Film del 1954 diretto da Luchino Visconti e tratto dall’omonima novella di Camillo Boito, Senso è un maestoso affresco dell’Italia dell’800. Un altro meraviglioso esempio sarà Il gattopardo, uscito alcuni anni più tardi, nel 1963, e incentrato su una delle fasi dell’unità d’Italia, ovvero l’arrivo dei mille di Garibaldi in Sicilia.
Con Senso siamo ancora lontani da quell’enorme evento storico. Con un cast di attori internazionali che comprende volti noti del cinema quali Alida Valli, Farley Granger, Rina Morelli e Massimo Girotti, Visconti dirige un’opera storica che ripercorre alcune fasi delle guerre d’indipendenza italiane contro l’invasore austriaco. In particolar modo, il regista milanese ci porta nella Venezia occupata dall’esercito austro-ungarico in cui si muovono sotto copertura bande di liberazione filoitaliana.
Visconti accompagna lo spettatore a seguire anche la profonda e travagliata storia d’amore fra la bella Contessa Livia Serpieri, donna dai profondi ideali patriottici, e l’affascinante Franz Mahler, un tenente austriaco di servizio nelle città lagunare. Eppure, tra la donna e il soldato si porrà in mezzo un’altro elemento altrettanto ardente, l’oggetto del desiderio che destabilizzerà continuamente l’equilibrio di Livia: l’indipendenza.
La trama di Senso (1954)
Nel momento in cui la dominazione austriaca nel Veneto sta giungendo alla fine, l’Italia stringe un alleanza con il regno di Prussia contro l’impero asburgico. Al teatro dell’opera di Venezia la contessa Livia Serpieri ha un fugace incontro con il cugino Roberto Ussoni, un fervente filoitaliano che, durante lo spettacolo, lancia volantini inneggianti la causa italiana contro l’austriaco.
Successivamente la donna fa la conoscenza del tenente Franz Mahler, un uomo sensuale ma allo stesso cinico e spietato. Livia, nonostante il legame con Ussoni, è rapita da una forte passione sentimentale con Mahler e dopo quella notte inizia tra i due un rapporto amoroso fatto di incontri segreti negli alberghi della città.
Tale amore, però, si interromperà subito dopo la battaglia di Custoza e l’esilio di Ussoni; Livia, tradita da Mahler, capisce di aver sbagliato tutto e nonostante continui a volergli bene decide di denunciarlo alle autorità austriache per corruzione. L’alto comando arresta Mahler e lo fucila. Mentre le forze austriache festeggiano per l’ultima volta la vittoria contro gli italiani, Livia si aggira disperata per la città invocando il nome del suo amante.
Valli, una donna divisa fra l’amore e il bene del suo paese
Alida Valli, che nel film interpreta divinamente la contessa Serpieri, donna combattuta tra l’amore e il patriottismo, casca a fagiolo nel cast di uno dei film più belli mai realizzati da Visconti. Nata a Pola nel 1921, l’attrice, che si è sempre sentita italiana fino al midollo, si cala in uno dei personaggi più belli e riusciti della sua filmografia. Di lei, infatti, si ricordano ruoli immensi come quello di Anna Schmidt nel capolavoro di Carol Reed, Il terzo uomo, e negli anni più maturi della sua lunghissima carriera c’è quello della vedova Pioppi in Novecento e quello della Mamma nel film Berlinguer ti voglio bene.
Poi c’è l’americano Farley Granger, già famoso tra le teenager statunitense, diventa famoso anche oltreoceano grazie alla parte del tenente Mahler, mentre Massimo Girotti, che aveva lavorato con Visconti nel 1943 nel film Ossessione, ora si cala nelle vesti del ribelle Ussoni, sostenitore della patria italiana. Fra i due la contessa Serpieri sceglierà di seguire la passione per l’austriaco diventando così un personaggio spezzato a metà; da una parte ci sono i sensi, dall’altra il disegno più grande di una patria libera e unita.
Visconti, che tra i suoi aiuto registi annovera Franco Zeffirelli e Francesco Rosi, con questo film si aggiudica il titolo di autore dal colossale respiro narrativo. Senso è infatti un’opera sentimentale e allo stesso tempo drammatica entrata a far parte, e giustamente, della lista dei 100 film italiani da salvare.
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