“Mentre gli uomini si vantano di cose che non sono mai accadute, le donne hanno avventure che mai racconteranno.” Questo aforisma del celebre Charles Bukowski, poeta maledetto per antonomasia, risulta fortemente correlato al senso più velato di 7 donne e un mistero, pellicola diretta da Alessandro Genovesi presente attualmente nelle sale italiane.
Il regista di 10 giorni senza mamma (2019) e Ma che bella sorpresa (2015) trae liberamente spunto dal film francese 8 femmes, diretto nel 2002 da François Ozon, per portare sul grande schermo un giallo comico a tinte noir interpretato da un cast d’eccezione. La trama del film verte su un omicidio che si consuma all’interno di un nucleo familiare totalmente femminile. Nel corso della vicenda si susseguono molteplici colpi di scena che svelano progressivamente i segreti delle protagoniste, fino ad arrivare ad uno sconvolgente finale nel quale saranno presenti due avvenimenti che certamente non lasceranno indifferente lo spettatore.
Alessandro Genovesi confeziona con maestria un perfetto thriller ad orologeria da servire sotto l’albero che strizza l’occhio ad Agatha Christie e rievoca il bellissimo Cena con delitto del 2019 che vedeva come protagonista Daniel Craig. 7 donne e un mistero è inoltre sotto certi aspetti un vademecum di come affrontano l’esistenza varie tipologie differenti di donne.
Margherita Buy incarna una donna di classe che sotto la sua proverbiale bellezza algida cela ancora un cuore pulsante. Luisa Ranieri da vita ad una donna del sud sensuale e calorosa. Sabrina Impacciatore appare come una donna timorosa e insicura di se stessa. Micaela Ramazzotti si cala divinamente nei panni di una vamp ammaliatrice. Benedetta Porcaroli interpreta una giovane velenosa e intelligente. Diana Del Bufalo fa la parte di una ragazza ingenua e dolce, mentre Ornella Vanoni è l’emblema stesso dell’ironia.
Il regista riesce abilmente a non cadere mai nel ridicolo e a valorizzazione il talento di tutte le attrici. Alcune come Margherita Buy, Luisa Ranieri, Micaela Ramazzotti e Sabrina Impacciatore sono in stato di grazia e conferiscono al film quel valore aggiunto di cui necessitava. Decisivi alla buona riuscita dell’opera in questione risultano inoltre i bellissimi costumi di Francesca Sartori e le azzeccatissime musiche di Andrea Farri che enfatizzano il pathos presente nel lungometraggio.
Consiglio dunque vivamente di correre al cinema a vedere questo giallo da camera dall’impianto teatrale che elogia la forza delle donne e le induce all’unione. Tra un alterco e l’altro vi accorgete che, citando l’immortale drammaturgo inglese William Shakespeare, l’inferno non è mai tanto scatenato quanto una donna offesa.
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