A distanza di tre anni il maestro del brivido nostrano torna sul grande schermo con Io sono l’abisso. Tratto dall’omonimo romanzo divenuto un bestseller il suddetto film racconta le vicissitudini di tre personaggi principali.
L’uomo che puliva è uno psicopatico divenuto tale a causa di reiterate violenze subite da piccolo mentre la cacciatrice di mosche protegge le donne da soprusi di natura maschile. La donna è rimasta irrimediabilmente segnata da un fatto accaduto anni fa che ha visto coinvolto suo figlio. Infine, la ragazza dal ciuffo viola è un’adolescente costretta da un ragazzo a prostituirsi.
Questi tre individui sono collegati tra loro dal male. Elemento sempre presente nelle opere di Carrisi. Io sono l’abisso è un thriller a tinte horror che funziona. Gli attori sono tutti bravi. Il regista de La ragazza nella nebbia e L’uomo del labirinto ha scelto questa volta di non svelare i nomi del cast allo scopo di accrescere l’empatia dello spettatore nei confronti dei personaggi. Espediente che ha funzionato. Dopo aver portato al cinema la vicenda di una ragazza scomparsa e di una giovane donna prigioniera di un labirinto l’osannato scrittore pugliese ci seduce con un mystery ad orologeria pieno di colpi di scena e di simbolismi.
La spazzatura è un elemento fondamentale del film in quanto, come asserisce l’uomo che puliva, è in essa che comprendiamo la vera natura delle persone e non sui social. Perché la spazzatura non mente.
Molto azzeccata risulta anche la location. Io sono l’abisso infatti è ambientato nell’affascinante e misteriosa Como. Il lago lo si può considerare come un vero e proprio componente del cast. Donato Carrisi, come di consueto, fa una vera e propria indagine sulla mente deviata di un uomo. Ma essendo tale Carrisi ci fa empatizzare con lui mostrandoci i motivi che lo hanno portato a diventare un “mostro”. Questo non vuol dire che lo assolve. Semplicemente lo tratta da essere umano. Anche gli altri personaggi sono ben scandagliati.
Il seguente estratto del romanzo omonimo sintetizza il significato più recondito del film: “Abbiamo la presunzione di conoscerli per il solo fatto di averli messi al mondo, ma a volte ci lasciamo distrarre dall’amore che proviamo per loro e ci rifiutiamo di vedere. Però dentro di noi lo sappiamo benissimo… Se non fai nulla per impedirgli di compiere del male, allora la colpa è tua.”
La forza di Carrisi sta nell’aver creato attraverso i suoi romanzi e i suoi film un autentico mondo a parte dal quale, una volta entrati, non si vuole più uscire. Per questo sono convinto che a breve verrà coniato il termine “carrisiano”.
Quest’autore, salito alla ribalta grazie a Il suggeritore, il suo primo libro, ha trovato una nuova chiave per affrontare i generi del thriller e dell’horror. Uno dei suoi meriti più grandi a mio parere è quello di eludere scene splatter o gratuitamente disturbanti nei suoi film. Ogni elemento che mette in scena è funzionale al racconto. Non c’è niente di forzato. Io sono l’abisso non fa eccezione. Consiglio dunque di andare in sala a vedere questa bellissima storia di redenzione. Ne vale davvero la pena. Comprenderete a fine visione che il male è un cerchio!
Lascia un commento