“Io non ho casa, solo un’ombra. Ma tutte le volte che avrai bisogno di ombra, la mia ombra è tua”. Questa citazione, tratta dal romanzo Sotto il vulcano di Malcolm Lowry, rappresenta l’incipit de La mia ombra è tua, il nuovo film di Eugenio Cappuccio.
Dopo aver realizzato nel 2019 un bellissimo documentario sul suo maestro Federico Fellini (Fellini fine mai) porta sul grande schermo una storia avente come protagonisti Marco Giallini, nei panni di Vittorio Vezzosi, un romanziere sui generis che ha al suo attivo un solo romanzo scritto trent’anni fa, e il giovane Giuseppe Maggio in quelli di Emiliano de Vito, un neolaureato in lettere antiche sfigato e insicuro di se stesso, che ha da poco perso il padre. Quando gli verrà affidato l’arduo compito di fare da assistente al Vezzosi la sua vita e quella dello scrittore cambieranno radicalmente.
Basato sul romanzo omonimo di Edoardo Nesi, La mia ombra è tua è un dramedy on the road che omaggia capolavori del passato come Il sorpasso e Profumo di donna. Non a caso uno dei due protagonisti della vicenda si chiama Vittorio.
Giallini alterna, con consumato mestiere, il registro drammatico a quello comico, suggellando la sua versatilità. Il suo personaggio incarna la generazione dei cinquantenni di oggi, rei, secondo alcuni, di aver cannibalizzato le nuove generazioni. Il giovane Giuseppe Maggio dal canto suo riesce a tener testa all’istrionismo di Giallini, dimostrando di essere pronto a crescere artisticamente. Completano il cast una deliziosa Isabella Ferrari nei panni dell’amore mai dimenticato di Vittorio e bravissimi attori come Claudio Bigagli, Sidy Diop, Anna Manuelli e Massimo Molea.
La mia ombra è tua è una pellicola che si può inserire tranquillamente nel filone della nobile Commedia all’italiana. Cappuccio, coadiuvato in fase di sceneggiatura da Laura Paolucci e dallo stesso Nesi, riesce a dosare bene gli ingredienti a disposizione, dimostrando di essere un regista maturo. L’opera in questione pone l’accento sul Gap generazionale e mette inoltre alla berlina l’uso smodato che si fa dei social. Colpevoli, in taluni casi, di dare lustro a personaggi tutt’altro che meritevoli.
D’altronde, come asserì l’indimenticato Umberto Eco: “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli”.
Un plauso alla bellissima ed eterogenea colonna sonora che annovera pezzi di Billy Idol, Rossini, gli ZZ Top e Dvorák, per citarne alcuni. Non posso dunque far altro che consigliare a tutti la visione de La mia ombra è tua, un film che, per merito del cast e dei temi trattati, abbraccia più generazioni. Degna di nota risulta essere la bellissima sequenza in cui si omaggia La dolce vita. Cappuccio ricorda allo spettatore che la vita, pur essendo breve e sudicia, è costellata da momenti di gloria. Di conseguenza vale la pena uscire dal bozzolo per viverla!.
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