Orlando – La fiaba moderna e neorealista di Daniele Vicari

Sarò sincero, non ero così convinto di andare a vedere questo film. Temevo che Orlando, il nuovo lavoro di Daniele Vicari, fosse lento e che non dicesse niente di nuovo. Invece alla fine, per merito della presenza del lungimirante Michele Placido e del fatto che è stato definito dal regista stesso come una fiaba moderna, sono andato in sala a vederlo.

Orlando, diretto da Daniele Vicari.
Orlando, diretto da Daniele Vicari.

Orlando è una favola dei nostri tempi dal sapore neorealista che vede come protagonista un uomo ruvido e chiuso, che per nessuna ragione al mondo lascerebbe il proprio paese natìo. Orlando Curro (Placido) è un contadino sabino rimasto vedovo. Da molti anni non ha più rapporti col figlio Valerio a causa del fatto che quest’ultimo, da ragazzo, aveva deciso di emigrare in Belgio. Scelta mai perdonata dal padre.

Un giorno, tramite una telefonata, Orlando verrà a sapere che Valerio sta male e necessita di parlargli. Di conseguenza l’anziano si vedrà costretto a partire per Bruxelles. Lungo il viaggio troverá varie sorprese. tra le quali una nipote adolescente di nome Lysa (Angelica Kazankova), che gli cambierà radicalmente la vita.

Vicari, dopo aver realizzato svariati documentari e importanti film di denuncia come Sole, cuore, amore e Diaz, porta sul grande schermo una storia intimista che va a toccare molte corde, affidandosi ad un Michele Placido in stato di grazia. Il grande attore pugliese offre una performance eccezionale, riuscendo ad infondere nel personaggio di Orlando tutto lo spaesamento, la genuinità e l’ignoranza di cui necessita. La macchina da presa si sofferma in continuazione sul volto vissuto di un uomo a cui è stata impartita un’educazione che prevede di celare i propri sentimenti.

La giovanissima Angelica Kazankova è bravissima nel calarsi nei panni di questa ragazza sofferente; ella dimostra fin dalle battute iniziali di avere un bel feeling con Placido. Il suo personaggio è un vero e proprio coacervo di turbe giovanili. È importante però dire che Vicari con quest’opera non intende stigmatizzare coloro che rimangono fedeli a se stessi a tutti i costi, ma al contrario li omaggia. Tanto che la pellicola è dedicata al maestro Ettore Scola, uomo duro e allo stesso tempo empatico. Orlando sotto certi aspetti è anche un film che invita lo spettatore a sentirsi cittadino europeo a tutti gli effetti.

Il mondo rurale del vecchio coltivatore e quello modernissimo del Belgio sono due componenti fondamentali dell’UE. Anche se non sembra, sono due facce della stessa medaglia e risultano complementari. Il seguente aforisma del celebre urbanista e sociologo statunitense Lewis Mumford appare decisamente attinente col significato che si cela dietro al film di Vicari: “L’antica distinzione tra uomo e natura, tra abitante di città e abitante di campagna, tra greco e barbaro, tra cittadino e forestiero, non vale più. L’intero pianeta è ormai diventato un villaggio, e di conseguenza il più piccolo dei rioni deve essere progettato come un modello funzionale del mondo intero”.

Angelica Kazankova e Michele Placido in una scena di Orlando (2022).

Consiglio dunque a tutti di andare al cinema a godervi questa perla minimalista ma allo stesso tempo ricca di contenuti, spesso nascosti dietro i silenzi dei personaggi. In una sola volta vedrete una favola, un film di denuncia, un dramma familiare e una storia d’amore. Sono convinto che, chi più chi meno, vi sentirete tutti vicini alla mentalità del protagonista. perché in ognuno di noi alberga un Orlando.


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