The Guard è uno di quei film che subiscono la vessazione di una traduzione stanca, capace di ridimensionarne in toto la portata emotiva. Questo film irlandese del 2011 ha lasciato l’isola di Smeraldo ed è approdato in Italia con il semplicistico titolo di Un poliziotto da happy hour. Nonostante il titolo macchiettistico della versione italiana il film scritto e diretto da John Michael McDonagh rimane un gioiellino rappresentativo della sagace ironia irlandese.
Con Brendan Gleeson e Don Cheadle nel ruolo dei protagonisti, il film è risultato il maggior incasso di sempre nella Repubblica d’Irlanda, ottenendo anche una menzione come migliore opera prima al Festival di Berlino dello stesso anno.
The Guard – La trama
Gerry Boyle è un sergente della Garda Síochána, la polizia irlandese, della contea di Galway. Diretto, senza filtri e sicuramente fuori le righe, il sergente Boyle viene affiancato da Aidan McBride, un poliziotto venuto da Dublino e dai modi più ligi alla procedura. I due si trovano a dover lavorare su un caso di omicidio che sembra opera di un serial killer.

Quando però viene convocato a una riunione nella quale l’agente dell’FBI Wendell Everett informa i colleghi irlandesi di un operazione antidroga, Boyle riconosce la sua vittima tra le foto segnaletiche dei sospetti. Tra Everett e Boyle inizia quindi una collaborazione più stretta, nonostante le iniziali reciproche diffidenze e differenze.
L’indagine di questo all’apparenza male assortito duo va avanti così tra depistaggi, corruzione e reticenze, fino alla più classica resa dei conti finale.
Un poliziesco 100% irlandese
The Guard recupera gli stilemi del classico film poliziesco e li utilizza con sapienza così da costruire un giusto mix tra parodia e localizzazione. McDonagh, non solo si diverte a prendersi gioco dei classici action movie americani con i suoi eroi perfetti, ma si cimenta un lavoro di riscrittura del genere per la realtà irlandese.
Lo spunto più interessante riguarda la coppia Everett-Boyle, l’uno l’opposto dell’altro. Il primo è il classico protagonista del film americano: preciso, ordinato, preparato e senza macchia. Boyle è invece pieno di difetti. Dedito alle droghe, il sergente non disdegna incontrarsi con delle prostitute e soprattutto non è l’esempio di poliziotto perfetto e ligio alle regole.
Boyle però rimane lo stesso un poliziotto al servizio della sua comunità. Il sergente soppesa di volta in volta la legge e le regole in base anche a chi si trova davanti. I casi che si trova ad affrontare, oltre all’operazione con Everett, aiutano il regista a dipingere uno spaccato della realtà della costa ovest dell’isola di smeraldo.

La regia di McDonagh, dinamica e attenta, restituisce le atmosfere di una comunità divisa tra l’attaccamento alle radici e la modernità che avanza. L’Irlanda viene rappresentata come una terra mistica, dove il confine tra giusto e sbagliato non viene definito dalla semplice legislazione ma da un insieme più ampio di costumi e rapporti personali.
Brendan Gleeson sveste la parte di attore caratterista e si prende il ruolo di protagonista con maestria, interpretando un burbero ma attento agente di polizia. Insieme a Don Cheadle, forma una coppia dinamica e affascinante dove non mancano scontri né momenti di serio confronto e condivisione. La lontananza dall’altra sponda dell’Atlantico permette anche di scherzare e giocare con più leggerezza sugli stereotipi razzisti che caratterizzano sia la comunità afroamericana che gli stessi irlandesi.
The Guard è la risposta irlandese ai buddy-movie action d’oltreoceano che hanno invaso il cinema europeo. Una risposta sagace e diretta, proprio come il sergente Gerry Boyle.
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