Guillermo del Toro è attualmente uno dei registi più quotati del panorama cinematografico internazionale. Nel corso della sua lungimirante carriera esso si è cimentato con grande successo con il genere dark fantasy attraverso pellicole memorabili come La spina del diavolo nel 2001 e Il labirinto del fauno nel 2006. Inoltre del Toro, da sempre affascinato dai mostri e dal cattolicesimo, ha realizzato mirabilmente film d’azione dallo stampo supereroistico del calibro di Hellboy (2008) e Pacific Rim (2013).
Il 2017 è stato l’anno della consacrazione per il pluripremiato regista messicano in quanto il suo film La forma dell’acqua si è aggiudicato due premi Oscar rispettivamente per il miglior film e per la miglior regia. A distanza di cinque anni eccolo tornare in pompa magna sul grande schermo con La fiera delle illusioni, un elegante noir ante litteram interpretato da un cast stellare.
La fiera delle illusioni vede come protagonista Stanton, interpretato da Bradley Cooper, il quale è un indigente giostraio che per merito del proprio talento e della propria ambizione diventa un mentalista di successo. Un giorno però Stanton incontrerà Lilith (Cate Blanchett), una psichiatra che si rivelerà essere più abile di Stanton nel manipolare la mente delle persone. In questa sua ultima fatica, ambientata a cavallo tra la prima e la seconda guerra mondiale, del Toro mette in atto una feroce critica atavica alla speculazione delle disgrazie altrui, fenomeno che nella società odierna si manifesta nella cosiddetta tv del dolore e nelle fake news presenti nel web.
La fiera delle illusioni è innegabilmente la pellicola più realistica di del Toro. Quest’ultimo non rinuncia però ai topoi cinematografici che da sempre lo contraddistinguono. Un esempio eloquente è l’inserimento di elementi freak nell’opera, da sempre marchio di fabbrica del regista messicano. Il film è l’adattamento cinematografico del romanzo del 1946 Nightmare Alley, scritto da William Lindsay Gresham, già portato sul grande schermo nel lontano 1947.
Metaforicamente il film in questione lo si può paragonare ad un limbo di orrore e inquietudine che prelude il secondo conflitto bellico. Bradley Cooper regala al pubblico una delle interpretazioni migliori della sua gloriosa carriera, dando voce e corpo ad un individuo accecato dalla sua sfrenata ambizione. La divina Cate Blanchett è come al solito magistrale nei panni di una seducente ed algida psichiatra che farà letteralmente perdere la testa all’aitante Stanton. Rooney Mara dal canto suo è perfetta nel ruolo di una giovane donna remissiva che nel corso della vicenda troverà la forza di ribellarsi. Meritevoli di essere menzionati risultano essere inoltre i bravissimi Toni Collette, Willem Dafoe, David Strathairn e Ron Perlman, attore feticcio di del Toro.
Ne La fiera delle illusioni nessun personaggio è totalmente innocente in quanto la natura umana stessa non è votata alla bontà assoluta. Del Toro da sempre tende a mettere in risalto questa verità comunicando intrinsecamente allo spettatore che i veri mostri dei suoi film sono in realtà gli esseri umani.
Alla luce di questa mia analisi consiglio spassionatamente a tutti di andare al cinema a godersi quest’opera dostoevskijana che rievoca il Crimson peak dello stesso del Toro e l’intramontabile The Elephant Man di David Lynch.
È proprio vero, guardandola da un certo punto di vista la vita somiglia proprio ad una gigantesca “fiera delle illusioni”.
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