiato.
La verità: un’arma a doppio taglio
A distanza di 44 anni, il regista di Alien e Blade Runner, sembra finire quel famoso duello iniziato nel 1977 con il film I duellanti. Sebbene, in questo caso, la vicenda soi svolga nell’epoca napoleonica, il film trova degli agganci con The Last Duel; agganci che possiamo ritrovare nella sete di giustizia e nel mantenimento di un onore che spesso acceca l’uomo e lo distoglie dal vero problema. Carrouges e le Gris si amano e si odiano ma il duello al quale i due sono obbligati a partecipare non è tanto uno scontro per salvare l’onore di Marguerite. Carrouges è ossessionato dal suo decoro, dal suo status di condottiero senza paura e da un erede maschio che purtroppo non riesce ad avere. Le Gris, allo stesso modo, si nasconde dietro la maschera di un cavaliere istruito, capace di ammaliare con le parole sia le belle fanciulle che gli uomini; anche lui è un individuo interessato essenzialmente alla posizione sociale raggiunta che non intende per nessuna ragione mollare.
I due personaggi maschili sono entrambi due spietati antagonisti che non vedono al di là del loro personale onore. Marguerite è esattamente nel mezzo; apparentemente amata da Carrouges e usata da Le Gris per fare un torto al suo nemico. Il film di Scott ci mette nella posizione di sostenere la causa di Marguerite che cerca la verità e la giustizia e non ha paura di mettere a nudo la sua vita privata dinnanzi alla corte e all’intera popolazione. Ma sarà proprio tale franchezza a trasformare quella verità in un’arma a doppio taglio; un meccanismo di onestà da una parte ma anche il pubblico ludibrio dall’altra, l’umiliazione e la paura di perdere, oltre che la causa, anche la vita.
In questa plumbea mise-en-scéne del Medioevo, Scott alterna storici interpreti di Hollywood con caratteristi che fanno di The Last Duel un film degno di essere visto. Una vera e propria accozzaglia di volti noti e meno noti che comunque non stona e danno al fattore storico maggiore credibilità. Damon-Comer-Driver, un trittico davvero insuperabile capace di reggere da solo tutto il film. Damon, nei panni di un borioso uomo d’armi, è più sopportabile in un ruolo negativo. Lo stesso si può dire di Driver che, a parte gli ultimi tre episodi di Star Wars, alterna la sua bravura da ruoli essenzialmente da buoni a quelli opposti. A questi attori si affiancano Ben Affleck, Harriet Walker, Nathaniel Parker e Željko Ivanek.
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