Yesterday è un film del 2019 diretto da Danny Boyle.
Jack Malik è un cantautore di Lowestof, che, nonostante i suoi ripetuti tentativi e il sostegno dell’amica e produttrice Ellie Appleton, non riesce a sfondare. Durante un blackout che coinvolge il mondo intero, Jack viene investito da un autobus. Al suo risveglio, in ospedale, inizia a notare che c’è qualcosa di strano, ma non riesce ancora a capire cosa. In una giornata come tante, Jack si ritrova insieme a degli amici, ripresosi dall’incidente e, con la chitarra in mano si cimenta suonando “Yesterday”. I suoi amici sono commossi e meravigliati, non hanno mai sentito nulla di simile prima. Inizialmente Jack pensa sia uno scherzo ma poi capisce che con il blackout sono scomparse alcune cose: i Beatles, prima di tutto, ma anche la coca-cola e gli Oasis.
Jack non si lascia sfuggire questa occasione. Ricordarsi le parole e gli accordi precisi però non è facile. E ricostruire i Beatles è un’impresa ardua. Jack compie un viaggio nei luoghi simbolo delle canzoni: Strawberry Fields, la tomba di Eleanor Rigby, Penny Lane.
E così Jack diventa i Beatles. Proprio come negli anni ’60, i Beatles, vestendo i panni di Jack, spopolano. E Jack realizza finalmente il suo sogno di di diventare un musicista di successo. Attrae anche l’attenzione di Ed Sheeran, che lo invita ad aprire un suo concerto a Mosca. Dopo il concerto, Sheeran sfida in una gara di improvvisazione Jack, per decretare chi è l’artista migliore. E per la prima volta, il mondo sente The long and winding road. Nuovamente, sono tutti strabiliati dal talento di Jack.
Il successo cresce, i fan impazziscono, la sua popolarità schizza alle stelle, fila tutto liscio come l’olio in questa rediviva Beatlesmania.
Finchè Jack non inizia a sentirsi minacciato. Un uomo e una donna conoscono il suo segreto. Anche loro si ricordano dei Beatles. Dopo un po’ di tensione e spavento, i due, riuscendo a parlare con Jack, confessano di essere contenti che vi sia qualcuno in grado di tenere viva al mondo quella che è considerata una delle migliori band di sempre. I due gli danno anche l’indirizzo di John Lennon, ormai 78enne, che è rimasto lontano dai riflettori ed è ancora in vita. Così Jack lo va a trovare e, durante la loro chiacchierata, Jack gli chiede se ha condotto un’esistenza felice. L’uomo gli risponde che ha vissuto felicemente, con la donna che amava. Lennon consiglia a Jack di rivelare sempre i propri sentimenti a chi ama e di dire la verità ogni qualvolta sia possibile, per poter avere una vita felice.
Jack allora realizza di avere tutto quello che aveva sempre desiderato ma non ciò di cui aveva bisogno. Allontanatosi da Ellie, che in realtà ama, capisce che la sua felicità non sta nel successo, ma nello stare con lei.
Così, dopo aver cantato All you need is love alla chiusura del concerto a Wembley di Ed Sheeran, Jack confessa al mondo di aver mentito e racconta la verità. Alla fine del film Jack ed Ellie finalmente si mettono insieme.
Film carino, leggero e spensierato, piacevole per passare una serata sfruttando la pellicola per improvvisare un karaoke seduti comodamente sul divano.
Sorge però spontanea una domanda: se tutti ci scordassimo dei Beatles e questi ricomparissero adesso, avrebbero davvero così tanto successo?
Questa è la mia risposta.
I Beatles oggi non potrebbero esistere e non potrebbero esistere perchè il contesto storico-culturale nel quale si sono formati oggi non esiste più. È passato. E’ irripetibile.
Se i Beatles non fossero esistiti negli anni ’60, probabilmente il loro ruolo di pietra miliare rivoluzionaria sarebbe stato preso da qualcun altro. Il film parte da un assunto assoluto, preso decontestualizzato, come un ipse dixit che però rappresenta la forma mentis e la sicurezza che abbiamo oggi: ovvero che i Beatles hanno avuto successo negli anni sessanta e quindi secondo questa logica ne deriva che i Beatles avrebbero sempre successo, in qualsiasi epoca storica.
Secondo me, niente di più sbagliato.
Ma andiamo ad analizzare alcuni elementi da cui non si può prescindere.
Siamo nell’Inghilterra post seconda guerra mondiale. Liverpool, importante città portuale, proprio per questa sua preziosità, è stata continuamente bombardata durante il conflitto. Ora ci sono le macerie, la miseria, la voglia di dimenticare, di ricostruire e di ripartire. I giovani sognano l’ America ed è proprio dagli Stati Uniti che arrivano le novità. A metà degli anni ’50 è il turno del rock ‘n’ roll, che si afferma a fatica, combattendo il tradizionalismo musicale anglosassone e affermandosi tramite radio indipendenti.
John Lennon ne rimane affascinato, grazie anche alla voce di Elvis, e dopo sperimentazione musicale, passando per lo Skiffle all’esperienza con i Querrymen e del provvisorio nome in Japage3, dopo differenti peripezie, primi concerti un po’ di basso profilo nell’altrettanto portuale Amburgo, i Beatles piano piano prendono la loro forma definitiva, non senza fatica e dolore, accompagnata anche dalla morte di Stuart Sutcliff, bassista dei Beatles tra il 60 e il 61.
