Il principe di Roma – Marco Giallini diventa uno Scrooge nazionalpopolare

Dopo Io sono Babbo Natale, l’ultimo film in cui compariva l’immenso Gigi Proietti, Edoardo Falcone e l’ormai attore feticcio Marco Giallini tornano rispettivamente nelle vesti di regista e interprete principale per portare sul grande schermo Il principe di Roma.

Il principe di Roma.
Il principe di Roma, di Edoardo Falcone.

Il film è ambientato nell’800, e vede come protagonista Bartolomeo (Giallini), un ricco borghese avido che brama il titolo nobiliare più di ogni altra cosa. Al fine di ottenerlo è pronto a sposare l’aristocratica Domizia, figlia del principe Accoramboni (Sergio Rubini). A quest’ultimo in cambio del consenso Bartolomeo ha promesso un ingente quantitativo di denaro. Nel cercarlo il nostro protagonista vivrá un’indimenticabile avventura a cavallo tra il passato, il presente e il futuro.

Il principe di Roma è una squisita pellicola che fonde la tradizionale commedia di casa nostra con il Canto di Natale di Charles Dickens. Giallini, in questo frangente, interpreta il ruolo della vita, divenendo un indimenticabile Scrooge nazionalpopolare. Bartolomeo è l’erede naturale di immortali personaggi della commedia all’italiana come il Marchese del Grillo e il conte Tacchia, un giovane falegname con velleità aristocratiche interpretato da un Enrico Montesano in stato di grazia.

Inoltre, il regista di Se Dio vuole e Questione di karma rievoca i capolavori di Luigi Magni, anch’essi ambientati nella Roma papalina. Chiaramente sto facendo riferimento ad autentici classici del cinema italiano come In nome del Papa Re, Nell’anno del signore e In nome del popolo sovrano. E queste anime inquiete che vagano nella capitale non possono non farci tornare alla mente l’indimenticabile Fantasmi a Roma di Antonio Pietrangeli.

Fondendo tutti questi ingredienti Falcone realizza una di quelle pellicole che fanno stare bene lo spettatore. Questo non perché Il principe di Roma sia uno di quei film ruffiani che mirano all’incasso facile. L’opera in questione, infatti, non teme di mettere sul piatto anche ingredienti indigesti quali l’abuso sui minori, il parricidio, la pena di morte e l’eresia. Oltre ad un monumentale Giallini sono presenti attori straordinari come Sergio Rubini nei panni di un cinico principe, una verace Giulia Bevilacqua in quelli della domestica, una deliziosa Denise Tantucci in quelli di Beatrice Cenci, Filippo Timi nel ruolo di Giordano Bruno e un esilarante Battiston in quello di Papa Borgia.

Completano il cast i bravissimi Antonio Bannò (presente anche in Vita da Carlo), Andrea Sartoretti, Liliana Bottone e Massimo De Lorenzo.

Falcone, con l’ausilio di Paolo Costella e Marco Martani, realizza una sceneggiatura impeccabile che da spessore a tutti i personaggi e non lesina sui colpi di scena. Il principe di Roma ricorda allo spettatore che è tutta una questione di prospettiva. Pertinente a tal proposito risulta essere il seguente estratto del romanzo Il simbolo perduto di Dan Brown: “A volte, è sufficiente un cambiamento di prospettiva per vedere la luce”.

Il principe di Roma, diretto da Edoardo Falcone.
Marco Giallini e Sergio Rubini in una scena de Il principe di Roma.

Qualora vogliate ridere, riflettere, emozionarvi e stupirvi, Il principe di Roma è la pellicola che fa al caso vostro. E mi raccomando, non impiegate troppo tempo a cambiare il vostro punto di vista, perché si sa, “la morte sta anniscosta ne l’orloggi; e gnissuno pò ddi: domani ancora sentirò bbatte Er mezzogiorno d’oggi”. Lo diceva Gioacchino Belli che c’aveva na capoccia così. Avete capito sor Meo?!? Principe pardon! Se vi farete il regalo di andare in sala a vedere il film capirete.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *