A quattro anni di distanza da Questione di Karma (2017) il talentuoso regista Edoardo Falcone torna dietro la macchina da presa per portare sul grande schermo Io sono Babbo Natale, una commedia nazionalpopolare dal sapore fiabesco interpretata da Marco Giallini e dal compianto Gigi Proietti, qui nel suo ultimo ruolo cinematografico.
Io sono Babbo Natale narra le vicende di Ettore (Giallini), un ex detenuto che dopo aver scontato in carcere una pena di sei anni si ritrova a vivere di espedienti. L’uomo ha una bambina nata dalla relazione avuta con Laura, interpretata da Barbara Ronchi, ma quest’ultima non ha alcuna voglia di riallacciare un rapporto interpersonale con lui in quanto in passato l’ha fatta molto soffrire, soprattutto a causa delle sistematiche attività illecite a cui prendeva parte.
Una sera un anziano signore di nome Nicola (Proietti) donerà ad Ettore cinquanta euro, così da indurlo a fare irruzione in casa del suo benefattore allo scopo di derubarlo. Dopo essere entrato nell’abitazione ed averlo legato con l’intento di farsi dare la chiave della cassaforte Ettore si sentirà dire da parte di questo attempato individuo di essere nientepopodimeno che Babbo Natale.
Marco Giallini e Gigi Proietti, per la prima volta insieme, dimostrano di avere una forte alchimia. I due danno vita a siparietti irresistibili che costituiscono indubbiamente uno dei punti di forza del lungometraggio. Edoardo Falcone dosa sapientemente gli ingredienti, realizzando un film natalizio esemplare.
In Io sono Babbo Natale infatti non manca niente. All’interno della suddetta opera c’è spazio per i sentimenti, per la fantasia, per la riflessione, per le risate e financo per un accenno di critica sociale. D’altronde che Edoardo Falcone fosse un bravo regista lo si era visto fin dal suo film d’esordio intitolato Se dio vuole (2015), una riuscita pellicola che metteva alla berlina le istituzioni ecclesiastiche, interpretata da Alessandro Gassman e dallo stesso Giallini, che si appresta a divenire un attore feticcio del regista romano.
Io sono Babbo Natale rifugge la volgarità gratuita e becera dell’ormai defunto cinepanettone. Falcone infatti segue le orme del collega Alessandro Genovesi che lo scorso anno aveva compiuto un’operazione analoga con 10 giorni con Babbo Natale, autentico gioiellino nostrano in cui i protagonisti erano Fabio De Luigi e un irresistibile Diego Abatantuono nei panni di un Santa Claus sui generis.
È questo il cinema italiano che vogliamo sotto l’albero!
Correlato con il significato intrinseco di Io sono Babbo Natale risulta essere il seguente aforisma della divina Audrey Hepburn: “Ricordati, se mai dovessi aver bisogno di una mano che ti aiuti, che ne troverai una alla fine del tuo braccio… Nel diventare più maturo scoprirai che hai due mani. Una per aiutare te stesso, l’altra per aiutare gli altri.”
Il fatto che l’ultimo personaggio interpretato da Proietti sia Babbo Natale è veramente toccante. Se ci pensate infatti, pur con le dovute proporzioni, si tratta di due personaggi immortali e iconici che hanno reso, rendono e renderanno felici milioni e milioni di persone. Babbo Natale con i doni e Proietti con la sua sconfinata arte!
Grazie di cuore Gigi per questo tuo ultimo, splendido regalo.
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