Il maestro Woody Allen ironicamente ha detto: “Il denaro non dà la felicità, ma procura una sensazione così simile alla felicità, che è necessario uno specialista molto avanzato per capirne la differenza.” Ne sa qualcosa la protagonista di Blue Jasmine, interpretata da Cate Blanchett. L’attrice, in questa pellicola scritta e diretta da Allen stesso, si cala nei panni di una bellissima donna di nome Jasmine che, dopo aver vissuto per anni nel lusso newyorchese più sfrenato per merito del marito Hal, un giorno, a causa di quest’ultimo, perderà tutto e finirà sul lastrico. Questi fatti la porteranno ad avere un terribile esaurimento nervoso.
Sola ed in balia degli antidepressivi Jasmine cercherà di ricostruirsi una vita andando a vivere a San Francisco dalla sorella Ginger (Sally Hawkins), una donna semplice che ha sempre condotto una vita diametralmente opposta a quella di Jasmine, la quale cercherà di spronarla ad essere più ambiziosa, soprattutto in fatto di uomini.
Allen per realizzare questo ennesimo capolavoro, con tanto di sorprendente colpo di scena finale, pesca a piene mani dal celebre film Un tram che si chiama desiderio. Jasmine e Ginger infatti non possono non ricordarci Bianca e Stella, interpretate rispettivamente da Vivien Leigh e Kim Hunter nel 1951.
Cate Blanchett, premiata meritatamente con il Golden Globe e il premio Oscar come miglior attrice protagonista, è semplicemente divina. Essa dà vita ad un personaggio sofisticato e nevrotico dalle molteplici sfaccettature che possiamo considerare come la summa dei personaggi femminili alleniani. L’affascinante e tormentata Jasmine infatti dentro di sè possiede le personalità delle donne interpretate nel corso degli anni da Diane Keaton, Mia Farrow, Dianne Wiest, Gena Rowlands e tante altre.
Il regista di Manhattan ed Io e Annie realizza un vero e proprio dramma tennessiano. Per merito di una scrittura matura e ineccepibile, Allen riesce a tenere costantemente il personaggio borderline di Jasmine in una bolla di ironia che contribuisce a renderlo indimenticabile.
Woody Allen per Blue Jasmine si ispira al maestro Francis Scott Fitzgerald e muove la macchina da presa in modo vibrante e dinamico con continui primi piani sulla protagonista; da menzionare risultano essere anche gli attori di contorno come Sally Hawkins, perfetta nell’interpretare la sorella ingenua e facilmente influenzabile ed Alec Baldwin, attore feticcio di Allen, che nel film interpreta il marito carismatico di Jasmine che si scoprirà avere più di uno scheletro nell’armadio.
Jasmine oltre a passare con disinvoltura da un Martini all’altro esclamerà frasi che riescono a delineare con molta precisione il suo carattere che include una certa dose di egoismo, di avidità, di ansia e di “follia”. Tra quelle che rimangono maggiormente impresse ci sono indubbiamente le seguenti: “Con chi dovrei andare a letto per avere un vodka Martini?”, “Potete evitare di litigare… non lo sopporto, il mio Xanax non sta funzionando”, “C’è un limite ai traumi che una persona può sopportare prima di mettersi ad urlare in mezzo alla strada”, “I soldi non si contano; i soldi contano.”
Insomma, citando l’umorista statunitense Leopold Fechtner, trattasi di quel tipo di persona che rende nervoso il caffè. In conclusione vi consiglio caldamente di non perdervi questo autentico gioiellino di Woody Allen che sono sicuro verrà apprezzato da chi ama il cinema.
Le seguenti parole di Wally Mars, alias Jason Bateman, risultano fortemente in linea col senso più recondito di Blue Jasmine: “Essere nevrotici vuol dire avere un’intensa forma di introspezione ed essere introspettivi è una cosa buona! Significa andare in giro con un’opinione, un proprio punto di vista…Vuol dire essere in grado di distinguersi, di non allinearsi!”
Buona visione!
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