L’esperienza nella stravagante Sankt Pauli, lascia loro il segno. Tornano maturati, con i cappelli da cowboy e le giacche di cuoio, e introducono il ritmo da 8/8 , una novità nell’ambiente inglese, abituato al 12/8.
Inoltre anche l’ambiente circostante è cambiato, si dimostra più disponibile ad accogliere i Beatles e il rock, che va a colmare alcune perdite importanti, dovute alla chiamata alle armi di Presley o alla morte di Holly.
Cinque sono i pilastri a cui si rifanno i Beatles: La musica pop, le girls groups, la musica r&b e le ballate di Elvis.
I beatles sono un gruppo originale e le caratteristiche per cui oggi sono ricordati come innovatori, al tempo facevano storcere il naso. La Decca li rifiuta. Elvis è tornato a scrivere ballate e il rock viene considerato morto. All’Emi, George Martin ha alcune perplessità. Non gli piace trovarsi davanti a una boy band.
Insomma, che cosa sono queste boy band? Molto meglio puntare su cantanti solisti che sono una garanzia. Tutto ciò è un azzardo. E inoltre, diamine Paul e John, decidetevi qualcuno dovrà pur essere leader del gruppo, la voce con cui identificarsi. Così doveva pensare George Martin durante le sue esasperate sedute con i Fab Four.
Ma Martin si ricrede, felicemente, quando Please Please me entra in classifica, consacrando i Beatles nell’olimpo discografico.
I Beatles non vogliono fare musica impegnata, cercano di starci alla larga il più possibile, per quel che possono. Sono influenzati dalle girl groups e ciò attira una buona fetta di pubblico femminile. Adolescenti prevalentemente, attirati dal fascino sarcastico dei quattro in unione a una voce che finalmente le rappresenta. Sono gli anni di piombo della lotta dei diritti civili. I diritti per le persone di colore. I diritti per le donne.
Cantare She loves you era un atto rivoluzionario. Poneva l’accento sulla donna e sui suoi sentimenti e le donne, finalmente, non si sentivano soltanto più l’oggetto sessuale. Per una volta non girava tutto intorno alla virilità. Avevano anche loro voce in capitolo.
Quando Lennon e Harrison assumono per la prima volta LSD questo era ancora legale. Il loro dentista, durante una cena, glielo sciolse nel bicchiere. Nonostante il disappunto dei due, questa esperienza non consensuale sarà determinante per la loro carriera, per le melodie allucinate, drogate, di Lucy in the sky with diamonds (Che, sebbene si dica ispirata dal figlio di Lennon, Julian, è innegabile che abbia un non so che di allucinante) oppure della It’ All Too Much scritta da Harrison proprio sotto LSD.
E non scordiamoci la cultura del tempo, una cultura aperta alle droghe. Erano gli anni dei figli dei fiori. Rock psichedelico, rivoluzione sessuale, l’uso di stupefacenti, tra cui psichedelici e cannabis per esplorare e allargare gli stati di coscienza.
Potrei continuare con gli esempi, ma non vorrei annoiarvi troppo.
Quello che voglio dire è che i Beatles sono figli di questo tempo e di nessun altro. Hanno introdotto per primi le boy band. Hanno dato voce ai sentimenti femminili. Inneggiavano alle droghe in una cultura in cui il loro uso era particolarmente diffuso. Questo è il clima in cui è stato possibile far nascere, crescere e correre i Beatles. E se non l’avessero fatto loro, probabilmente l’avrebbe fatto qualcun altro.
E i Beatles oggi sarebbero emuli fuori tempo, anacronistici, ridicoli, veccchi e già sentiti. Ci sono ancora canzoni sulle droghe, scritte sotto effetti di droghe, ma seguono altre linee. Ci sono ancora canzoni sui diritti civili, sulle donne e su altri argomenti affrontati dai Fab Four, ma sono diversi. La storia è cambiata, è evoluta. Le loro tematiche possono essere considerate attuali, ma non i loro testi e i loro ritmi.
Sarebbero potuti essere grandiosi oggi, se tutta la musica dai Beatles in poi, da loro ispirata, fosse sparita insieme a loro. Ma questo non lo si lascia intendere nel film. E soprattutto non ci metterei la mano sul fuoco.
La grandezza dei Beatles è una grandezza che esiste in questa linea temporale. Ciò che hanno fatto è stato grandioso perchè l’hanno fatto all’epoca, quando tutto quello era una novità. I Beatles sono stati un successo mondiale perchè sono nati nel loro tempo. Tutt’ora resistono, certamente perchè i loro pezzi sono pazzeschi, ma sono pazzeschi per come sono invecchiati. Se nascessero adesso, considerando invariata l’evoluzione della storia musicale, non avrebbero le gambe solide su cui camminao ora. Quando si ascoltano i Fab four lo si fa sempre con la consapevolezza critica del loro percorso e delle loro innovazioni. Non si possono giustificare soltanto perchè sono I Beatles. Oggi lo sono, perchè lo sono stati all’epoca. Se non lo fossero stati, oggi non lo sarebbero.
Diversi spunti e accenni alla storia dei Beatles sono stati ricavati dal libro ” La musica nel tempo. Una storia dei Beatles” di Ferdinando Fasce.
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