L’ultima ruota del carro – L’importanza di rimanere fedeli a se stessi

Giovanni Veronesi, regista di film di successo come Manuale d’amore e Italians, pesca a piene mani dalla commedia all’italiana dei grandi autori del calibro di Risi e Monicelli per raccontare la vita di un uomo comune, quella di Ernesto Marchetti nel film del 2013 L’ultima ruota del carro.

L'ultima ruota del carro, film del 2013 diretto da Giovanni Veronesi.
L’ultima ruota del carro (2013).

La vicenda si svolge in un arco temporale che va dagli anni sessanta ai giorni nostri, narrando molto efficacemente l’evoluzione/involuzione di un’Italia che passa dall’integralismo delle brigate rosse, che arrivarono ad uccidere l’onorevole Aldo Moro, fino ad arrivare con l’avvento del Berlusconismo ad una società edonista.

Il sempre impeccabile Elio Germano incarna una persona ambiziosa ma allo stesso tempo onesta che riesce a non perdere mai di vista i valori veri della vita. Egli è circondato dall’affetto del suo miglior amico Giacinto (Ricky Memphis) e da quello della moglie Angelina (Alessandra Mastronardi) che ama alla follia. D’altronde, come cantava Lucio Dalla, “l’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale.”

Il protagonista di questa storia ci appare come una mosca bianca in mezzo ad uomini disonesti che fanno della corruzione la loro ragione di vita. Citando il grande poeta italiano Luigi Pirandello, possiamo asserire che durante il suo cammino Ernesto incontrerà tante maschere e pochi volti. Tra questi è indubbiamente da includere un rinomato pittore che ha il volto di Alessandro Haber, col quale nascerà un bellissimo rapporto di amicizia. In contrapposizione vediamo il sempreverde Sergio Rubini interpretare invece un avvocato truffaldino e cafone.

Completano il cast Virginia Raffaele, Ubaldo Pantani, Maurizio Battista, Massimo Wertmüller e Dalila Di Lazzaro. Veronesi, assieme agli sceneggiatori Filippo Bologna e Ugo Chiti, fa un’analisi molto efficace del nostro paese e ci mostra quanto sia difficile rimanere fedeli a se stessi. Il regista toscano realizza un’opera che potremmo paragonare ad un vero e proprio saggio sociologico in cui vengono messi in risalto i continui mutamenti di un paese che trionfa ai campionati mondiali del 1982, che cambia abitudini culinarie, che manda in esilio Bettino Craxi e molto altro.
Ma questo è soprattutto un racconto umano in cui i protagonisti amano, sognano e soffrono.

Con l’ausilio della fotografia desaturata di Fabio Cianchetti e dell’ottimo montaggio di Patrizio Marone, Giovanni Veronesi realizza l’opera più ambiziosa della sua lungimirante carriera, mettendo in scena l’epopea di un uomo semplice. Un plauso alla bellissima colonna sonora firmata da Elisa, che ha firmato anche il brano principale della pellicola, intitolato “Ecco che”.

Elio Germano e Alessandro Haber in una scena del film.

“Dato che esistono oratori balbuzienti, umoristi tristi, parrucchieri calvi, potrebbero anche esistere politici onesti”. Le geniali parole di Dario Fo riassumono il senso del film di Veronesi, che mette alla berlina in modo ironico e spiritoso il malcostume ormai dilagante nella nostra classe dirigente. Vi auguro in definitiva buona visione. Il lungometraggio in questione vi farà capire che si può vivere una vita dignitosa e felice anche essendo L’ultima ruota del carro.

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